MARCIANISE. Ora basta: l’Ufficio Tecnico si pronunci sull’appartamento abusivo del sindaco Velardi. L’ingegnere Piccolo non si faccia impressionare

11 Maggio 2022 - 19:19

Sono passati tanti, troppi mesi, e chi sostiene, come la comandante Guglielmina Foglia, che questo è un caso come tanti altri, è in malafede, perché lo sarebbe se Velardi non fosse contemporaneamente un costruttore abusivo e il sindaco della città

 

MARCIANISE (G.G.) – Oggi è l’11 maggio e da mesi e mesi, come dichiareremo nelle prime trenta pagine di interrogatorio post avviso di conclusione delle indagini, frutto della querela che, bontà sua, Antonello Velardi ha presentato a carico del sottoscritto, viene tenuto in vita un privilegio odioso, che consente di lasciare ancora in sospeso la questione degli abbattimenti ordinati, nel novembre scorso, cioè 6 mesi fa, dall’allora dirigente dell’Area Tecnica Anacleto Fuschetti.

Ovviamente, Velardi si fa scudo con l’Ufficio Tecnico e con la potestà dell’attuale facente funzioni Angelo Piccolo sulla cui scrivania, come scrivemmo molto tempo fa, staziona da molto, troppo tempo, una documentazione presentata dagli architetti Roberto Rossano, cugino diretto dell’assessore ai Lavori Pubblici Tommaso Rossano, e di un collega, i quali attestano che, a loro dire, Velardi abbia adempiuto all’ordinanza di Fuschetti.

Nella giornata di domani torneremo a leggere il testo di questo documento decisivo e vedremo se lo spostamento fisico di porte da un luogo all’altro del sottotetto titolato a ospitare un deposito e non un appartamento residenziale, di cui Velardi ha usufruito per anni e anni, potranno costituire un elemento sufficiente, magari mettendo qualche cartongesso qua e là, per considerare adempiuta per legge la citata ordinanza.

Eh no, perché ora l’ingegnere Angelo Piccolo deve pronunciarsi.

Finora ci risulta abbia avuto un atteggiamento molto serio.

Sicuramente discute con Roberto Rossano, e lo ha fatto anche nei giorni scorsi, sicuramente si pone anche il problema delle preoccupazioni che attraversano la testa di Velardi, ma non al punto da dichiarare quel che è indichiarabile. Vedremo se, di qui a poco, compirà il suo dovere e, in un modo o nell’altro, si pronuncerà.

La questione, oggi, è soprattutto questa. Se darà il suo assenso e considererà adempiuta l’ordinanza emessa dal suo ufficio, sulla scorta dei documenti presentati da Roberto Rossano e dal suo collega, noi criticheremo questa decisione, proveremo a confutarla in punto di logica e di diritto, ma comunque non potremo accusare Piccolo di aver esplicitato un comportamento omissivo.

Se invece esprimerà un diniego, allora, dopo aver letto le motivazioni, affermeremo semplicemente di essere d’accordo con lui.

Ribadendo che domani torneremo sull’ordinanza di Fuschetti, affermiamo ancora una volta che questa è la storia di un sindaco che ha compiuto, quando sindaco non era, un abuso edilizio conclamato, contestato e formalizzato. Rispetto a questo abuso deve pronunciarsi in prima battuta l’Ufficio Tecnico che, sulla scorta di un’ordinanza del Fuschetti, il quale non a caso ha dovuto abbandonare il suo posto poco tempo dopo quella firma, e anche sulla scorta dei documenti presentati dai tecnici di Velardi, dovrà assumere una decisione importante, che sta sotto gli occhi di tutti, di Carabinieri, Polizia, Finanza, Marines e magistratura, non solo i nostri, che dunque va presa sgomberando la testa da ogni altra valutazione che non sia quella rigorosamente tecnico-giuridica.

È chiaro che questa storia è diventata una storiaccia visto e considerato che ogni sindaco del mondo, vivendo una condizione come quella che vive Velardi, avrebbe spalancato le porte di quel sottotetto mostrando a tutti i cittadini l’avvenuta, completa realizzazione delle opere di demolizione previste dall’ordinanza.

Ma Velardi non l’ha fatto e questo attribuisce alla vicenda connotati velenosi.

È un dato di fatto che un facente funzioni di un Ufficio Tecnico dal quale sono letteralmente fuggiti fior di ingegneri e architetti debba decidere un fatto importante sul sindaco in carica e che, seppur indirettamente, può esercitare su di lui una potestà. E già questa riflessione, che faremo in ogni sede, dovrebbe indurre chi di dovere a farla finita con questo modo arrogante di gestire la cosa pubblica.

A domani per l’analisi della ordinanza di Anacleto Fuschetti.