MARCIANISE. Ormai è “orgia” no limits alla Costa-Gravas: il sindaco Velardi “si è messo” un suo terreno nel Puc. Sarà edificabile e varrà 10 volte tanto

25 Maggio 2021 - 20:26

E che altro possiamo dire se non continuare a fare il nostro lavoro invitandovi a guardare anche l’immagine con la quale indichiamo l’area in questione. All’interno, tutte le cifre 

 

MARCIANISE(Gianluigi Guarino) Sarebbe sbagliato, come invece ha azzardato qualcuno, che ha buona conoscenza culturale sulla vita e le opere di Giorgio La Pira, sindaco di Firenze degli anni 50, ma anche tante, ma proprio tante altre cose che sarebbe lungo e fondamentalmente inutile citare ora, scomodare l’esempio di questo gigante del pensiero politico del ventesimo secolo, che certo non ha rappresentato e non rappresenta un modello graditissimo ai liberali diversamente collocati, quindi anche ai cattolici-liberali, ma di cui non si può negare la statura morale assoluta in anni in cui, esattamente al contrario di quello che accade oggi, se un politico rubava, veniva ricoperto di infamia.

Quindi, lasciamo stare il pantheon di quello che è un valore assoluto, universalmente riconosciuto e dunque non solo un riferimento dei cattolico-democratici e dei cattolico-sociali. Sarebbe veramente un sopruso storico e morale formulare anche un remoto paragone tra quello che La Pira fece quando il comune di Firenze si apprestava ad affrontare la redazione del nuovo piano regolatore generale rispetto al quale a priori e allo scopo evidente di rimarcare un’etica che lui non aveva bisogno di dimostrare ma che indicava alla politica di osservare sempre come suo elemento cardine, eliminò tutti i terreni appartenenti a familiari, anche di più lontana affinità, da qualsiasi procedura che li trasformasse in qualcosa di più prezioso e dunque anche di più lucroso.

Esattamente come ha fatto (si fa per dire) Antonello Velardi, ci scusi ancora la battuta la grande buon’anima di Giorgio La Pira. Qualche volta, se non andiamo errati, Antonello Velardi l’ha anche citato, attingendo nel suo stabilmente attivo Bignamino, che oggi si chiama Wikipedia ma in pratica è la stessa cosa, il sindaco di Firenze. E non si capisce quale elemento di affinità morale abbia potuto cogliere il Velardi rispetto a Giorgio La Pira, uno il quale, in missione di pace in Indocina, con 4 lire in tasca, si trovò senza neppure un soldo bucato in Vietnam e dovettero essere i governanti di quel paese a pagargli il biglietto per rientrare in Italia.

E ritorniamo alla battuta ironica. Con essa, non segnaliamo un’azione tecnicamente illegale o illegittima compiuta dal sindaco. Ma onestamente, in tanti anni trascorsi nella bottega del fabbro del giornalismo locale, ne avevamo sentite e scritte di tutti i colori su quello che veniva impresso sulle tavole dei piani regolatori che oggi si chiamano Puc, ma sempre quello è: terreni di parenti divenuti edificabili, zone G ballerine, zone F3 in cui gli insediamenti con finalità pubblica diventavano anche i supermercati, perchè magari vendevano il pane, bene di prima necessità. Insomma, imbrogli di ogni tipo.

Ma un sindaco che, nel piano regolatore, in questo caso nel Puc, inserisce un terreno di sua proprietà, bè, questa cosa, onestamente, non l’avevamo mai vista. Ma non ci stupisce, in considerazione di tutto quello che siamo stati costretti a raccontare in questi anni che ciò sia successo, per la prima volta, a Marcianise ad opera del sindaco Antonello Velardi.

Come si vede dalla foto che pubblichiamo in alto, c’è una lingua di terreno, che indichiamo con una freccia, a cavallo di due aree a destinazione sportiva le quali, invece di omogeneizzarsi, così come dovrebbe sempre essere se un Puc fosse fatto con onestà intellettuale e nell’interesse reale della comunità, si è trasformata da zona agricola a zona edificabile. Di questa area, fanno parte anche i 500 metri quadrati di proprietà del signor Antonello Velardi.

Non di proprietà di un parente “alla vicina o alla lontana”. No, no, avete letto bene, il terreno è di proprietà del sindaco, il quale, non a caso, non ha partecipato alla votazione con la quale la giunta, cioè i suoi assessori, a partire dal suo vice Tommaso Rossano, hanno approvato lo schema del nuovo Puc che oggi è sottoposto alla fase delle cosiddette osservazioni.

Sapete cosa significa quando un terreno agricolo diventa edificabile? Al di là di qualche oscillazione legata a fattori specifici relativi alla sua collocazione fisica, se un terreno è a destinazione agricola, vale tra i 20 e i 30 euro al metro quadro. 

Sono queste le valutazioni medie che si registrano in provincia di Caserta, in aree assimilabili a quella di cui stiamo trattando. Se un terreno diventa edificabile, il suo valore non oscilla più tra i 20 e i 30 euro al metro quadro, ma tra i 210 e i 230 euro al metro quadro. Dunque, stiamo parlando di un aumento di valore pari ad una cifra a sua volta oscillante tra 8 e 10 volte superiore.

Dunque, 500 metri quadri di terreno agricolo, a 25 euro al metro quadro, fanno 12.500 euro. Se vogliamo valutare l’intera oscillazione, siamo tra i 10.000 euro, nel caso in cui la valutazione sia di 20 euro al metro quadro e di 15.000 euro nel caso in cui venga pagato 30 euro al metro quadro. Se il terreno di proprietà del sindaco Antonello Velardi diventerà edificabile, così com’è previsto dal Puc approvato dalla giunta comunale, le cifre diventeranno le seguenti: il valore medio sui 220 euro al metro quadro produrrà una cifra complessiva di 110.000 euro che può oscillare tra i 105.000 euro in caso di quotazione a 210 euro al metro quadro e i 115.000 euro in caso di quotazione (molto probabile), di 230 euro al metro quadro. Per cui, oggi quei 500 metri quadrati valgono tra i 10 e i 15.000 euro; a Puc approvato varranno tra i 105.000 e 115.000 cioè 10 volte tanto.

Ma come si può fare a commentare una roba del genere? Poi dice che siamo noi a stare sempre lì, col dito alzato. Ma come ci si può girare dall’altra parte, rispetto alle azioni di uno che poi pretende pure di fare la morale ai suoi concittadini? Ma è una cosa accettabile questa? Ci rivolgiamo a quel 50,8% di marcianisani che Velardi hanno votato in buona fede al ballottaggio dell’ottobre scorso: ma scusate, l’avete mandato di nuovo al comune affinchè non facesse nulla per chiedere scusa e per rimediare agli abusi edilizi compiuti con la sua casa? E per farsi un Puc che attrezza i terreni di sua proprietà di 10 volte tanto? Ma siete davvero dei coglioni, cari marcianisani? Che altro vi deve fare ancora in questa ormai annosa pratica sadomaso?

Quasi 300.000 euro usciti dalle vostre tasche per gli impegni istituzionali certificati da un segretario comunale in modo che il suo sontuoso stipendio glielo pagaste voi e non il suo datore di lavoro, che l’ha pure licenziato; una richiesta di rinvio a giudizio per truffa e falso ideologico in concorso, da parte di una pubblico ministero la quale, per quello che è riuscita a mettere a fuoco, ha maturato esattamente la stessa nostra opinione; 84mila euro già pronti a volatilizzarsi dalle vostre tasche per nominare consulenti del comune per marketing territoriale, turismo ed altre cose, i vari Rizziero e, udite udite, il commercialista Pezzella, il quale è un benestante, non sembra che abbia bisogno di prebende.

Tutto questo senza che nel capitolo di bilancio riguardante il turismo, ci sia un solo euro da spendere. Ora, con questi 115.000 euro siamo arrivati a più di mezzo milione, di cui 400.000 attinenti esclusivamente alle tasche del signor sindaco.

Eppure, noi non ci faremo prendere dallo stesso sconforto che il grande poeta premio Nobel Salvatore Quasimodo raccontò di averlo colpito, quando, di fronte agli orrori della guerra, non fu più in grado di scrivere poesie, appendendo la sua cetra “alle fronde dei salici“. Noi abbiamo la testa più dura. D’altronde, davanti a queste cose, bisogna prendere posizione. La gente se ne fotte? Pazienza, noi dobbiamo stare in ordine con la nostra coscienza.