MARCIANISE. Ovalletto sta facendo la fine di Calimero: lui non c’entra con le firme false, ma il suo avvocato Amodio gli sconsigliò…

6 Novembre 2021 - 18:46

In calce all’articolo la buffa delibera di giunta comunale attraverso cui il Comune di Marcianise si costituisce parte civile. Naturalmente spiccano le assenze del sindaco Velardi, che di fatto fu beneficiario di questa operazione alle elezioni, e il noto avvocato penalista oggi assessore

 

MARCIANISE (G.G.) – Cosa c’è di serio, di istituzionalmente corretto in una delibera come quella che pubblichiamo in calce?

La delibera con la quale la giunta comunale di Marcianise si aprì la strada alla costituzione di parte civile del Comune nel procedimento sulle firme false che permisero nel 2016 alla lista Orgoglio Marcianisano di concorrere a quelle elezioni in appoggio all’allora candidato sindaco Antonello Velardi che anche grazie all’apporto di quella lista riuscì ad affermarsi.

Non c’è nulla di serio nell’assenza dalla seduta della giunta del sindaco Antonello Velardi e del suo assessore al Bilancio e alle Finanze Gabriele Amodio, diranno sicuramente che impegni personali o professionali.

In quest’ultimo caso varrebbe per Amodio in quanto Velardi è stato licenziato e al momento a quanto ci risulta è ancora disoccupato, un disoccupato d’oro ma comunque un licenziato.

Manco a dirlo Velardi e Amodio hanno a che fare con questa vicenda perché il primo è il beneficiario evidente di quell’azione di falsificazione delle firme poste in calce alla firma Orgoglio Marcianisano, il secondo è l’avvocato di alcuni imputati che dovranno comparire davanti al Gup del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere che ne deciderà il con ogni probabilità il rinvio a giudizio.

Ma il ruolo di Amodio non è solo quello di avvocato difensore di alcune tra le persone implicate in questa vicenda.

Amodio era presente nella famosa baracca all’interno della quale furono preparate le carte e i documenti per la presentazione della lista di Orgoglio Marcianisano.

Già in passato abbiamo descritto esattamente questa circostanza aggiungendo anche altri nomi tra cui quello del corrispondente locale de “Il Mattino” Franco Agrippa. Ora però diciamo solamente una cosa, visto e considerato che su questa vicenda delle firme abbiamo speso tantissime energie e probabilmente se alla fine qualcosa si è mosso ciò è dovuto alla determinazione alla con cui anche irragionevolmente, di fronte a veri e propri muri di gomma, abbiamo proseguito nel chiederci per quale motivo delle firme che erano evidentemente false non diventassero oggetto di un’indagine giudiziaria.

Inutile girare intorno all’argomento: l’imputato più noto in questa vicenda è il poliziotto Ovalletto che ancora oggi è in forza alla Questura di Caserta. Viene coinvolto in quanto promotore delle sottoscrizioni.

Ma Ovalletto ha detto a tante persone che lui in realtà in questa vicenda non c’entra proprio nulla e addirittura non avrebbe neppure firmato il documento di sottoscrizione delle firme e dunque ci sarebbe stato qualcuno che avrebbe utilizzato le sue generalità senza la sua autorizzazione.

Allora, ci chiediamo: per quale motivo in sede di chiusura delle indagini, quando a Ovalletto è stato notificato questo atto giudiziario ai sensi dell’articolo 415 bis del Codice di Procedura Penale, lui che al tempo era solamente indagato non ha chiesto, come era suo diritto, di essere ascoltato o di poter rilasciare delle dichiarazioni spontanee magari presentando nuovi mezzi di prova?

C’è stato risposto che questa mossa assolutamente obbligata non è stata realizzata in quanto sarebbe stata sconsigliata ad Ovalletto da colui che al tempo era il suo avvocato. Indovinate chi era questo avvocato? Naturalmente Gabriele Amodio.

Sia detto con franchezza e anche con rispetto e con bonomia. A noi Ovaletto appare veramente un fesso: non puoi farti difendere da Gabriele Amodio che è assessore e che è stato parte di un momento di raccolta delle firme, magari in maniera subordinata non apponendo le sue firme, ma che comunque era lì presente in quelle circostanze.

Magari Ovalletto avrebbe potuto anche chiarire l’eventuale ruolo svolto dall’avvocato penalista.

Ma è normale che se uno si fa difendere da una persona comunque presente su quello che potremmo definire il luogo del delitto, è difficile che questa persona in attesa che si chiariscano le cose possa consigliare di andare a rilasciare una dichiarazione ad un magistrato o alla polizia giudiziaria.

Questo dovevamo dire e questo abbiamo detto.

 

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