MARCIANISE. Velardi, i Rossano e la Nubifero si “sbarazzano” dell’ingegnere Fiorenzo De Cicco che aveva detto no a Tommaso Colella

8 Febbraio 2021 - 21:36

MARCIANISE (g.g.) – Fiorenzo De Cicco ha provato a rimanere a capo dell’Ufficio Tecnico del Comune di Marcianise. Pur provato dalla tutt’altro che agevole convivenza col sindaco Velardi, si è presentato al suo cospetto per il colloquio propedeutico alla scelta, ex art.110 del Tuel, di un responsabile dell’Utc, in carica per un tempo speculare a quello che definisce la vita amministrativa del primo cittadino pro tempore.

De Cicco non è stato ri-assunto dal Comune. Questo forse lo prevedeva anche lui, anche se ha voluto comunque tentare. Dicevamo dei momenti ad alta tensione vissuti con Velardi e anche con quello che, a questo punto, possiamo definire il suo “cerchio magico”: l’assessore ai Lavori Pubblici Tommaso Rossano, il fratello di questi Roberto Rossano e l’ingegnere Franca Nubifero, che a quanto pare con Roberto Rossano ha trovato un terreno di comuni visioni professionali e di umana amicizia.

Quando, a fine anno, Fiorenzo De Cicco, con supremo sprezzo del pericolo, ha attivato la procedura per l’attribuzione di tre incarichi lucrosissimi relativi a progetti di messa in sicurezza degli edifici scolastici cittadini di pertinenza comunale, avevamo ragionato sulla sconsideratezza di questo dirigente rispetto a tutta una serie di norme violate e che in questo modo avevamo bollato, non con un articolo di quattro righe, ma con quattro corposi lavori che hanno dato struttura ad un’inchiesta giornalistica densa di argomenti e, soprattutto, di documenti.

Ma non bastava, evidentemente, questa disponibilità, perché nella testa di Velardi e dei Rossano c’è un chiodo fisso che si chiama Mic Costruzioni Srl, cioè quella società che si era aggiudicata in Ati con un’altra, la gara d’appalto per la realizzazione del nuovo palazzetto dello sport, da erigere sulle ceneri dell’ex canapificio, e che aveva incrociato le argomentazioni, nel caso specifico solide e pienamente condivise dal viceprefetto vicario di questa provincia, Michele Lastella, nel periodo in cui questi era commissario prefettizio a Marcianise.

Quelle argomentazioni avevano determinato la revoca dell’esito dell’affidamento.

Tommaso Colella, cioè mister Mic Costruzioni, un ottimo imprenditore secondo i Rossano, si era rivolto al Tar e aveva ottenuto un verdetto positivo rispetto alle ragioni addotte da Fulvio Tartaglione. Ma questo non era sufficiente a indurre De Cicco a compiere un altro atto sconsiderato e, a nostro avviso penalmente rilevante: la ri-attribuzione della gara a Colella. Era del tutto evidente, e lo è ancora oggi, che l’atto di Fulvio Tartaglione è “endoprocedimentale”.

In poche parole, se Mic Costruzioni non riformula l’offerta tecnica in modo tale da rimuovere la insormontabile questione di merito di aver presentato la stessa, per una categoria 3, cioè per un capannone prefabbricato, con tanto di acquisto, già effettuati, dei moduli in quel di Bellona, in una edificazione vera a “gettata in opera”, questa aggiudicazione non è possibile farla.

De Cicco, a quel punto, ha pensato alla sua incolumità giudiziaria, perché sarebbe singolare che Colella, avendo vinto al Tar su un problema di procedura, potesse realizzare il nuovo palazzetto dello sport in maniera totalmente difforme dal progetto previsto nel bando.

Ciò in totale violazione del decreto legislativo 50/2016 meglio noto come Nuovo Codice degli Appalti.

Velardi e l’assessore Rossano, forzando la mano su De Cicco l’hanno considerato, così come da noi più volte scritto, un ingegnere usa e getta, carne da macello o anche, leninianamente, “un utile idiota”. Ma De Cicco, più volte avvertito, ha mantenuto il punto.

Ha contato, questo, nella sua defenestrazione? Secondo noi, assolutamente sì.