Mascherati o vestiti da donna rapinano uffici postali, sette finiscono dietro le sbarre

11 Luglio 2023 - 19:31

La banda ha colpito due volte in provincia di Caserta.

MONDRAGONE/CASTEL VOLTURNO La Polizia di Napoli, su delega del Procuratore partenopeo, ha eseguito stamattina un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip di Napoli nei confronti di 7 persone accusate di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di rapine con armi da fuoco a danno di banche e uffici postali tra le province di Napoli, Caserta e Salerno.

Le indagini sono state avviate in seguito ad una rapina ai danni dell’ufficio postale di Ercolano, nel febbraio 2022. L’analisi dei filmati di videosorveglianza, e le successive intercettazioni telefoniche ed ambientali hanno consentito di acquisire elementi a carico degli indagati. Il gruppo criminale aveva base operativa nel capoluogo campano e a suo carico sono stati contestati gli assalti agli uffici postali di Mondragone, Scafati, Castel Volturno, Napoli (via Gomez D’Ayala) e Marano, avvenute, rispettivamente, nei mesi di febbraio, aprile, novembre 2022 e febbraio 2023. Inoltre sono stati individuati gli autori di due rapine consumate a danno della Banca BPER di Volla, dove sono stati asportati più di 270.000 euro, e Intesa San Paolo di Napoli (via Nazionale delle Puglie), dove sono stati sottratti più di 140.000 euro, avvenute nei mesi di aprile ed agosto dello scorso anno.

I colpi sono stati preceduti da accurati sopralluoghi e l’esecuzione è avvenuta attraverso travisamenti originali, anche con l’utilizzo di abiti femminili. 

Per gli investigatori capo e promotore dell’organizzazione, che aveva base a Napoli, era Vincenzo Esposito, 59 anni, detto il Francese, che però all’epoca dei fatti era agli arresti domiciliari.

L’uomo è stato in passato già destinatario di fermo di indiziato di delitto emesso dalla Procura Distrettuale di Napoli ed eseguito nel mese di aprile del 2022 dalla Squadra Mobile di Napoli e dal Ros dei Carabinieri di Napoli, in quanto indiziato, insieme ad altri cinque persone, a vario titolo, del furto e della ricettazione del preziosissimo dipinto riproducente l’icona il Cristo Benedicente, meglio conosciuto come “Salvator Mundi”, attribuito alla Scuola di Leonardo Da Vinci, risalente al XVI secolo.