MAZZETTE A GO-GO nei comuni di VILLA LITERNO e LUSCIANO. Il pm chiede l’arresto in carcere per 23 persone. C’è anche Nicola Tamburrino che, con faccia di bronzo, non si dimette da sindaco

22 Gennaio 2020 - 11:59

VILLA LITERNO/LUSCIANO – L’impianto accusatorio che regge la richiesta di applicazione di misure cautelari gravi per 11 persone, distribuite tra amministratori comunali, tecnici ed imprenditori di Lusciano e Villa Literno, viene ritenuto dal pubblico ministero Paola Da Forno solidissimo, al punto da considerare inadeguate le misure effettivamente applicate dal gip Antonella Terzi. Ricordiamo che il 10 dicembre mattina furono arrestati il sindaco, incredibilmente ancora non dimissionario, di Villa Literno Nicola Tamburrino, l’architetto Giuseppe D’Ausilio, già dirigente dell’ufficio tecnico dello stesso comune, l’imprenditore, pure di Villa Literno, Salvatore Nicchiniello e Francesco Nicchiniello, anche lui imprenditore, padre del primo.

Per tutti gli altri non sono scattate misure cautelari, ma la semplice iscrizione nel registro degli indagati, che ha riguardato complessivamente 19 persone. Tra queste, anche il sindaco di Lusciano Nicola Esposito e l’assessore ai lavori pubblici dello stesso comune, Nicola Grimaldi. E ancora, l’ex dirigente della Stazione unica Appaltante di Caserta, il maddalonese Vincenzo Sposito.

Il tribunale del Riesame si è già pronunciato su alcuni ricorsi dei difensori dei 4 sottoposti ad arresti domiciliari. Tutti respinti totalmente o parzialmente, a dimostrazione della bontà dell’impianto accusatorio.

Ora, il pubblico ministero si rivolge a sua volta al Riesame che ha fissato per il prossimo 27 marzo, l’udienza per esaminare le 94 pagine del ricorso inoltrato da Paolo Da Forno. Si chiede, per tutti i 23 indagati, l’applicazione del titolo cautelare più duro, cioè quello del carcere.