MAZZETTE alla PROVINCIA. Intercettazioni e la FOTO della consegna della tangente. Ora Magliocca chiarisca

17 Gennaio 2022 - 09:50

Detto con franchezza, dopo aver letto già diverse pagine di intercettazioni che sono copiosissime nonostante il telefonino oggetto di inserimento di un trojan sia stato uno solo. Se Del Prete, Mattucci e lo stesso presidente della Provincia non hanno nulla da nascondere, devono rispondere alle nostre domande

 

CASERTA – (Gianluigi Guarino) Stiamo leggendo, una per una, le molte intercettazioni ambientali contenute nell’ordinanza firmata dal gip del tribunale di Benevento Loredana Camerlengo su richiesta della locale procura, e che incrocia pesantissimamente anche vicende riguardanti l’amministrazione provinciale di Caserta. Stiamo selezionando solamente qualche stralcio, visto e considerato che tanti minuti trascorrono a discutere molto spesso sullo stesso argomento.

Nel caso di oggi, Nicola Laudato, socio di fatto e amico di Michelantonio Panarese, sindaco di Buonalbergo e dipendente dell’amministrazione provinciale di Benevento, ha stipulato un accordo con Raffaele Pezzella, imprenditore di Casal di Principe, arrestato lo scorso 24 novembre proprio ad esito di questa ordinanza e legato a triplo filo, come i lettori di CasertaCe sanno da anni in base ai molti articoli da noi dedicati a questo argomento, all’ingegnere Antonino Del Prete, al tempo dirigente dell’ufficio tecnico, al tempo presidente della commissione aggiudicatrice della gara truccata..

L’accordo è quello di cui già abbiamo scritto: sui 394mila euro, importo ad appannaggio del Raggruppamento temporaneo di Professionisti sannita, formato dall’ingegnere

Carlo Camilleri, dal figlio Nicola, dall’architetto Antonello Scocca, dallo stesso Laudato, dal geologo Gaetano Ciccarelli e dall’ingegnere non indagato Specioso Petecca e frutto della gara d’appalto clamorosamente truccata dall’amministrazione provinciale di Caserta per la progettazione della strada “Monti del Matese”, il 20% avrebbe dovuto essere restituito in mazzette, in tangenti a chi quella gara l’aveva taroccata.

Garante dell’operazione, come già scritto nei giorni scorsi e sin dalla fine di novembre, quando scattarono gli arresti, Raffaele Pezzella. In queste intercettazioni di cui abbiamo estratto alcuni stralci, si discute a lungo, e anche animatamente, tra il gruppo di tecnici beneventani, perchè sia i Camilleri che Scocca espongono forti perplessità sul 10% cioè sulla metà della cifra pattuita e da corrispondere attraverso l’emissione di fatture da parte di società di comodo.

Hanno timore, anzi paura che quelle fatture, che quegli attestati di pagamento possano costituire una traccia in grado di smascherare il mega imbroglio, la corruzione e la turbativa della gara d’appalto. Importante è l’appuntamento avvenuto il 25 luglio 2019 all’interno di un’area di servizio Esso nel comune di Marcianise a ridosso del casello di Caserta Sud.

Scocca e Laudato partono in Mercedes da Benevento, raggiungono il luogo dell’appuntamento e lì, osservati da un appuntato dei carabinieri che lavora da detective a questa indagine, incontrano il nolano Giuseppe Della Pietra, l’uomo che si muove in nome e per conto di Raffaele Pezzella. Qui a Della Pietra viene consegnata una cartella contenente molto probabilmente i soldi in contanti. Allo stato delle cose, infatti, quelli del Rtp avevano convenuto di effettuare il pagamento della tangente relativamente al 10% dell’importo, da versare in contanti (le fatture riguardavano l’altro 10%), da loro già incassato dopo la consegna del progetto e la sua approvazione provvisoria.

Sono circa 20mila euro, cifra da noi già indicata più volte negli articoli pubblicati nelle ultime settimane, precisamente 19.800 euro. Il che fa pensare che la Provincia avesse già corrisposto al Rtp di Benevento poco meno di 200mila euro, precisamente 198.000. Ma il problema del 10% da recuperare con fatture resta, tanto è vero che in auto mentre si allontanano dall’area di servizio in cui hanno incontrato, parlato e consegnato la cartella di cui prima a Giuseppe Della Pietra, Laudato e Scocca ne parlano ancora, con il primo a esprimere un atto di fiducia (“Raffaele è un uomo di mondo, le può capire queste cose”), nei confronti di Pezzella, perchè questi si convinca della pericolosità del pagamento dell’altro 10% non in contanti della tangente, attraverso l’emissione di fatture, inviate a soggetti giuridici dentro o collegati al Raggruppamento temporaneo di Professionisti beneventano.

Laudato lo ribadisce e attribuisce a Pezzella un buon senso e un’intelligenza peraltro già riconosciutagli in una precedente conversazione dal navigatissimo ingegnere Carlo Camilleri, un vero e proprio mammasantissima dei lavori pubblici sanniti, campani ed anche extracampani, con relazioni storiche con una certa imprenditoria casertana, a partire da quelli che lo hanno relazionato a Nicola Ferraro, al tempo in cui questi era consigliere regionale dell’Udeur di Mastella e Carlo Camilleri, dell’attuale sindaco di Benevento era (ora non lo è più) consuocero.

Il gruppo si lambicca letteralmente il cervello, per provare ad evitare il rischio di fatture, ipotizzando anche di una sorta di piano B, pagando l’altro 10% sull’offerta migliorativa.

Al di là di quelle che saranno le evoluzioni giudiziarie della vicenda, CasertaCe, assumendosene la responsabilità e alla luce di tutto ciò che abbiamo letto fino ad oggi, badate bene, estratto da un solo telefonino intercettato, quello di Nicola Laudato, uno solo, ripetiamo, un solo telefonino (figuriamoci cosa sarebbe saltato fuori se gli inquirenti fossero riusciti anche ad inserire trojan in altri apparecchi magari in quelli dei ” signorini” dell’ufficio tecnico dell’amministrazione provinciale di Caserta), ripetiamo, alla luce di quello che abbiamo letto nelle ancora poche pagine dell’ordinanza studiate e analizzate, ci dichiariamo convinti che all’amministrazione provinciale di Caserta, dentro al gruppo di tecnici che ha avuto attinenza con questa gara c’è colui o più probabilmente ci sono coloro che hanno intascato le mazzette.

Ora, per carità. L’ingegnere resta ufficialmente, in termini di diritto un mister X. Ma lì l’ingegnere era Antonino Del Prete, dirigente dell’ufficio tecnico e presidente della commissione aggiudicatrice di quella gara. Del Prete operava parlando direttamente col suo amico di sempre Raffaele Pezzella, perchè la loro amicizia appartiene alle cognizioni storiche, alle ricerche giornalistiche documentate e mai smentite di CasertaCe; ripetiamo forte e chiaro: questa è storia, non sono chiacchiere. Delle comunicazioni tecniche, direttamente da collegare ai professionisti beneventani si occupava invece il geometra Mattucci, rup della gara nochè braccio destro e anche sinistro di Del Prete.

Poi, per carità, tutto può essere ma gli elementi che, magari, non sono risultati chiarissimi agli occhi degli inquirenti di Benevento, ovviamente e comprensibilmente concentrati sulle persone che operavano in quella città, risultano tali ai nostri occhi, agli occhi di chi racconta da anni e anni il malaffare di questa provincia e le tante gare d’appalto che l’amministrazione Magliocca ha aggiudicato a Raffaele Pezzella o a imprese satelliti, sin dai tempi in cui l’ufficio tecnico era governato dall’ingegnere Sandrino Diana, di Casal di Principe, dunque concittadino di Pezzella, pure lui, Diana, arrestato insieme a Pezzella, in un’altra indagine, nella circostanza attivata dalla Dda di Napoli e che  non riuscì, almeno per quanto riguarda le fasi cautelari, a tenere reclusi ai domiciliari gli indagati che furono liberati dal tribunale del Riesame, al contrario di quello che è successo oggi, visto che stavolta il Riesame ha rigettato la richiesta degli avvocati difensori di Pezzella, rimasto quindi ai domiciliari.

La questione, adesso, va affrontata anche da un punto di vista politico. Perchè poi se l’autorità inquirente vorrà dare un’occhiata a quello che è successo negli ultimi 4 o 5 anni, negli uffici dell’amministrazione provinciale, può sempre farlo. Tutto sommato, pur appassionati della materia investigativa, facciamo dopo tutto, un altro mestiere. Ed è da questa posizione che riteniamo legittimo, anzi doveroso porre delle domande di tipo politico.

Ad esempio, vorremmo conoscere, il pensiero dell’appena confermato presidente Giorgio Magliocca, il quale, ricordiamo a qualche lettore che si è perso uno dei nostri articoli più significativi delle scorse settimane (CLIKKA E LEGGI), ha assunto e si avvia a stabilizzare al comune di Pignataro Maggiore la figlia dell’ingegnere Antonino Del Prete, a dimostrazione di un rapporto strettissimo instaurato con lui e che è continuato almeno fino a dicembre, nel momento in cui a Del Prete, appena andato in pensione, Magliocca ha consentito di inventarsi letteralmente una commissione per il monitoraggio e la gestione dei ponti della provincia. Una commissione che Del Prete presiede.

Dall’ordinanza che stiamo leggendo, risultano degli stralci in cui il gruppo di professionisti beneventani affronta il tema dei lavori relativi proprio ad alcuni ponti, partendo a quello famoso di Alvignano, chiuso per un lungo periodo. Camilleri, Scocca, Laudato e compagnia ne dibattono perchè gli interventi strutturali da realizzare con il finanziamento da 8 milioni di euro della strada provinciale, rappresentano una parte sostanziosa e cruciale dell’intervento.

Allora, chiediamo a Magliocca: ma oggi, presidente, oggi 15 gennaio 2022, l’ingegnere Antonino Del Prete presiede ancora questa sedicente commissione dei ponti che lei improvvidamente ha autorizzato, nonostante il fatto che CasertaCe in più occasioni, negli ultimi anni, l’aveva messa in guardia sul rapporto tra i Del Prete e il Pezzella? E allora, dobbiamo ritenere a questo punto che a lei, presidente Magliocca, questo rapporto non abbia mai dato fastidio anzi l’abbia considerato utile alla causa dell’amministrazione provinciale che guidava e guida e conseguentemente, presidente Magliocca, anche alla sua causa politica.

 

QUI SOTTO GLI STRALCI DELL’ORDINANZA