Michele Barone in aula: “Le mie accusatrici? Erano tutte innamorate di me e le ho respinte”

26 Novembre 2019 - 20:00

CASAPESENNA – Oggi in aula è toccato a Michele Barone, ex sacerdote di Casapesenna, raccontare la sua versione dei fatti a proposito delle accuse di lesioni nei confronti di una ragazzina di 15 anni di Maddaloni durante riti esorcistici e di violenza sessuale nei confronti di altre due fedeli.

A proposito delle sue accusatrici, ha detto: “Erano tutte innamorate di me, io le ho respinte e per questo si erano risentite. Non ho avuto relazioni con nessuno“. Circostanze contestate dai pubblici ministeri che hanno ripreso messaggini intimi e conversazioni dalle quali emergerebbe come le ragazze “in cura” presso don Michele fossero in realtà segregate.

L’ex sacerdote ha spiegato che le preghiere lette in latino durante i riti ai quali veniva sottoposta la giovane di Maddaloni, erano quelle di Leone XIII: le pratiche esorcistiche don Michele le svolgeva, secondo la sua tesi, seguendo i riti di Padre Amort che “se fosse vivo avrei chiamato a testimoniare“. A proposito degli sputi nell’acqua data a bere alla giovane ha detto: “Soffiavo soltanto. Si chiama insufflazione ed è una pratica liturgica”.

Per Barone i pm e i poliziotti che lo hanno arrestato erano contro di lui. Tutto quanto accaduto apparteneva, secondo il suo racconto, ad una premozione soprannaturale (con una filastrocca con giochi di parole sui pubblici ministeri), nella quale “da

un grande tronco” si sarebbe trovato “in un vicolo stretto” dove gli avrebbero messo “un panno in faccia con un milite che ti ostacolerà“.