MONDRAGONE – E’ una conversazione lunga, concitata quella tra padre e figlio. Augusto La Torre e suo figlio Tiberio discutono al telefono, con il primo in collegamento dal carcere di Pescara nel quale è rinchiuso, delle lettere che il boss stava inviando a Mondragone. Siamo nel 2015. La Torre junior dice al genitore di smetterla di scrivere missive perchè questo comportamento gli sta creando dei problemi e potrebbe portarlo ad una nuova condanna.
Augusto La Torre sostiene, dal canto suo, di aver scritto solo a 3 persone: ad un loro cugino di nome Pietro, al commerciante Felice Ciccarelli e a un tal ‘Cicciotto’,
Nel mentre le lettere di Augusto giungevano a destinazione, però, i rapporti sul territorio con i congiunti del boss, cambiavano: è, ad esempio, proprio il Ciccarelli a prendere le distanze dalla famiglia La Torre, ma Augusto non lo sa ed è il figlio Tiberio a spiegarglielo: ‘On
Il giudice, in questo stralcio di ordinanza che pubblichiamo e a cui vi rimandiamo per scoprire i dettagli dell’intera vicenda, non crede alle dichiarazioni rese da ‘On Felice‘. Quella lettera, che non è stata mai materialmente ritrovata, per il magistrato esiste ed aveva un preciso contenuto: La Torre senior chiedeva al destinatario la somma di 25 mila euro ma non è stato possibile stabilire se avesse carattere minatorio.
Infine il giudice sostiene, e non è una novità, che La Torre senior non abbia mai veramente chiuso i rapporti con la malavita organizzata perchè, nella stessa conversazione registrata dal carcere, dice di non aver mai voluto denunciare i condomini del villaggio Europa: ‘Se li denunciavo – conclude – li buttavo in mezzo ad una via.‘ Prova inconfutabile, per il magistrato, del fatto che La Torre, abbia continuato a voler salvare alcune persone.
I particolari della vicenda li leggete qui sotto.
QUI SOTTO IL TESTO INTEGRALE DELLO STRALCIO DELL’ORDINANZA