MONDRAGONE. La denuncia shock di una madre: “Il Comune ha negato a mio figlio disabile l’uso del pulmino che lo accompagna a scuola”

27 Gennaio 2020 - 17:53

MONDRAGONE (Maria Assunta Cavallo) – Matteo (per rispetto della sua privacy lo chiameremo cosi) ha quindici anni, frequenta il primo anno di un istituto superiore di Mondragone e soffre di disturbi comportamentali. Per questo motivo usufruisce delle agevolazioni previste dalle legge 104 comma 3.  Doversi recare da solo a scuola per lui rappresentava un problema, ed è per questo che necessita del trasporto scolastico gratuito, che ricordiamo essere un diritto per le persone diversamente abili specie quando bisogna assicurare la frequenza scolastica. Un diritto, questo, fino ad ora negato, ad avviso di sua madre Rosa G., che da inizio anno scolastico non fa che chiedere spiegazioni a chi gestisce la pratica di Matteo, incassando risposte poco esaustive e che secondo la donna, si scontrerebbero con ogni forma di senso civico, morale ed istituzionale: “Solo questa mattina – afferma Rosa –  venivo a conoscenza che il servizio di trasporto scolastico per mio figlio era stato interrotto in quanto i servizi sociali hanno parlato di prova non superata. Dopo tre mesi e mezzo dall’inizio dell’anno scolastico, la settimana scorsa è arrivato il pulmino sotto casa. Un servizio però attivato per soli tre giorni, giusto il tempo di verificare se mio figlio riusciva a superare una prova che consisteva nella verifica di compatibilità del suo comportamento con gli altri studenti. Ma Matteo non è mai salito sul bus poiché era a letto con l’influenza”.

Poi, la rivelazione che, se dovesse trovar conferma creerebbe sicuramente un caso, rispetto al quale il Comune di Mondragone non potrebbe tirarsi indietro dal dare una risposta precisa.

Un servizio nuovamente sospeso perché Matteo non ha superato la prova? Un ragazzo sottoposto ad una specie di selezione per vedersi concesso un diritto?

Perdonatemi ma si fa davvero fatica a parlare in questi termini, e se davvero quanto raccontato da Rosa corrispondesse alla verità ci aspettiamo delle risposte esaustive da chi di dovere.

Ma il racconto di Rosa prosegue: “Come è possibile – continua Rosa –  assegnare, con un inaccettabile metodo discrezionale, un servizio ad un ragazzo disabile che ne ha tutti i diritti? Nella stessa mattinata di oggi mi sono recata presso i servizi sociali e cosa alquanto strana, dopo aver manifestato le mie rimostranze ad un’addetta,  forse il servizio verrà riattivato. Ciò che è accaduto alla sottoscritta e al proprio figlio è un esempio grave di come vengono calpestati i diritti di un ragazzo disabile“.

E come dare torto a questa mamma vittima di un sistema che fa acqua da tutte le parti specie quando alcune decisioni sono affidate all’arbitrio. Di certo è immorale, illegittimo ed aberrante negare ai diversamente abili dei diritti sacrosanti. Rimaniamo a disposizione dei servizi sociali qualora volessero (cosa che auspichiamo) fare luce sull’accaduto e chiarire la propria posizione in merito alla vicenda.