MOZZARELLA DI BUFALA (?) CARNE E PASTA. La spesa dei casertani tra caseifici illegali, bistecche scadute e pasta adulterata

15 Settembre 2023 - 14:06

Intanto stanotte un noto caseificio di Vitulazio, chiuso lo scorso 2 settembre, pare abbia svolto una significativa attività di sversamento nelle campagne circostanti al suo centro di produzione, di cospicue quantità di siero

CASERTA – Il recente sequestro di 80 quintali di latte pronti ad essere utilizzati per la produzione di mozzarella di bufala, o presunta tale, da parte di un caseificio socio del Consorzio di Tutela Mozzarella di Bufala Campana DOP non può non trovare un ulteriore momento di trattazione da parte di questo giornale.

Diciamocela tutta e cominciamo a dire che i caseifici la cui sede produttiva insiste nel territorio del comune di Vitulazio sono due. Non faremo i nomi in questo articolo ma potete andare a consultare tranquillamente l’elenco del sito del Consorzio.

Non avremmo avuto difficoltà a pubblicare questo nome ma siccome sono due stiamo adoperando ulteriori accertamenti e ulteriori verifiche.

Detto ciò, veniamo al motivo per cui CasertaCe non può lasciare fine a se stessa la comunicazione della notizia fatta uscire nei giorni scorsi dagli uffici dell’Asl di Caserta: chi ci legge, infatti, almeno da qualche anno conosce fin troppo bene il nostro durissimo lavoro di documentazione, di studio di analisi, alla fine del quale, insieme ad altre più seguite trasmissioni nazionali, come quelle condotte a suo tempo, su rai 3, da Michele Santoro e insieme ad autorevolissimi ispettori nominati al tempo dell’ultimo governo Berlusconi dall’allora ministro per le risorse agricole Luca Zaia, abbiamo potuto affermare, senza tema di smentita che nel Consorzio di di

Tutela Mozzarella di Bufala Campana DOP tutto si faceva fuorché la tutela. Perché il latte, magari era buono, ma non era fresco, perché molto del latte arrivava in importazione soprattutto dalla Romania, perché spezzo il latte era spezzato, cioè in parte di bufala e in parte di mucca, e sicuramente non rispettava il disciplinare (latte fresco e proveniente per di più da stalle non lontane) obbligatorio per poter produrre mozzarella di bufala DOP e soprattutto per poterla vendere ad un prezzo nettamente inferiore a quello praticato per la mozzarella di bufala non DOP.

Trattavasi di una clamorosa e vergognosa frode commerciale. Poi, a un certo punto ci siamo pure scocciati di scriverlo e al grido di fate un po’ come vi pare” tanto questa è una provincia maledetta e assolutamente impermeabile all’applicazione di ogni legge e di ogni norma, abbiamo cominciato ad occuparci di altro, ad esempio della macellazione delle bufale senza che questa avvenisse come imponevano le norme europee con la titolazione di un contraddittorio tra i titolari delle stalle e quelli dei responsabili del servizio veterinario dell’Asl. Anche in questo caso bellissimi sforzi, ma lo sceriffo Vincenzo De Luca ha detto che siccome in Campani comanda lui, si fa come dice lui affermando in pratica che noi siamo sotto dittatura

Ora però leggendo quello notizie uscite da un ufficio dell’Asl e da noi riportate in un articolo pubblicato il 2 settembre scorso ci siamo accorti che tra le contestazioni effettuate nei confronti di questo caseificio di Vitulazio nato nel 1978, che, stanotte, pare abbia svolto una significativa attività di sversamento nelle campagne circostanti al suo centro di produzione, di cospicue quantità di siero, oltre alle gravi carenze igienico sanitarie, c’è anche quella di produrre mozzarella anche con latte di mucca. ora è chiaro che bisognerà attendere l’esito dell’indagine che sicuramente la Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere ha iniziato a seguito del blitz che ha sospeso le attività di questo caseificio, ma è anche vero che CasertaCe non può essere stupita da questa informazione. Il presidente presidente del Consorzio di Tutela Mozzarella di Bufala Campana DOP, Domenico Raimondo, invece di presentare querele intimidatorie contro questo giornale, che senza alcun doppio fine, cerca solo di tutelare i diritti dei cittadini e in questo caso dei consumatori spieghi bene come funzionano le cose nel suo consorzio e magari lo spieghi bene anche al governo, che non è una cosa utile solo per le passerelle, per le visite di rappresentanza tra gli sceicchi e i ricconi di Dubai.

NON SOLO LA MOZZARELLA, MA ANCHE LA CARNE E LA PASTA

Ma il discorso della qualità dei prodotti alimentari in provincia di Caserta è stato attraversato, ultimamente anche da altri casi inquietanti. Il caso del notissimo ristorante di San Potito in cui sempre l’Asl, e riteniamo i carabinieri hanno rinvenuto oltre 100 kg di prodotti privi della tracciabilità obbligatoria. Nel dettaglio carne scaduta e pasta inutilizzabile, rappresenta un campanello di allarme. Questo ristorante è stato visitato perché probabilmente oggetto di qualche segnalazione. Ma quanti i sono i ristorante, gli agriturismi, le pizzerie che usano prodotti apparentemente commestibili ma che per il loro grado di conservazione, anche a lungo termini, provocare danni alla salute umana?

inutile dire che si tratta di un argomento che ci interessa e che ci interesserà per cui siamo sempre al lavoro per costruire fonti affidabili che ci possano aiutare a portare alla luce, a informare l’opinione pubblica su queste vicenda.