Nicola Schiavone, il mezzo milione di euro di Mimmo Pagano, una dichiarazione “rivoluzionaria”

5 Aprile 2019 - 18:34

CASAL DI PRINCIPE – Investiti dall’uragano, dal profluvio di dichiarazioni di Nicola Schiavone che ha aperto almeno una cinquantina di fronti nel suo racconto da collaboratore di giustizia, facciamo ancora fatica a riordinare le idee e a ragionare, relazionando quello che Schiavone dichiara con quello che è noto alla nostra memoria, quella di giornalisti che ne hanno viste, ma soprattutto ne hanno lette (decine e decine di pagine di ordinanze) di tutti i colori, non trascurando nemmeno quei fatti, apparentemente irrilevanti, che queste ordinanze hanno contenuto.

Tra le molte cose che Schiavone ha detto, ci siamo soffermati a riflettere su una dichiarazione contenuta, a quanto ci risulta, negli atti integrativi, depositati dai pubblici ministeri della dda Alessandro D’Alessio e Maurizio Giordano, in sede di udienza del tribunale del Riesame, quando questo è stato chiamato a pronunciarsi sul ricorso presentato dagli avvocati dell’ex sindaco di Capua, Carmine Antropoli.

Schiavone dice di aver dato, circa 500 mila euro all’imprenditore edile Domenico Pagano, fratello dell’ex sindaco di Trentola Nicola Pagano.

Questa, di per se, rappresenta una novità che ne aggiorna la valutazione, così come questa è emersa da ordinanze fondamentali, quali Jambo e Medea, che hanno sempre collocato Domenico Pagano, uno che ha costruito anche a Caserta capoluogo, nell’area degli imprenditori vicinissimi a Michele Zagaria,

come ha raccontato, confermando pienamente questa circostanza, Luigi Cassandra, ex assessore di Trentola, a sua volta pentito e, a sua volta, intimissimo dell’ex primula rossa di Casapesenna.

CasertaCe ha sempre fatto una monnezza Domenico Pagano. Anzi ci siamo chiesti molto spesso e, forse, lo abbiamo anche capito a questo punto, per quale motivo, pur essendo tra i più citati in queste ordinanze fondamentali, non abbia ricevuto un avviso di garanzia o quantomeno il suo nome non è mai comparso tra gli indagati nelle inchieste appena citate.

Per cui, noi di tutto possiamo essere tacciati, anche in considerazione delle querele che ci siamo presi da soci reali ma anche da chi avevamo messo in mezzo, prendendo sostanzialmente una cantonata, fuorchè di essere dei supporter di questo mega imprenditore trentolese.

Può darsi anche che ragionasse con Nicola Schiavone. E questo, ripetiamo, cambierebbe lo schema. Un investimento immobiliare di 50 mila euro, e Domenico Pagano ne ha fatto diversi, fuori dal meccanismo di controllo di Michele Zagaria, sembra un pò strano. A meno che, ma ciò non risulta da nessun documento giudiziario e da nessuna propalazione dei pentiti del cerchio magico di Zagaria, quest’ultimo non gli avesse dato autorizzazione per fare una cosa del genere.