Nicola Schiavone: “Usai Capoluongo per le informazioni utili ad ammazzare Michele Zagaria”

30 Ottobre 2018 - 10:47

TRENTOLA DUCENTA(red.cro.) Si è cominciato con l’udienza preliminare, relativa al procedimento The Queen, si sta continuando e si continuerà con molti altri processi di camorra. Ieri, ad accogliere alcuni stralci degli interrogatori del collaboratore di giustizia Nicola Schiavone, figlio del fondatore e capo del clan dei casalesi Francesco Schiavone Sandokan, sono stati i fascicoli del processo Jambo, nella sua parte del rito ordinario, in corso di celebrazione davanti ai giudici del tribunale di Santa Maria Capua Vetere.

In questi verbali sono presenti le risposte, che Schiavone ha dato alle domande dei magistrati inquirenti della Dda, che gli hanno chiesto conto di quello che lui ha saputo e sa sui presunti rapporti tra il boss Michele Zagaria, l’ex sindaco di Trentola Michele Griffo, il titolare formale del Jambo Alessandro Falco, i fratelli imprenditori Maurizio e Giacomo Capoluongo.

Una relazione di amicizia che avrebbe determinato, in qualche modo, la cattura di Vincenzo Zagaria

e dello stesso Dario De Simone. Fatti essenziali, che consegnarono a capastorta il controllo assoluto, da capo incontrastato della piazza di Trentola Ducenta.

Sempre secondo i racconti di Nicola Schiavone, nonostante questi rapporti fraterni tra Zagaria e Capoluongo il boss avrebbe lo stesso chiesto all’imprenditore di versare 10 mila euro per la gestione del toto nero che Capoluongo gestiva ad Aversa.

Schiavone ripete quello che hanno già raccontato altri pentiti sullo screzio che rovinò i rapporti tra Michele Zagaria e Capoluongo: la famosa apertura della farmacia in quel di Trentola, della moglie di Capoluongo, poi abortita.

Da qui in poi, in quella che era una sorta di guerra latente, non guerreggiata, tra Zagaria e Nicola Schiavone, Capoluongo decise di schierarsi con quest’ultimo. Attenzione, però, non è che Capoluongo e la famiglia Schiavone fossero degli estranei, visto che l’imprenditore di camorra aveva battezzato Walter, fratello Schiavone di Nicola Schiavone, uno dei 5 figli maschi di Francesco Schiavone Sandokan.

Come si sa, Nicola Schiavone pensava in grande, forse troppo in grande e aveva deciso di uccidere o far uccidere Michele Zagaria, in quello che doveva essere una sorta di omicidio del ventunesimo secolo, con la stessa valenza criminale, in quel caso di omicidio del ventesimo, di quello che nell’88 aveva tolto di mezzo Antonio Bardellino.

Per questo ambizioso piano Nicola Schiavone racconta di aver chiesto anche l’aiuto di Capoluongo, il quale era il custode privilegiato della conoscenza sulle abitudini del boss di Casapesenna, di cui cominciò ad informare Nicola Schiavone.

Per la cronaca, Giacomo Capoluongo, in questo momento si trova a piede libero.