Non vuole pagare il pizzo ai Bidognetti, imprenditore gambizzato. Ma chi ha sparato non è stato ancora identificato

26 Novembre 2022 - 19:43

L’episodio è descritto nel capo 24 dell’ordinanza, eseguita martedì scorso. Ma non c’è la formulazione di un capo di imputazione provvisorio per tentato omicidio o per lesioni gravissime. Diverso è il discorso per ciò che riguarda l’estorsione aggravata, compiuta nei confronti di questo imprenditore del settore dei pellami e per la quale sono indagati Nicola Garofalo detto Badoglio e Angelo Zaccariello, entrambi arrestati

AVERSA – Un imprenditore che rifiutò di pagare il pizzo al clan dei Casalesi fu gambizzato. Leggendo l’elenco dei capi di imputazione provvisori dell’ordinanza dei 41 arresti (CLIKKA E LEGGI), non si trova, però, nessuna contestazione per i reati di tentato omicidio o di lesioni gravissime. Il fatto stato raccontato all’interno del capo numero 24 che riguarda i due indagati, entrambi arrestati Nicola Garofalo, alias Lino Badoglio e Angelo Zaccariello peraltro imparentato con Francesco Zaccariello, l’ex assessore provinciale ai lavori pubblici in quota Forza Italia della giunta capitanata da Domenico Zinzi.

Per cui costituirebbe un grave errore affermare che a compiere la gambizzazione ai danni dell’imprenditore del settore dei pellami Aureliano Manno, di Aversa, sia stato Garofalo da solo o insieme a Zaccariello. Perchè ad entrambi viene contestato il reato di estorsione aggravata con ulteriore aggravante di aver favorito gli interessi del clan dei casalesi, ai sensi dell’articolo 416 bis, già articolo 7 della legge 203 del 91.

Nella seconda parte del capo 24 così scrive il giudice: “L’estorsione non ebbe luogo in quanto la vittima si rifiutò di pagare. rifiuto a cui faceva seguito il ferimento, mediante esplosione di due colpi di arma da fuoco alla gamba sinistra della vittima da parte di persone non ancora identificate”.

Ecco perchè non c’è la formulazione di un’accusa per tentato omicidio o lesioni gravissime. Se, infatti, a carico di Nicola Garofalo Badoglio e di Angelo Zaccariello esistono secondo i pm della Dda e secondo il gip del tribunale di Napoli Isabella Iaselli, gravi indizi di colpevolezza per il reato di estorsione aggravata con annesso 416 bis comma 1, gli stessi pm affermano che l’imprenditore fu gambizzato “da persone non ancora identificate”.

Probabilmente, dunque, nemmeno la vittima riuscì a distinguerne il volto o magari ha avuto qualche difficoltà emotiva nel formulare le loro generalità agli inquirenti. Magari questo nel prosieguo dell’ordinanza, quando andremo ad esaminare più dettagliatamente il capo 24, saremo in grado di stabilirlo in maniera più precisa.

L’agguato avvenne il 15 aprile 2021. La vittima si recò in fabbrica per prelevare dei campioni di pelle da mostrare ad una ditta di calzature con sede nella zona industriale di Carinaro. Non appena giunse lì al calzaturificio, uscì dall’auto e venne colpito con due colpi di pistola alla gamba sinistra da un uomo che indossava mascherina e cappellino che dopo l’agguato si allontanò a bordo di una Fiat 500 bianca con targa straniera. Solo tre mesi dopo ebbe il coraggio di denunciare l’accaduto, raccontando tutto agli inquirenti.

QUI SOTTO LO STRALCIO DELL’ORDINANZA