NUOVO STADIO DI CASERTA. Il progetto costerà 51 milioni di euro, la Casertana (e soci) ne vuole recuperare 32 tramite i “project bond”

29 Aprile 2022 - 16:48

Se il comune guidato dal sindaco Marino ha fatto la sua parte, riuscendo finalmente dopo mesi a pubblicare il bando di gara per la ricostruzione e la gestione novantennale del nuovo Pinto, è interessante vedere come una società della quarta serie del calcio italiano, con il supporto di due consorzi immobiliari frusinati, vuole recuperare una somma importante, necessaria a portare a termine l’operazione stadio. C’è chi ha dei ragionevoli dubbi sulla forza economica del presidente D’Agostino rispetto ad un tale onere, ma in realtà buona parte della cifra per la costruzione del nuovo stadio dovrebbe crearsi grazie ad investitori terzi, secondo il Piano economico finanziario presentato dalla Casertana e dai Consorzi Aurora e Santa Rita

CASERTA (l.v.r.) – Il progetto per la ricostruzione e la gestione dello stadio Alberto Pinto è diventato inevitabilmente uno degli argomenti più importanti in quest’ultimo periodo. Ce ne siamo occupati su questo giornale ed è un elemento di discussione sia all’interno del dibattito politico del capoluogo, sia come argomento di trattazione presente nei discorsi dei cittadini.

Come descritto nell’articolo di qualche giorno fa (LEGGI QUI)

, l’amministrazione guidata dal sindaco Carlo Marino ha pubblicato – con tempi lunghissimi – il bando di gara con il quale tutte le società interessate possono provare a partecipare. Ai privati toccherà il costo dell’investimento, circa 50 milioni di euro, relativamente al rifacimento completo dello stadio.

Ricordiamo, però, che questo progetto nasce da una proposta di finanza presentata dalla Casertana, assieme a due consorzi immobiliari di Frosinone, Santa Rita ed Aurora, che già hanno lavorato alla costruzione del nuovo stadio del capoluogo ciociara. Avendo presentato il project financing, questo raggruppamento di imprese ha un diritto di prelazione relativamente alla gara.

Infatti, nel caso in cui dovesse arrivare un’offerta migliore rispetto a quella presentata da Casertana e dei suoi soci, il gruppo guidato dal presidente D’Agostino può proporre di pareggiare l’offerta, ricevendo così la commessa per la ristrutturazione e la gestione novantennale del nuovo Pinto.

Diverse persone si sono chieste se una società, la quale ha avuto dei problemi finanziari e ha dovuto abbandonare (speriamo momentaneo) il calcio professionistico per la mancata presentazione di una fidejussione bancaria di 300 mila euro, riesca a presentare un progetto di spesa dal valore di 51 milioni di euro, seppur assieme a due soggetti che supporteranno l’operazione stadio.

La risposta è da ritrovare nel Piano economico finanziario per la riqualificazione dello stadio di Caserta, presentato dalla stessa Casertana assieme ai due consorzi Aurora e Santa Rita.

Il documento che pubblichiamo in calce si può notare che la struttura finanziaria viene specificata in questo modo: se il fabbisogno per le opere edili è stato stimato in 46 milioni di euro, il 70%, circa 32 milioni di euro, di questa cifra verrà recuperata attraverso lo strumento del project bond. Si tratta di un’obbligazione di scopo, legata ad un intervento di pubblica utilità utilizzata spesso nell’ambito di operazioni di project financing, come quello presentato dai falchetti. Quindi, la Casertana e le due società frusinati puntano a recepire oltre due terzi della capitale per la costruzione del nuovo stadio attraverso delle obbligazioni, proposte ad altri investitori privati. Un’idea sicuramente ambiziosa quella di D’Agostino e co., che dovranno trovare quindi dei soggetti disposti a credere nell’operazione stadio, che sarà venduta sul mercato, verosimilmente, grazie agli introiti legati al fitto dei locali commerciali e degli uffici entranei al nuovo Pinto.

L’obiettivo dei project bond è chiaramente quello di finanziare i grandi progetti infrastrutturali e noi non abbiamo ancora quelle conoscenze tecniche per poter giudicare approfonditamente la decisione di puntare su questa tipologia di finanziamento rispetto ad altre. E allora ci affidiamo a siti specializzati nella materia, sicuramente complessa, per provare a capirne di più e ad aiutare anche i lettori a farsi un’idea più chiara del movimento di denaro dietro alla costruzione del nuovo stadio di Caserta, che prevedrà una gestione quasi centenaria a favore della ditta vincitrice della gara d’appalto bandita dal comune di Caserta.

Come elemento favorevole relativamente all’utilizzo dei project bond viene segnalato, ad esempio, il fatto che l’emissione di questi titoli (la Casertana e i consorzi ricevono questo denaro, in cambio del diritto, del titolo dell’investitore ad essere ripagato) con scadenza non certo breve consente un allungamento della durata media delle passività, delle perdite che sono naturali in un’operazione simile. Una circostanza che contribuisce a riequilibrare la struttura finanziaria, essendo un debito da ripagare nel lungo periodo. Una criticità segnalata, invece, è che queste obbligazioni di scopo, rispetto al “semplice” prestito bancario, prevedono dei tempi ben più lunghi per recuperare le somme necessarie – in questo caso 32 milioni di euro – per finanziare il progetto, lo scopo di questa obbligazione.

Come detto, il piano economico per la costruzione del nuovo stadio di Caserta prevede questo project bond per finanziare l’opera della durata di 15 anni, che saranno poi restituite ai risparmiatori che decideranno di investire nel progetto Pinto con un tasso di interesse del 6,75%.

 

LEGGI IL PIANO ECONOMICO FINANZIARIO