OMICIDIO ALLA MASSERIA ADINOLFI. Il racconto della lite e della morte del 17enne. Parlano la figlia del proprietario e il sospettato

16 Giugno 2025 - 18:50

CAPUA – Una serata di festa si è trasformata in tragedia a Sant’Angelo in Formis, frazione di Capua. Alagie Sabally, un giovane di 17 anni originario del Gambia, è morto in seguito a un violento alterco avvenuto all’interno della cucina della Masseria Adinolfi, nota struttura per ricevimenti della zona. L’episodio si è verificato nel pomeriggio di ieri, mentre nella struttura erano in corso cerimonie, notizia data in esclusiva da CasertaCe. Secondo una prima ricostruzione, il ragazzo sarebbe stato colpito al petto con un’arma da taglio al culmine di una lite con un altro lavoratore, un cittadino bengalese, anche lui impiegato nella cucina della masseria. Le circostanze che hanno dato origine al diverbio non sono ancora del tutto chiare: si ipotizza un rimprovero o una discussione degenerata rapidamente.

Il presunto aggressore, anch’egli giovanissimo, è stato fermato dai carabinieri della Compagnia di Capua e condotto in caserma. Ai magistrati avrebbe riferito di aver avuto uno scontro con la vittima, ma di non ricordare nulla dopo essere svenuto. La Procura di Santa Maria Capua Vetere, con i sostituti Mariangela Condello e Gionata Fiore, coordinati dal procuratore Pierpaolo Bruni, ha aperto un fascicolo per omicidio volontario. L’ipotesi di reato è sostenuta anche dalle dichiarazioni di alcuni testimoni, tra cui la proprietaria della struttura, che avrebbe visto l’uomo impugnare un’arma simile a delle forbici, senza tuttavia assistere materialmente all’aggressione.

Nel tentativo di separare i due giovani, altre persone sono rimaste ferite. Un ragazzo di 20 anni, H.P., è stato ricoverato in condizioni critiche all’ospedale “Sant’Anna e San Sebastiano” di Caserta con un trauma toracico. Ferita in modo più lieve anche E. Adinolfi, 30 anni, figlia del titolare della struttura, che ha riportato una lesione al braccio mentre cercava di intervenire. È stata medicata all’ospedale “San Rocco” di Sessa Aurunca. Gli investigatori mantengono il massimo riserbo sulle indagini. La scena del crimine si presentava confusa e poco nitida: l’arma, presumibilmente una forbice o un coltello da cucina, è stata ritrovata ma priva di impronte utili. Saranno fondamentali gli esami tecnico-scientifici e le testimonianze per chiarire i contorni della vicenda.

Sotto osservazione anche la posizione lavorativa della vittima e del presunto aggressore. Alagie Sabally risultava inserito in una comunità di accoglienza a Sant’Andrea dei Lagni e, secondo quanto emerso, lavorava da pochi giorni nella masseria con un impiego saltuario. Sono in corso verifiche per accertare eventuali rapporti contrattuali o forme di impiego irregolare.