Omicidio di Avellino: Aldo ucciso dalla figlia e dal fidanzato. Il Gip convalida l’arresto

26 Aprile 2021 - 18:17

REGIONALE –  Non si sono incrociati neppure per un istante. Arrivati con due mezzi diversi, scortati dagli agenti della polizia penitenziaria, dal carcere di Avellino al tribunale, Elena Gioia, 18 anni, e Giovanni Limata, 23 anni, sono separati da sabato notte, quando sono stati arrestati in momenti diversi dagli agenti della Squadra mobile irpina, subito dopo il delitto di Aldo Gioia, padre della 18enne. I loro legali, dopo l’udienza dinanzi al gip Paolo Cassano che ha convalidato il fermo per omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, ricorreranno al tribunale del Riesame per ottenere la scarcerazione o in subordine gli arresti domiciliari. Elena Gioia, in questo caso potrebbe tornare nell’appartamento al quinto piano di corso Vittorio Emanuele dove suo padre è stato accoltellato dal fidanzato. La madre, Liana Ferrajolo, e la sorella Emilia hanno deciso di starle vicino. Le hanno nominato un avvocato, dopo che il primo ha rinunciato, e questa mattina con lo zio Umberto Ferrajolo, avvocato, erano in tribunale, nella speranza di poter avvicinare la ragazza.

“E’ molto turbata – racconta l’avvocato Vanni Cerino, che ha assunto ora la difesa della giovane – ma non ha potuto parlare con i familiari. Al momento non è proprio consentito”. All’uscita dal tribunale, dopo che la ragazzina ha deciso, su indicazione del difensore, di avvalersi della facoltà di non rispondere, Cerino, rispondendo ai cronisti ha precisato che non i due fidanzati non si stanno rimpallando le responsabilità. Anche Giovanni Limata, come Elena, ha deciso di non rispondere al gip. “E’

un momento difficile soprattutto per la famiglia Gioia – spiega il suo legale, l’avvocato Mario Villani – ma anche per la famiglia di Limata. Stanno vivendo entrambe un dramma che va al di là di quella che può essere la normale comprensione. Abbiamo pochi elementi per una valutazione e per questo i ragazzi si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Sono turbati, molto turbati da quanto accaduto”. Anche per Giovanni Limata erano presenti i genitori, che come i familiari di Elena, non hanno potuto avvicinare il giovane.