SAN TAMMARO – Altra udienza del processo che vede imputato Emilio Lavoretano per l’omicidio della moglie Katia Tondi.
Il padre dell’imputato (maresciallo dei carabinieri in pensione con 40 anni di servizio) si è avvalso della facoltà di non rispondere rendendo, così vani (nel rito ordinario la prova si forma nel dibattimento) i suoi precedenti interrogatori.
La madre di Lavoretano, invece, è stata interrogata per oltre 6 ore. Ha cercato di chiarire le tante accuse mosse nei suoi confronti in relazione al rapporto con Katia e alle sue condotte poco chiare prima e dopo il delitto. Ha riferito che non è sicura che sia stata una rapina in quanto ha avuto ed ha sospetti su 3 persone: Maria Rosaria Rossi (vicina di casa che fu chiamata dal Lavoretano); il fruttivendolo (super testimone della Procura che vide il marito ed Emilio uscire dal Parco la sera dell’omicidio) e il padre di Katia, Carlo. In particolare ha attaccato il padre della ragazza uccisa perché non avrebbe avuto un buon rapporto con la figlia.
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Nel processo, la parte civile, cioè la famiglia di Katia, è rappresentata dall’avvocato Gianluca Giordano.