OMICIDIO MAGRINO, chiuse le indagini. L’imprenditore Pagliaro a rischio processo

3 Novembre 2025 - 11:20

Restano ancora diversi interrogativi aperti, a partire dal mistero dell’arma scomparsa, che potrebbe rivelarsi decisiva per chiarire ogni dettaglio

NON DIMENTICARTI DI SEGUIRE CASERTACE NELLA COMMUNITY WHASTAPP
CLICCA QUI -> https://chat.whatsapp.com/DAgb4AcxtG8EPlKwcTpX20

CELLOLE/MONDRAGONE – Si chiude la fase investigativa sull’omicidio di Luigi Magrino, il 41enne di Cellole, ucciso lo scorso 28 aprile 2024 nell’area di servizio Eni lungo la Domiziana, nel territorio di Mondragone. Dopo mesi di accertamenti, rilievi e testimonianze, la Procura di Santa Maria Capua Vetere ha dichiarato concluse le indagini preliminari.


Secondo la ricostruzione della pubblica accusa, a sparare sarebbe stato Giancarlo Pagliaro, 67 anni, imprenditore mondragonese e titolare del noto mobilificio “Franchino”, oggi detenuto nel carcere di Santa Maria Capua Vetere.
Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore Stefania Pontillo, hanno ricostruito una scena agghiacciante: Pagliaro, seduto sul sedile passeggero dell’auto di Magrino, avrebbe esploso tre colpi di pistola, uccidendo l’uomo, per poi infierire sul volto e sulla testa della vittima.


L’arma del delitto, una pistola semiautomatica calibro 6,35, non è mai stata ritrovata.
L’omicidio, secondo la Procura, sarebbe maturato sullo sfondo di una presunta truffa finanziaria che avrebbe inasprito i rapporti tra i due uomini.


Dopo il delitto, Pagliaro avrebbe pronunciato una frase riportata nei verbali: “È successo quello che doveva succedere. Mi ha tolto la dignità di uomo e di padre.
Una dichiarazione che, per gli inquirenti, denota una reazione d’impeto, ma anche la piena consapevolezza dell’atto compiuto.
Con la chiusura delle indagini preliminari, la Procura si prepara a chiedere il rinvio a giudizio di Pagliaro con l’accusa di omicidio volontario aggravato.