OSPEDALE COVID MADDALONI. Che vergogna! Il ricovero dei 24 bulgari è illegale. Un fatto di ieri lo dimostra. Asl e Prefettura dicano se il nosocomio è un centro di detenzione

2 Luglio 2020 - 19:21

Come mai i 26 italiani, risultati positivi l’altro ieri e certificati nella giornata di ieri, non sono andati in ospedale pur appartenendo allo stesso focolaio? Ve lo speghiamo noi

MADDALONI (gianluigi guarino) – Noi instiamo ed insisteremo. Più le clamorose schifezze di questa terra si ripetono in un apparente giostra vertiginosa circolare senza soluzione di continuità e ad esito irreversibile e più noi, teste dure, rilanciamo sugli argomenti. Lo facciamo perché c’è qualcuno, molto pochi a dire la verità, che si gratifica esclusivamente con l’azione testimoniale dei principi e dei valori in cui crede, indipendentemente dalla risoluzione dei problemi o dalla rimozione dei tanti grumi di incapacità, di inettitudine, spesso di illegalità, che connotano la vita di queste desolate contrade.

L’Asl di Caserta ci deve dire (lo deve dire a noi, tanto questo popolo di ignavi non nutre alcun interesse per i grandi temi della vità comunitaria) perché 24 bulgari provenienti dai Palazzi ex Cirio di Mondragone, sono ancora ricoverati nel cosiddetto ospedale Covid di Maddaloni. 

L’Asl deve avere il coraggio di spiegare se abbia ricevuto o meno un’indicazione, una direttiva gerarchicamente superiore proveniente dalla Regione Campania, che e a quel punto, avrebbe espresso la citata direttiva , a sua volta, facendo proprio un input della Prefettura

e dunque del Governo, derogando unilateralmente ai protocolli che da febbraio ad oggi hanno regolato la classificazione dei positivi al Covid-19, suddividendoli in malati gravi, ricoverati in Terapia intensiva, in “positivi con sintomi”, ricoverati nei reparti Covid, e positivi asintomatici, isolati a domicilio.

Lo deve dire l’Asl, perché questa classificazione non è una mera esercitazione formale, dato che da essa dipendono i flussi di spesa che il Servizio sanitario nazionale sta erogando a cascata attraverso le regioni, costituzionalmente competenti in materia sanitaria.

Al di là di ogni giochino fantasioso su sintomi, i quali improvvisamente compaiono da un minuto all’altro, che il Direttore generale Ferdinando Russo, il suo Sanitario Pasquale Di Girolamo Faraone e il primario facente funzioni dell’ospedale di Maddaloni richiamato dalla pensione, Pellegrino Rino Sposito De Lucia, farebbero bene ad evitare, a noi risulta che i 24 bulgari, parimenti a quei pochi che dall’ospedale Covid di Maddaloni sono già usciti, non hanno avuto alcun sintomo e sgambettano gaiamente nei corridoi e nelle stanze, chiedendo letti nuziali e altre comodità ad un plotone di 64 infermieri che stanno lì in pratica a girarsi, loro malgrado, mentre potrebbero essere impegnati in altri settori della sanità casertana in pesante sofferenza. Dunque, il Servizio sanitario nazionale, attraverso la Regione Campania, sta pagando diversi giorni di ricovero ospedaliero, ovviamente attingendo le risorse dal pozzo senza fondo delle tasse pagate dai contribuenti, nonostante questi non siano giustificati assolutamente dalle condizione di salute dei bulgari.

E allora, coraggio cara Asl di Caserta: se i bulgari sono stati messi lì per un problema di sicurezza, perché a casa loro non sarebbe stato facile controllare l’osservanza dell’isolamento, bisogna dirlo chiaro e tondo. E bisogna che le istituzioni si assumano la responsabilità di aver trasformato quello che un tempo era un glorioso ospedale in un centro di detenzione, che è tutta un’altra roba. Magari sarà stata anche giustificata la scelta di metterli tutti insieme da qualche parte, ma i cittadini di Maddaloni, i cittadini-contribuenti della Provincia di Caserta e della Campania hanno il diritto di ascoltare e di prendere atto di questa assunzione di responsabilità da parte delle istituzioni, dato che questa emergenza dalla quale sarebbe venuta fuori questa soluzione creativa, ha modificato una struttura organizzativa frutta di decreti del Governo che, in quanto tale, ha sviluppato determinati e ben definiti volumi di spesa pubblica.

Ora, su ciò che sta avvenendo al centro covid, non nutriamo più dubbi, perché tra l’altro ieri, martedì, e ieri, mercoledì, si sono verificati avvenimenti che hanno certificato l’uso tecnicamente illegale dell’ospedale di Maddaloni.

Ricordate il comunicato stampa con cui l’Asl ha annunciato ieri mattina altri 26, forse 27, forse 28 positivi (come al solito il dg Russo e il Ced del dirigente Michele Tari, hanno dato i numeri al Lotto

), risultati dai tamponi a tappeto praticati tra Mondragone e i comuni limitrofi? Manco a dirlo, quel sant’uomo del sindaco di Mondragone che si chiama Virgilio Pacifico, ha collezionato l’ennesimo infortunio della sua complicatissima esperienza amministrativa, pubblicando i nomi e i cognomi dei 18 contagiati di Mondragone, dipendenti dell’ormai famosa azienda agricola di Falciano del Massico, altro focolaio di contagio.

Da quella pubblicazione, che per magnaminità definiamo impropria e di cui abbiamo fatto in tempo ad acquisire copia, prima che gli uffici municipali cancellassero gli indirizzi, i nominativi e i numeri di telefono, abbiamo acquisito la certissima informazione che quei 18, come del resto gli altri 9, fino ad arrivare al numero di 27, sono tutti italiani.

Come mai nessuno di questi è stato ricoverato nell’ospedale Covid di Maddaloni o in qualche altro reparto dedicato dei nosocomi campani? Semplice: perché sono asintomatici. E, dunque, vanno ad ingombrare la terza colonna gialla (anche se ora è diventata grigia ma nei momenti più duri del lockdown era gialla) dell’arcinoto e temutissimo report quotidiano, erogato fino a qualche giorno fa dalla Protezione Civile, ora dal Ministero della Salute.

E allora, perché i neo-contagiati italiani vanno in isolamento domiciliare in quanto asintomatici, mentre i contagiati bulgari, ugualmente asintomatici, e di questo abbiamo totale certezza (gentilmente, ripetiamo, nessun giochetto nelle cartelle cliniche di quella corsia maddalonese), sono ricoverati in ospedale e si collegano ad un utilizzo di risorse, cioè una spesa pubblica molto più alta, quandanche ingiustificato dalla loro condizione di salute?

Perché loro sono un problema di ordine pubblico. Ma questo cazzo di Paese che non vuole affrancarsi dal suo macchiettismo militante, questa cazzo di Regione che non vuole assumere la dignità di una sobria quanto concreta espressione di governo, concentrata com’è nella reiterazione quotidiana del cabaret inscenato dal governatore De Luca, sono in grado per una volta di raccontare la verità? Perché se loro, lo Stato e la sua diramazione regionale, usano il sotterfugio, fanno finta di non capire, creano uno status quo, una situazione di fatto, che da un lato vìola i protocolli emersi dai decreti covid del governo e dall’altro non arriva a questo attraverso un processo, o meglio sarebbe dire, attraverso una procedura trasparente. Ma insomma, perché ‘sticazz di cittadini dovrebbero rigare dritto?

Sappiamo bene che quelli dell’Asl e quelli della Prefettura fischietteranno guardando i passeri e continueranno a fare i finti tonti davanti a questo articolo, ma noi siamo, come abbiamo rimarcato nelle prime righe, già contenti di aver potuto scrivere, ma soprattutto di aver potuto argomentare in maniera difficilmente oppugnabile questo ennesimo esempio di relativismo etico-giuridico, che qui da noi viene considerato il classico pelo nell’uovo, quando, in realtà, sono comportamenti come questi a iniettare nella testa della gente l’idea che fermarsi al semaforo quando compare il colore rosso sia un’inutile quanto fastidiosa sovrastruttura regolamentare.