OSPEDALE DI CASERTA. Perché i dipendenti del comparto iscritti alla Cisl continuano a farsi prendere in giro? Cristiani fa il gioco del padrone e siccome ha il travaso di bile fa accordi da elemosina sull’articolo 9
27 Settembre 2024 - 18:49
CASERTA (G.G.) – Che facciamo, lo ripetiamo per la milionesima volta? Sì, purtroppo serve.
Non conosciamo Nicola Cristiani, leader di fatto della Cisl funzione pubblica, dominus della Cisl della Sanità, e non lo vogliamo conoscere nonostante lui abbia provato più volte a incontrarci e va bene così.
Se Nicola Cristiani dice che il sole sorge ad Est gli facciamo un applauso, se dice gli diciamo che è un ignorante o che lo ha detto per lisciare il pelo a qualcuno.
Che facciamo? Per la milionesima volta vi scriviamo anche dell’ormai epica sentenza detta dell’articolo 9, cioè dei soldi che furono costretti a restituire tantissimi infermieri dell’ospedale civile di Caserta e che oggi, grazie alla feroce determinazione, alla quasi irrazionale cocciutaggine del sindacato Nursing Up verranno in pratica restituiti con gli interessi, non già per una sentenza scritta da un giudice di pace, ma dalla Corte di Cassazione, alla quale il sindacato Nursing Up è arrivato, senza curarsi delle superficiali sentenze sfavorevoli degli altri gradi di giudizio.
Scusate la franchezza, dopo tanti anni ci siamo stufati di girarci intorno con le parole, quella che si sta vivendo negli ultimi giorni all’ospedale è la solita storia di un dritto e tanti fessi.
Quante persone della sua famiglia “ha sistemato” Nicola Cristiani durante la sua esperienza pseudo-sindacale? Non vi facciamo l’elenco, perché l’abbiamo scritto tante di quelle volte che ci siamo stufati.
Per cui, nella considerazione etico-morale di questo territorio, Cristiani è un dritto.
E allora chi sono i fessi? Ci dispiace dirlo e scriverlo, avendo noi una enorme considerazione del duro lavoro svolto da tutti i componenti del cosiddetto comparto sanitario (infermieri, oss, tecnici, ostetriche, ecc.) dell’ospedale civile di Caserta. I fessi sono quelli del comparto iscritti alla Cisl di Nicola Cristiani.
Dico io, vi ha preso per i fondelli una volta dicendo di stare lontani da quelli di Nursing Up e dalla loro iniziativa di battaglia giudiziaria, affermando che quel sindacato avrebbe continuato a sbattere contro gli scogli e mai e poi mai un qualsiasi tribunale della Repubblica Italiana avrebbe restituito quei soldi frutto di antichi diritti sui turni dei cosiddetti super festivi, ossia quelli dei giorni delle feste infrasettimanali (Natale, Pasquetta, Epifania, ecc.)
Risultato: Nursing Up ha trionfato in Cassazione e i dipendenti iscritti alla Cisl avrebbero dovuto chiedere scusa ai loro colleghi di Nursing Up ringraziandoli di cuore in quanto con i loro soldi, con la loro determinazione, con la loro autentica cultura sindacale avevano vinto una battaglia anche per quelli della Cisl e delle altre sigle
Sapete cosa è successo dal momento in cui la Cassazione si è pronunciata? Nulla di che. Nicola Cristiani ha continuano a fare la cinghia di trasmissione, come si diceva una volta per la Cgil, non già per un partito o un gruppo politico, ma per i “padroni” di turno, cioè per i direttori generali, per tutti quelli che ai suoi occhi erano stati meritevoli per avergli assunto mezza famiglia, sistemata a colpi di “posti fissi”.
Cristiani non è un fesso. Ha fatto buon viso a cattivo gioco. Ma se lo avessero squartato in due dopo la sentenza della Cassazione dal suo corpo sarebbe uscita una tonnellata di bile. E quale può essere la strategia di una persona che odia l’esito di una battaglia sindacale che essendo tale è il contrario del modo in cui lui fa il sindacato, ossia consociativamente con i padroni?
Se fosse andato dritto per la sua strada, cioè quella normale, quella di rivendicare tutto il dovuto che affiora dalla sentenza di Cassazione, avrebbe guardato le facce felici dei suoi iscritti, che però un inchino l’avrebbero sempre fatto, per onestà intellettuale, al passaggio dei loro colleghi di Nursing Up.
Allora, parola d’ordine: depotenziare la sentenza. Da una parte Gubitosa fa resistenza passiva e favoleggia di ulteriori ricorsi giudiziari, dall’altra Cristiani usa questi argomenti per dire ai suoi che è cosa buona e giusta transare.
Transare quattro miserabili pidocchi. Una cifretta in modo da far contento il suo vero riferimento, ossia quello padronale del direttore generale.
Però stavolta qualcuno della Cisl gliel’ha detto che non torna nella sua testa e allora ecco un post uscito stamattina, in cui Cristiani mostra tutta la sua tensione finalizzata solo ed esclusivamente a far credere quello che la storia ha già smentito, e cioè che quelli di Nursing Up alla fine i soldi non li prenderanno.
Ma stavolta ha dovuto utilizzare argomentazioni platealmente inesatte. Attenzione, i post non recano la sua firma ma quella dei vari Guido Alfano, Mastropietro, insomma i suoi prestanome aziendali.
Nel caso in cui questi soldi dovessero arrivare – chiaramente si riferisce ai dipendenti di Nursing Up – questi si vedranno costretti a pagare una tassazione al 38″
Ma Cristiani le ha lette le sentenze su questo argomento, che il Nursing Up ha sempre vinto e che hanno sancito, a titolo di tassazione separata, un’aliquota del 23% e non del 38%?
Secondo noi sanno di mentire, ma mentono lo stesso per i motivi detti prima.
Come mai, al riguardo, non viene fatto alcun riferimento agli interessi legali e di rivalutazione economica che accompagnano ogni sentenza, anche quella riguardante il risarcimento per la rottura di una buca postale in un condominio?
Non lo scrivono perché così fanno disinformazione e i loro iscritti, di cui offendono l’intelligenza, non fanno i conti bene e non dicono, a questo punto, “mo me ne vado con Nursing Up, almeno tra un anno prendo i soldi, tanti e tutti”.
Il riferimento al pagamento di una parcella all’avvocato, da quando in qua si è visto un sindacato che si voglia chiamare tale, non porre, davanti ai suoi iscritti la possibilità, attraverso un piccolo investimento economico, di rivendicare un diritto?
Per quale motivo, di fronte a cause vinte in Cassazione la parcella di un avvocato, che poi a quel punto i soldi li andrà a prendere dall’azienda, deve rappresentare un ostacolo di sconvenienza? In realtà, direbbero a Roma, che a questi “glie rode”.
Per oggi ci fermiamo qui, ma dovremo completare questa vicenda parlando delle recentissime sentenze emesse dalla Corte di Appello, pronunciatasi sempre su spinta del sindacato Nursing Up, che hanno dato torto all’azienda e alla pretesa del Dg Gubitosa di fare un’altra operazione scandalosa ritirando altri soldi dai dipendenti nonostante le sentenze sfavorevoli.
La vicenda va spiegata bene da un punto di vista tecnico.