SOLDI & PATENTI FACILI. Condannata una ragazza che l’aveva comprata da Silvestro Ferraro. Assolto imprenditore papà di un minorenne da patentino

7 Febbraio 2023 - 20:21

Si è concluso oggi il lavoro del Gup, il quale ha già emesso la sentenza per gli imputati che avevano chiesto e ottenuto il rito abbreviato. Gli altri soggetti alla sbarra, tutti giovani o giovanissimi, sono stati rinviati a giudizio. Ma il filone più importante è quello riguardante i capi del mercimonio delle patenti. In questo caso, il dibattimento è già iniziato dinanzi al giudice Stravino

MARCIANISE – L’inchiesta su un giro di “patenti facili” partì nel 2016 e portò a diverse misure cautelari a carico di alcuni titolari di scuole guida. In quell’inchiesta finì anche G.A., imprenditore di Marcianise, oggi assolto perché il fatto non sussiste.

L’uomo è il padre di un ragazzo che si era rivolto alla scuola guida di Silvestro Ferraro di Marcianise. Il padre era stato aiutato dalla coppia Ferraro-Vincenzo Di Dio, socio di fatto del primo di un’autoscuola a Maddaloni.

La sentenza di assoluzione è arrivata poiché in dibattimento non è emersa la prova di un pagamento della cifra corruttiva. La stessa fortuna non l’ha avuta una ragazza, imputata, che, invece, è stata condannata per aver comprato la patente dallo stesso Silvestro Ferraro.

Altri due imputati, poi, hanno patteggiato la pena, tutti gli altri sono stati rinviati a giudizio.

Ma non è questo il filone principale sulle patenti facili. Un altro processo, infatti, relativo all’inchiesta più importante, si sta svolgendo ancora dinanzi alla seconda sezione, collegio A, presieduta dalla giudice Stravino.

Il procedimento odierno è meno rilevante poiché ha coinvolto solamente i ragazzi che avevano acquistato la patente e non i vari Silvestro, Di Dio, eccetera, imputati a cospetto del collegio A.

Ricapitolando: i due giudizi in abbreviato si sono conclusi con la citata condanna della ragazza, napoletana, che aveva acquistato la patente e con l’assoluzione dell’imprenditore di Marcianise, padre del ragazzo minorenne.

Quell’inchiesta svelò un presunto sistema di corruzione tra i titolari delle scuole guida, appunto, e funzionari della Motorizzazione. Secondo l’accusa, infatti, attraverso il pagamento di denaro, si aiutavano gli esaminandi a superare i test necessari al conseguimento delle patenti di guida.