PAZZESCO E VERGOGNOSO: gara da 11 milioni aggiudicata da Giorgio Magliocca e dal dirigente Madonna all’impresa controllata da Pezzella e sequestrata su richiesta della DDA

6 Febbraio 2024 - 14:23

Si tratta dei lavori per la ricostruzione dell’Istituto caso di Piedimonte Matese, il tutto finanziato dai fondi dell’Europa PNRR. Un’operazione che, se è discutibile in termini di soggetti aggiudicatari, lo è anche nei tempi e nei modi. Una storia in cui tutto pare andare alla rovescia

CASERTA (g.g./l.v.r.) – “Raffaele Pezzella ha la disponibilità di numerose imprese, alcune delle quali intestate a lui stesso e altre, quali la COMED S.R.L., CGS SRL, S.C. COSTRUZIONI S.R.L., intestate fittiziamente a terzi e direttamente a lui riconducibili.

Lo scrivevamo, citando un passaggio dell’ordinanza di arresto dell’imprenditore, lo scorso 13 novembre, in un articolo dedicato da questo giornale – l’ennesimo articolo – sul potere che il businessman casalese (per la DDA di Napoli, un Casalese, con la c maiuscola) ha avuto e forse ha ancora rispetto alle aggiudicazioni compiute, via gara o tramite invito diretto, dall’Amministrazione Provinciale di Caserta del presidente Giorgio Magliocca, ente dal quale Pezzella è stato scelto, premiato in varie e diverse occasioni (CLICCA E LEGGI), con atti non raramente a firma del dirigente Gerardo Palmieri.

Un potere economico, una capacità di entrare in moltissime procedure d’appalto, anche grazie a diverse imprese che, secondo quanto avrebbe scoperto l’Antimafia nell’inchiesta

su Calvi Risorta, ma di cui si parla anche in quella degli appalti truccati alla Provincia di Caserta negli anni scorsi, sempre seguita dalla DDA, ma anche secondo quanto emerso dall’inchiesta della procura di Benevento sulla corruzione di un dirigente ignoto dell’amministrazione provinciale, foraggiato da Pezzella.

TUTTO SBAGLIATO, TRA NAPOLI E CASERTA

In questa procedura di gara da oltre 11 milioni di euro che analizzeremo tra poco, è tutto storto.

Quando scriviamo di affidamenti con esiti quantomeno discutibili, non riusciamo a spiegarci come la locale magistratura inquirente non abbia deciso di accendere un faro sulle procedure di gara e sugli appalti gestiti dall’amministrazione provinciale di Caserta.

Non perché le centinaia di articoli scritti da CasertaCe sul tema, ma per quanto è stato comunicato dai colleghi della procura di Benevento che parlavano chiaramente di un dirigente dell’amministrazione provinciale di Caserta corrotto. Il nome di questo funzionario non è stato mai reso noto, anche se, visto che in quel momento operavano uno, forse due dirigenti apicali, trattasi del cosiddetto segreto di Pulcinella. Eppure, non si è mai deciso di sviluppare con forza un’indagine rivolta all’ente guidato da Giorgio Magliocca, perdendo forse in occasione clamorosa di scoprire qualche cosa in più sulla storia economica e forse criminale di questa terra.

Venendo ai dirigenti e allo stesso presidente della provincia, ci viene da chiederci cosa li porti a tale audacia, cosa li spinga a non porsi il problema di affidare lavori da milioni e milioni di euro non solo a Pezzella, ma a tutti quegli imprenditori ritenuti vicini ad ambienti criminali.

Dopo le indagini dell’Antimafia, gli articoli di inchiesta di CasertaCe, potevamo pensare che funzionari pubblici vivessero con maggiore attenzione, con maggiore apprensione determinate procedure di gara. Evidentemente, hanno la coscienza pulita, sanno di poter dormire sonni tranquilli.

Va sempre ricordato che Raffaele Pezzella ricopre il ruolo di imputato in due procedimenti penali, uno a Santa Maria Capua Vetere, istruito dalla DDA di Napoli, l’altro a Benevento, con l’accusa di aver corrotto dirigenti della provincia di Caserta per farsi aggiudicare appalti e, in questo modo, sostiene la DDA, aver favorito gli interessi del clan dei Casalesi, qualità di finanziatore, pagando somme tra il 4 e il 5% dell’appalto, secondo alcuni pentiti.

E se l’amministratore giudiziario della costruzioni Generali Sud è seduto su quella sedia è perché colui che viene ritenuto il proprietario di fatto della società è segnalato dalla DDA di Napoli come un imprenditore capace di creare un tessuto delinquenziale proprio nell’amministrazione provinciale di Caserta.

L’amministratore giudiziario nominato sostanzialmente dallo Stato non è a capo della CGS perché si è trattato di un’operazione di investimento del governo in questa società, non è il manager dell’impresa, ma, per l’appunto, un amministratore, chiamato in causa perché il controllante della ditta ha subito un importante sequestro.

L’amministratore giudiziario, per forza di cose, non può conoscere tutti i movimenti relativi ad una procedura di gara alla quale non ha partecipato, ma conosce il motivo per cui è lì, ovvero per i presunti rapporti con il clan dei Casalesi di Pezzella e per le attività corruttive di quest’ultimo compiute nell’ente provinciale.

Visto tutto ciò, come ritiene eticamente, moralmente in linea con il suo compito la possibilità di continuare a partecipare e poi vincere una gara d’appalto bandita dall’amministrazione di secondo livello casertana e della quale lui non conosce la genesi?

LA CGS, IL CAVALLO VINCENTE DI RAFFAELE PEZZELLA

Per gli investigatori, Pezzella è un personaggio colluso con il clan dei Casalesi, così come raccontato da diversi collaboratori di giustizia, da Nicola Schiavone, figlio di Sandokan, fino alle recenti parole del marito di Teresa Bidognetti, Vincenzo D’Angelo, genero di Francesco Bidognetti.

Proprio a causa delle indagini della guardia di finanza di Napoli, ma anche dei carabinieri casertani, coordinati dalla procura antimafia e da quella sannita, Raffaele Pezzella ha subito diversi sequestri, tra cui quelli che hanno colpito la società omonima, Raffaele Pezzella srl, la sua filiazione, la Marrel, nata mentre l’imprenditore era recluso agli arresti domiciliari e che ha vinto una gara d’appalto alla provincia di Caserta da 644 mila euro (clicca e leggi), e per ultima la Costruzioni Generali Sud.

In questi mesi, abbiamo visto come la CGS, intestata al 41enne di Caserta, Carmine Petrillo, per la DDA una testa di legno al servizio di Pezzella, sia diventata il cavallo di punta di quest’ultimo, con procedure di gara alle quali la società ha partecipato in giro per l’Italia, ma soprattutto a Caserta e provincia.

Una per tutti, sennò facciamo un libro e invece dobbiamo provare a restare nell’argomento, i lavori sull’efficientamento energetico dell’illuminazione comunale di Pignataro Maggiore, dove, caso vuole, il sindaco è Giorgio Magliocca, presidente della Provincia, dal valore di quasi 3 milioni di euro, quest’estate sono stati aggiudicati, utilizzando la stazione appaltante proprio della provincia, alla CGS. Un affidamento misteriosamente fermo, più o meno dal momento in cui è emersa l’inchiesta di Calvi e il precedente sequestro della Finanza di Napoli sui beni di Pezzella (CLICCA E LEGGI).

Tornando, ora, al tema che abbiamo provato a descrivere nel titolo di questo articolo, la Costruzioni Generali Sud, attraverso la partecipazione come consorziata di Energos, si è aggiudicata i lavori in base d’asta 11 milioni di euro, fondi europei arrivati dal PNRR, per la ricostruzione dell’Istituto scolastico Caso di Piedimonte Matese, con un ribasso dell’8,41%, per un importo definitivo superiore agli 8 milioni e 797 mila euro.

Per la cronaca, Energos, con sede a Biella e guidata dall’amministratore unico Simona Farzati, è lo stesso consorzio utilizzato per la presunta gara truccata da Piero Cappello e Raffaele Pezzella a Calvi Risorta, questa volta per supportare la Comed, società colpita da interdittiva antimafia confermata definitivamente dai giudici, sempre nelle mani di dell’imprenditore casalese, ma intestata a Carlo D’Amore, di Casapulla.

A questa gara multimilionaria della scuola Caso, criticata da alcuni addetti ai lavori, ai quali non possiamo dare molto torto, visto che un progetto di tale portata andava presentato tra il primo e 21 agosto, non esattamente il periodo più semplice nel quale trovare esperti, professionisti da attivare per redigere il complesso insieme di offerte tecnica ed economica da presentare all’amministrazione, l’ente guidato da Giorgio Magliocca, forse non a caso, ha visto arrivare solo tre offerte.

Di questo trio fanno parte il consorzio Soledil, con casa ad Aversa, la CGS, e un’altra impresa. Il nome di questa terza ditta vorremmo anche farlo, ma l’amministrazione provinciale di Caserta non ha pubblicato nessun verbale di gara e quindi resta nell’anonimato, come resta sconosciuta l’offerta presentata da Soledil e dalla sua consorziata.

I TEMPI MORTI CHE HANNO SALVATO L’AGGIUDICAZIONE

Ci sono alcune domande da fare al responsabile unico del procedimento di gara, il dirigente della provincia di Caserta, Paolo Madonna. Nonostante sia stata sequestrata, la CGS poteva essere aggiudicataria della gara, visto che si tratta di società sotto amministrazione giudiziaria dopo il sequestro preventivo.

La legge italiana, infatti, sancisce che se una società sequestrata è però sotto il controllo di un amministratore nominato dal tribunale, quindi, nominato dallo Stato, non va esclusa dalla procedura.

Quindi, se non c’è un’interdittiva antimafia emessa dalla prefettura, in questo caso la prefettura di Napoli, non diluita nell’operazione del controllo giudiziario, una società sotto gestione di un amministratore giudiziario può partecipare e vincere ad ogni gara.

Ma qui bisogna chiedere al dirigente Paolo Madonna i tempi. L’articolo 94 del codice appalti del 2023, oltre a spiegare la situazione appena citata, specifica che “in nessun caso l’aggiudicazione può subire dilazioni in ragione della pendenza del procedimento suindicato“. Eppure, i verbali di gara sono stati acquisiti dal 15 settembre 2023, mentre l’aggiudicazione alla CGS è di ieri 5 febbraio 2024. Allora, la domanda, anzi, le domande.

Perchè ci sono voluti 5 mesi, 143 giorni per aggiudicare la gara? C’entra qualcosa la notizia dell’avvenuto sequestro della CGS e la successiva nomina di un amministratore giudiziario che, scrive il dirigente Madonna nella determina, è cosa nota alla Provincia solo il 9 gennaio 2024?

Perché i tempi combaciano in maniera inquietante, ovvero il periodo di latenza tra la facoltà, non utilizzata dal rup Madonna, di aggiudicare la gara e l’approvazione del controllo giudiziario sulla CGS, emesso dal tribunale Misure di Prevenzione, unico modo con cui l’aggiudicazione alla società di Pezzella era possibile perché, senza la nomina dell’amministratore, l’impresa sarebbe stata esclusa dalla gara.

Scriviamo ciò poiché, volenti o dolenti, in maniera colposa o stendendogli un proverbiale tappetino, in questo modo l’amministrazione provinciale di Caserta ha favorito la possibile aggiudicazione a Raffaele Pezzella.

Ripetiamo, un’inquietante coincidenza che, fino a prova contraria, resta una coincidenza.

CLICCA QUI PER LEGGERE L’AGGIUDICAZIONE DEFINITIVA A CGS