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Premi per la lotta al covid non pagati: tre operatori portano l’ASL CASERTA davanti al giudice

23 Gennaio 2023 - 18:31

Si tratta del riconoscimento del maggior impegno correlato all’emergenza epidemiologica da parte del personale sanitario, previsto da una delibera di giunta regionale dell’agosto 2020

CASERTA – Sfortunatamente, la regione Campania non passerà alla storia per la trasparenza e l’efficienza con la quale è stata gestita l’emergenza covid. Un buon esempio di ciò sono gli ospedaletti modulari costati decine di milioni di euro e praticamente inutilizzati tra Caserta, Napoli e Salerno, argomento che è stato seguito dalla Procura di Napoli nell’indagine sugli appalti in Regione Campania durante l’epidemia da coronavirus.

Se i milioni di euro degli appalti finiti sotto la lente d’ingrandimento è argomento a dir poco contestabile alla presidenza di Vincenzo De Luca, cosa buona e giusta fu, invece, premiare economicamente gli operatori sanitari che per mesi hanno sfidato la sorte e la morte in corsia.

Ma non tutti, a quanto pare, possono essere i fortunati beneficiari di questa maggiorazione economica.

Nelle scorse settimane sono stati tre i dipendenti dell‘Asl di Caserta che hanno deciso di presentare altrettanti ricorsi al tribunale di Aversa-Napoli Nord proprio contro l’azienda sanitaria locale della nostra provincia.

I tre operatori sanitari hanno richiesto l’intervento del tribunale normanno, specificatamente, la sezione Lavoro, al fine di accertare il diritto di ricevere il

riconoscimento economico del maggior impegno correlato all’emergenza coronavirus, così come deliberato dalla regione Campania il 3 agosto del 2020.

LA DELIBERA DEL 2020 E LA RISPOSTA DALL’ASL CASERTA

Si tratta dell’attività prevista dall‘ex articolo 414 del codice di procedure civile, ovvero un ricorso che al suo interno presenta l’intera narrazione del fatto, la richiesta che si vuole fare e le ragioni giuridiche che la motivano, indicando, fin da subito, tutte le prove a sostegno della ricostruzione dei fatti presentata.

La delibera 427 dell’estate di due anni fa prevedeva lo stanziamento di una somma dedicata proprio alla remunerazione delle prestazioni del personale dipendente del servizio sanitario regionale direttamente impiegato nelle attività ospedaliere durante il covid: un riconoscimento economico agli operatori, medici, oss, infermieri e tecnici.

Per l’azienda sanitaria casertana, però, ricorrono i presupposti e le condizioni per costituirsi in giudizio, quindi, questi soldi non dovrebbero uscire dalla sede di via Unità Italiana.

Nelle scorse ore, il direttore generale Amedeo Blasotti ha firmato l’incarico legale al avvocato interno dell’azienda, Francesco Paura.