Processo d’Appello a Don Michele Barone. Assoluzione irrevocabile per il poliziotto Luigi Schettino, morto di Covid

21 Aprile 2021 - 21:19

Casapesenna/Maddaloni (tp)- E’ stata un’udienza particolarissima quella celebratasi stamattina in una delle aule della Corte d’Appello di Napoli nel processo che vede come imputato principale l’ex sacerdote di Casapesenna, Don Michele Barone, che dopo aver incassato una dura condanna in primo grado per gli atti di violenza, spacciati per esorcismi, compiuti ai danni di una ragazza di Maddaloni, si trova ancora agli arresti domiciliari preventivi, a dimostrazione della gravità delle accuse mosse a suo carico.

Ma oggi era un altro imputato, non più imputato, e non certo per colpa sua, il protagonista della giornata: Luigi Schettino, il poliziotto che, come abbiamo scritto qualche settimana fa, è mancato causa covid, e che in appello c’era arrivato per effetto del ricorso presentato dalla procura della repubblica di Santa Maria Capua Vetere, che aveva impugnato la sentenza di primo grado che lo aveva assolto dalle accuse.

Il suo avvocato, Carlo de Stavola, ha chiesto di dichiarare inammissibile l’appello del pubblico ministero, in quanto, per effetto del decesso di Schettino, si è venuta a creare una carenza di legittimità e dunque di un elemento costitutivo del processo.

La Corte di Appello ha accolto l’istanza dell’avvocato de Stavola e ha tranciato la posizione del poliziotto, dichiarando inammissibile il gravame, cioè il ricorso, causa del processo e ha infine ordinato l’esecuzione della sentenza di primo grado che, come già scritto prima, aveva assolto Schettino dai reati ascrittigli. Un’assoluzione divenuta irrevocabile e che, quantomeno risarcisce moralmente la memoria di questo poliziotto e il suo ricordo ancora vivido in ognuno dei suoi familiari.

Sempre l’avvocato Carlo de Stavola, che in questo processo difende anche Don Michele Barone, ha chiesto il rinnovarsi dell’istruttoria, in pratica una riapertura di fatto del dibattimento, nel processo di Secondo grado quando, nella maggior parte dei casi, si ragiona sui documenti scritti dei ricorsi presentati dalle parti.

L’avvocato de Stavola ha chiesto l’acquisizione di nuove prove mentre i difensori di Tramontano e della Carangelo, cioè dei genitori della ragazza oggetto di violenza, hanno chiesto a loro volta di riaprire l’istruttoria sottoponendo i propri assistiti ad un esame in aula.

Anche il procuratore generale ha chiesto la riapertura dell’istruttoria, chiedendo l’escussione, da testimone, dell’altro poliziotto Vito Esposito, di Corazza e di Stagliano. Stavolta in relazione ai capi di imputazione per i quali gli imputati erano stati assolti.

Naturalmente, i giudici della corte di appello si sono riservati di decidere e si pronunceranno sulle istanze presentate dalle parti nella prossima udienza fissata per il giorno 28 maggio.