CASERTA CITTA’ FUORILEGGE. Ecocar 13 milioni di…proroghe. Monnezza: stanno promettendo posti di lavoro illegali

3 Dicembre 2018 - 18:29

CASERTA (g.g.) – Veniamo da giorni intensi in cui ancora una volta abbiamo compiuto l’errore di sfamare la nostra inguaribile coscienza analitica pubblicando l’antiweb, cioè delle chilometriche inchieste giornalistiche che andrebbero bene in un mensile di approfondimento. Per citare la famosa gag di Checco Zalone da Maurizio Arozza: “roba di m…icchia”. Cerchiamo di recuperare stasera nei limiti di una forma mentis contro la quale lottiamo da tempo.

Ecocar, interdetta con l’antimafia, con il suo titolare-dominus arrestato in Sicilia qualche mese fa, conquista la dodicesima proroga. nel senso che anche a dicembre incasserà il solito milione di euro e passa per la raccolta dei rifiuti nella città di Caserta. Ha fatto cinque anni di contratto grazie alla gara officiata nel 2012 da Carmine Sorbo, accusato da un imprenditore di chiedere mazzette per la monnezza in un luogo sperduto di Pozzuoli, e un altro anno, introito 13 milioni ca., senza gara, senza niente, a colpi di proroga.

Direte: “Ma questo l’avete già scritto 100 volte”. Centouno, perché una cosa va aggiunta. Le proroghe hanno riguardato sempre il contratto quinquennale che prevedeva l’abnorme quota di 180 dipendenti. Un numero che viene applicata in città da 200 mila abitanti e non in comuni da meno di 100 mila Caserta.

Ma si sa, come ha scritto sul periodico Polis il collega Antonio Pisani (stavolta la qualifica Antonio te la sei proprio guadagnata e mi sento meno solo dopo aver letto il tuo articolo) con la squadriglia dei Porchetta boys, con i Della Ventura e tutta l’allegra compagnia, bisognava dare il giusto rilievo e pagare i giusti quattrini a quel mondo di mezzo, a quei soggetti border line che di certo hanno avuto a che fare con le varie camorre casertane. Dal 2012 ad oggi, inutile autocitare la nostra inchiesta da 13 puntate pubblicata nella calda estate 2014. I 180 dipendenti sono diventati 160 tra gente arrestata (persone che hanno ricevuto lo stipendio stando in galera e senza che questo inducesse un’autorità dello Stato quantomeno ad approfondire) e qualche pensionamento.

Ergo: il comune di Caserta, cioè i cittadini, pagano per ogni proroga i 180 dipendenti, ma in realtà ne lavorano 160. questa, a casa nostra, si chiama truffa. Il comune avrebbe il dovere (campa cavallo!) di compiere una verifica formale su i dipendenti in servizio ma non lo fa. E a pagare le conseguenze, per altro meritate, sono i soliti pecoroni di Caserta che fra poco la Publiservizi gli toglie anche la casa, dopo aver rotto il muro del suono con gli importi delle tasse più alte d’Italia. Questo è.

Sapete cosa stanno facendo in questi giorni i politici della città e i soliti sindacati? Stanno promettendo posti di lavoro “nella monnezza” dove si guadagna e non si lavora. Il contratto che dovrebbe essere eseguito dalla premiata ditta formata dall’ex fidanzato di Barbara D’Urso, noto con il suo nome di Pier Paolo Pizzimbone, e da Carlo Savoia che in fatto di ditte vicine alla camorra ha compiuto un vero e proprio capolavoro nel libro delle quote del consorzio Cite, al punto di doverlo poi rottamare prevede 170 dipendenti. Se stanno promettendo i posti è perché siamo sotto a questa quota e perché ci sarebbero altre persone che dovrebbero andare in pensione tra cui, dio piacendo, anche Peppe la Porchetta che ha sfondato il limite di 6 mesi. Un’attestazione di legalità dovrebbe prevedere il rispetto della legge obbliga le imprese che vincono gli appalti nel comune di Caserta di attingere nei ranghi del Cub. pensate che questi qua si fermano davanti a tale problema?