PROVINCIA, DELEGHE RIMESSE Cinque consiglieri di maggioranza hanno impiegato una settimana per capire che Magliocca e Zannini li hanno messi “a intostare l’acqua”

14 Aprile 2022 - 16:32

In calce all’articolo il documento duramente polemico della cinquina dei consiglieri dei Moderati, movimento che fa capo al consigliere regionale di Mondragone

 

CASERTA Breve premessa: leggerete una notizia surreale. nel senso che la notizia c’è sulla carta, ma non c’è nella sostanza, perché non esiste una legge, una norma che la supporta.

Pur di tenere buono l’ovile, il presidente della Provincia Giorgio Magliocca sia nella precedente consiliatura che in questa, ha fatto quello che fanno molti sindaci: una sorta di sceneggiata, con tanto di comunicato stampa, con la quale afferma di aver delegato i diversi consiglieri della sua maggioranza a occuparsi di una o più materie.

Noi non sappiamo se questa barzelletta dei consiglieri provinciali delegati, barzelletta esattamente com’è quella sui consiglieri comunali delegati, trova menzione nello statuto dell’amministrazione provinciale di Caserta. Ma è assolutamente irrilevante stabilirlo, perché non ci vuole un cultore del diritto pubblico e del diritto amministrativo per dire che non essendo queste figure previste nel corpo della pessima legge Del Rio, che un Renzi sicurissimo di vincere il referendum fece fare in modo da anticipare la riforma e la destrutturazione dell’identità democratica di queste istituzioni la cui esistenza è sancita dalla Costituzione, non ci sarà nessuno statuto, cioè nessuna fonte del diritto di rango inferiore rispetto ad una legge dello Stato che potrà attivare istituti e meccanismi in distonia con i contenuti della citata legge.

Si chiama gerarchia delle fonti e in terza ragioneria la insegnano nel primo trimestre nell’ambito del programma di Diritto. Ecco perché non ci siamo soffermati più di tanto sul comunicato (clikka e leggi) inviato da Magliocca e contenente la distribuzione delle presunte deleghe ai consiglieri. Oggi pomeriggio i 5 che compongono il gruppo dei Moderati, cioè il movimento che fa capo al consigliere regionale Giovanni Zannini, hanno consumato uno strappo con Magliocca. Beninteso, uno strappo virtuale, anzi immaginario, perché anche nel loro comunicato si favoleggia sull’esistenza di queste leggendarie deleghe che, invece, non esistono, come non esistono quelle dei Comuni, dato che non ce n’è traccia in nessuno degli articoli, riformati o non riformati, del Testo unico sugli enti locali, D.leg. 267 del primo agosto del 2000.

Però, siccome anche queste esternazioni fiabesche possono rappresentare notizie, ve ne diamo brevemente conto.

Massimo Russo, contemporaneamente consigliere provinciale e consigliere comunale di Caserta dei Moderati ha sperimentato, dopo mezzo minuto sulla sua pelle, quello che abbiamo appena scritto. Avendo ricevuto la delega all’Agis, cioè l’Agenzia dell’amministrazione provinciale che sovrintende alla gestione degli impianti sportivi di proprietà, a partire dalla piscina olimpica di via Laviano e dal palazzetto dello Sport via Medaglie d’Oro, riteneva di poter portare avanti le sue idee, riteneva di poter, come si suol dire, far politica grazie a questa delega. Ma per far politica occorre avere voce in capitolo nella gestione operativa, esecutiva, quotidiana degli impianti. E siccome lì Magliocca ci ha messo il suo fratello di latte, Peppe Guida, al quale non basta evidentemente la carica di sindaco di Arienzo, Massimo Russo potrà al… massimo, andare a cambiare il cloro della piscina. Quando ha tentato di parlarne a Magliocca, ha capito che lui non è un assessore che, comunque delegato da un sindaco o da un presidente della Provincia, ha comunque un potere discrezionale frutto di una copertura politica dei consiglieri comunali o provinciali del suo gruppo. Una copertura politica che può essere tale solo quando si ha in mano la proverbiale pistola fumante. Se non esiste lo spauracchio dello scioglimento, della fronda di un numero di consiglieri che possono spedire a casa, sfiduciandolo, il presidente della Provincia, cosa mai se ne potrà fregare questi di un’alzata di scudi, della rinuncia alle deleghe cioè di quello che hanno deciso di fare i 5 consiglieri dei Moderati mettendolo nero su bianco nel documento che pubblichiamo in calce e che reca le firme del vicepresidente Pasquale Crisci, del già citato Massimo Russo, dell’aversana Olga Diana, di Michele Falco e del capogruppo Vito Marotta, sindaco di San Nicola la Strada. Pensate un po’ che l’unica modalità praticabile per far cadere un presidente della Provincia, ai sensi della legge Del Rio è rappresentata dalla mancata approvazione dei bilanci che, badate bene, non dipende dal consiglio provinciale, ma da un altro organo, cioè dall’assemblea dei sindaci. E figuriamoci se, con tutti i sindaci appartati con Zannini, Magliocca può preoccuparsi o può correre qualche pericolo.

Trattasi, dunque, di semplice intostamento dell’acqua. Ah, questa espressione capita a fagiuolo: Massimo Russo, per affermare la sua potestà potrebbe, ogni mattina, prima cambiare il cloro e poi sottoporre l’acqua della piscina a un processo di consolidamento molecolare finalizzato a intostarla in modo da renderla più adatta alle performance dei nuotatori. Anche la povera Olga Diana, che Zannini ritiene, evidentemente avendo ragione per pensarlo, cosa sua, sempre riconducibili a miti ragioni, è arrabbiata di brutto. Al punto che una settimana fa non si è neppure presentata alla seduta del consiglio comunale di Aversa, dove lei insieme a Francesco Sagliocco, Federica Turco, Giovanni Innocenti ha realizzato per ordine di Giovanni Zannini, uno dei più rozzi ribaltoni che la storia politica, pur inquietante di questa provincia, ricordi.

Giustamente, la Diana ha visto che Giovanni Innocenti “ha preso il posto” senza sostenere nessun concorso e sulla base di una procedura totalmente illegale per la quale il Consorzio idrico seppur a giorni alterni, non sarebbe proprio un ente pubblico, ma un ente pubblico meno meno; poi, sempre Olga Diana ha visto che la fidanzata di Francesco Sagliocco è stata assunta a un’Asl, il fratello di Francesco Sagliocco, Giuliano figlio di Luciano Sagliocco, è stato assunto a un’altra Asl insieme alla cugina diretta della fidanzata di Francesco Sagliocco, quella assunta alla prima Asl; poi, sempre Olga Diana ha visto che Federica Turco, anch’essa titolare di un voto determinante in consiglio comunale ad Aversa, non ha vinto un concorso, ma addirittura due, manco fosse Archimede Pitagorico o la figlia di Calamandrei. E dunque, potendo scegliere tra una scrivania al Comune di Santa Maria C.V., dove l’aveva destinata il Concorsone della Regione, e un’altra scrivania, poi toccata dalla grazia dell’opzione finale operata dalla Turco, in un comodo ufficio dell’Asl Napoli1. Dopo aver visto tutte queste cose, Olga Diana, che sperava in una delega che le permettesse di dire che lei effettivamente conta qualcosa, si è vista recapitare la rutilante materia delle Politiche giovanili e, udite udite, quella di rappresentante dell’amministrazione provinciale nell’organismo direttivo campano dell’Unione province d’Italia o Upi, che dir si voglia.  Conoscendola, avendo seguito le sue mosse negli ultimi anni in cui ha svolto costantemente attività politica, riteniamo che Zannini la riporterà facilmente all’ovile perché riteniamo che i due, cioè Olga Diana e il consigliere regionale, siano proprio fatti biologicamente l’uno per l’altra e l’una per l’altro.

Potremmo declinare tutto quanto l’elenco degli aventiniani immaginari, parlando anche di quello che hanno ricevuto e di quello per cui sono in qualche modo frustrati, ma riteniamo che per una notizia che non è tale, abbiamo già scritto tanto, anzi troppo.

La verità è una sola: Giovanni Zannini e Giorgio Magliocca si chiudono in una stanza e decidono tutto loro, si spartiscono tutto loro, come ben dimostra la vicenda della Gisec, come ben dimostrano le trame intercomunali tra Pignataro, Sparanise e Mondragone, come ben dimostra l’assunzione, pretesa e ottenuta da Zannini poche ore prima dell’apertura dei seggi delle ultime eleziini provinciali del 18 dicembre scorso, dell’ingegnere di Mondragone Alfonso Letizia, super fedelissimo del politico suo concittadino il quale spedendolo alla Provincia, ha messo sotto il suo stretto controllo politico e amministrativo quell’Ufficio tecnico che, come abbiamo dimostrato in molti articoli dedicati al modus operandi dell’ex dirigente Del Prete e dei suoi fedelissimi, è stato fino ad oggi un pozzo senza fondo, il luogo in cui un “manipolo di mariuoli”, perché così li ha definiti dal Procura della Repubblica di Benevento quando ha arrestato l’imprenditore di Casal di Principe, trapiantato un po’ dovunque, ma soprattutto a Teverola e a Maddaloni, Raffaele Pezzella, ha dettato legge e ha fatto soldi a palate con le tangenti, con le mazzette. Così come, lo ripetiamo, ha messo nero su bianco la Procura della Repubblica del capoluogo sannita, la quale ha arrestato Pezzella perché mediava le tangenti per un non meglio precisato ingegnere dell’Ufficio tecnico dell’amministrazione provinciale di Caserta, ma soprattutto ha ottenuto, sull’arresto dello stesso Raffaele Pezzella, il totale avallo, la conferma della validità di questo impianto accusatorio da parte del Tribunale del Riesame di Napoli, il quale ha emesso una decisione che chi segue queste cose sa bene non essere certo molto consueta.

CLIKKA QUI SOTTO PER LEGGERE IL DOCUMENTO DEI 5 CONSIGLIERI MODERATI

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