PROVINCIA DI CASERTA. Magliocca arruola per 5 mila euro l’avvocato-braccio destro del presidente FIGC Gravina per il ricorso presentato dal sindaco Enzo Guida

6 Aprile 2022 - 10:20

Si tratta della nota vicenda relativa al conteggio dei voti relativamente al consiglio provinciale che ha premiato Liliana Trovato ai danni del primo cittadino di Cesa.

CASERTA – Chi ha seguito passo passo i giorni delle elezioni al consiglio provinciale di Caserta, si ricorderà il caso di Enzo Guida, sindaco di Cesa, inizialmente eletto in consiglio provinciale nelle fila del Partito Democratico, ma poi “cacciato” in considerazione della verifica di alcune schede che avevano assegnato ulteriori voti ai candidati di Caserta al Centro, Vito Marotta, sindaco di San Nicola La Strada, e Liliana Trovato, consigliera di maggioranza nell’assemblea comunale di Caserta, proprio colei che è andata poi a sostituire Guida nel consesso di Terra di Lavoro.

Il sindaco di Cesa poco dopo essere stato informato della notizia, aveva già descritto i suoi passi successivi, tra cui un possibile ricorso al TAR. Ed è quello che è avvenuto alla fine di gennaio.

Guida, infatti, ha chiesto l’annullamento del verbale delle operazioni dell’ufficio elettorale con il quale è stata disposta la proclamazione dei candidati eletti alla carica di consigliere provinciale soprattutto, chiaramente, nel passaggio che portava gli eletti della lista del Partito Democratico da 5 a 4. La fascia tricolore del comune dell’agro aversano, anch’egli avvocato, ha scelto come legale di fiducia il suo collega Giuseppe Costanzo.

La provincia di Caserta ha deciso di resistere nel ricorso presentato al tribunale amministrativo regionale da Guida perché, leggiamo testualmente, “il ricorso è del tutto infondato in fatto ed in diritto“.

Con nomina diretta del presidente Giorgio Magliocca è stato individuato come legale Giancarlo Viglione, con studio in via Lungotevere dei Mellini, a Roma. Costo dell’incarico: 5 mila euro.

E il nome di Viglione non è certamente uno di primo pelo. Classe 1967, è stato un uomo da sempre vicino all’ex ministro Alfonso Pecoraro Scanio, per cui ha ricoperto diversi ruoli sia quando questi era ministro dell’Ambiente, tra il 2006 è il 2008, sia quando lo è stato delle Politiche Agricole e Forestali, tra il 2000 e 2001.

Viglione, però, è nome noto anche agli esperti delle “cose del calcio”, nell’ambito giuridico e amministrativo del pallone.

Nel 2018, infatti, durante il caos post mancata qualificazione ai mondiali di Russia, era rappresentante dei delegati della Lega Nazionale Dilettanti, della Lega Pro e dell’Associazione Italiana Calciatori, in seno alla querelle per l’elezione del presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio. Ed è proprio con il presidente dei dilettanti, Cosimo Sibilia, avversario al tempo delle elezioni del futuro presidente Gabriele Gravina, che Viglione ha stretto un’amicizia consolidata negli anni.

Ma alla fine presidente della FIGC diventa Gravina e Viglione salta la staccionata, abbandona Sibilia e diventa uomo di fiducia del presidente, venendo nominato come coordinatore della commissione sulle riforme della giustizia sportiva.

L’avvocato in poco tempo diventa quello che può essere definito il braccio destro del presidente Gravina e gli viene affibbiato un particolare soprannome: il presidentino. Secondo quanto scrive Dagospia

, questo nomignolo nasce dalla ridotta statura di Viglione e pare anche per i modi autoritari con cui si muove nella sede della Federcalcio.

Un piccolo excursus storico sull’avvocato nominato da Giorgio Magliocca per difendere la Provincia in un procedimento che dovrebbe dare le prime risposte tra pochi giorni, il 13 di aprile. Parliamo di un legale a dir poco preparato sulla materia amministrativa, ma anche questa volta il presidente è caduto in tentazione, andando a cercare un soggetto con un forte passato politico, riconducibile ad un’area molto chiara.

La provincia di Caserta sotto la guida del sindaco di Pignataro Maggiore sta sviluppando ormai da diverso tempo una gestione legata alla visione clientelare del potere, della gestione degli incarichi un base ad accordi consolidati. Ed è verosimile immaginare come la nomina di Viglione, fedelissimo dell’ex-ministro Pecoraro Scanio, sia legata a questa già utilizzata matrice. Sia chiaro, potrebbe essere che, al contrario, questa sia una nomina figlio di un nuovo cammino intrapreso da Magliocca, ma concedeteci anche il dubbio che non sia così.

Tale ragionamento – può sembrare scontato, ma sempre meglio specificare il seguente passaggio – non si collega ad una diminutio delle qualità, delle capacità di Viglione, un giurista dal curriculum invidiabile, ma dimostra la predisposizione granitica del centro di potere legato al presidente Magliocca di muoversi attraverso una prassi nell’individuazione dei soggetti da premiare con lauti incarichi (il figlio del ministro Landolfi, l’ex assessore PdL Zaccariello, due esempi al volo per tutti) sempre legati al mondo politico, come se nel resto della provincia, della regione, del Paese non esistano esperti, consulenti, professionisti senza questo particolare requisito.