PUC DI AVERSA. Il Tar dà torto al sindaco De Cristofaro sul bando annullato. Se persevera vuol dire che è questione di nome gradito. E questo non è legale

13 Gennaio 2019 - 11:18

COMUNICATO STAMPA

AVERSA – L’Amministrazione De Cristoforo ha da sempre indicato fra i temi importanti e delicati da affrontare e risolvere, anche con una certa celerità, la redazione del PUC.

Dopo la delibera di indirizzo sul Piano, portata in Giunta dall’Assessore all’Urbanistica Gilda Emanuele (stranamente subito dopo allontanata dal Sindaco senza motivazioni comprensibili), abbiamo assistito ad una ulteriore serie di vicende inspiegabili che lasciano francamente interdetti.

Per riassumere brevemente: nell’ultimo Bilancio di previsione il Sindaco e la Giunta avevano “dimenticato” di appostare le somme per il Bando attraverso il quale affidare la progettazione del PUC. Uno dei punti cardine di questa consiliatura trattato come l’ultimo dei problemi dall’Esecutivo. Per riparare a questo grave errore infatti fu necessario un emendamento di maggioranza al suo stesso Bilancio con il quale furono appostati 200.000 euro.
Dopo questa inconcepibile distrazione e dopo qualche mesetto di attesa viene pubblicato un Bando per soli 90.000 e vengono scelti i 3 componenti della commissione giudicante.

Espletato il proprio lavoro e dopo aver saputo chi erano i vincitori del Bando di progettazione del PUC, improvvisamente il Dirigente scopre che uno dei commissari non poteva essere nominato in base ad un regolamento ASMEL(centrale di committenza) che disponeva di non nominare, ove possibile, OVE POSSIBILE, commissari della stessa provincia. La disposizione, niente affatto perentoria e vincolante, seguiva una direttiva ANAC, che a loro volta non sono vincolanti, come ha ribadito anche il Consiglio di Stato recentemente.

E’ di venerd’, l’altro ieri, la sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale della Campania (Sezione Prima) in cui viene sonoramente sconfessato l’operato del dirigente Serpico che si vede annullate le determinazioni dirigenziali 09 e 10 rispettivamente del 28 settembre e 22 ottobre 2018: “L’ Asmel non è un’amministrazione pubblica, né un organismo di diritto pubblico, ma sostanzialmente privato” pertanto il suo regolamento non ha forza di legge.

E’ evidente che l’annullamento non è stato fatto in modo corretto e sbagliati erano i presupposti di legge per procedere in tal senso. Vogliamo ricordare a noi stessi che per cancellare in autotutela una procedura di gara già espletata, ci dovrebbe essere un interesse pubblico prevalente e concreto.

Ci è sembrato e ci sembra, ora più che mai, di poter affermare che è arrivato il momento di portare a compimento la procedura e di affidare l’incarico a chi è risultato vincitore senza ulteriori aggravi, spese e condanne in danno della città e dei cittadini.

In mancanza, se si dovesse decidere di proseguire in una lite temeraria, dare seguito alla recente determina, e pubblicare nuovo bando per individuare il nuovo gruppo al quale affidare la redazione del PUC, potrebbe apparire che il problema non sia una questione di procedura bensì una questione di professionisti.

Due (molteplici) indizi fanno una prova.