Quando il clan dei casalesi si scaraventò sui 60milioni di euro in via di stanziamento per il super depuratore di ORTA. La Napoli Nord Scar e…
5 Gennaio 2023 - 19:54
Siamo tornati focalizzandolo, molto meglio, sullo stralcio dell’ordinanza che racconta del messaggio, mandato da un dipendente dell’impianto all’aspirante successore di Nicola Schiavone, attraverso un tal Alfredo Lama. L’autorizzazione dell’Amministrazione provinciale di Caserta datata anno 2020
CASAL DI PRINCIPE/ORTA DI ATELLA – (g.g.) Avevamo, già incrociato nell’ordinanza rigurdante, tra diverse altre cose, l’attività di Giuseppe Della Corte, che ha tentato di riorganizzare le fila di quella parte del clan dei casalesi, sicuramente la più importante, strutturata un tempo attorno alla famiglia di Francesco Schiavone detto Sandokan, poi del cugino e omonimo Francesco Schiavone detto Cicciariello, poi ancora su Nicola Schiavone figlio del Sandokan di cui sopra, la vicenda di un grande interesse, suscitato in Della Corte da una confidenza ricevuta da un tal Alfredo Lama il quale gli rivela che di li a poco dovranno essere spesi ben 60milioni di euro per il depuratore delle acque reflue provenienti da utenze private e indusrtiali, del bacino territoriale di Napoli Nord, con fulcro operativo ad Orta di Atella.
Inutile dire che noi stiamo cercando un po’ di venire a capo di questa vicenda, anche per capire se questo finanziamento è stato poi effettivamente erogato oppure no. E’ certo invece che Giovanni Della Corte aveva già ipotizzato un tangentone del 5% pari a 300mila euro. Per quanto riguarda ancora Alfredo Lama, stando ai contenuti delle intercettazioni, realizzate proprio a carico di Della Corte avrebbe avvisato l’aspirante boss che il dipendente della Napoli Nord da cui era arrivata la soffiata, chiedeva in cambio essendo lui vicino alla pensione, che fosse poi suo figlio ad essere assunto.
La Dda ha citato, quale contenuto di riscontro, l’Autorizzazione Ambientale, che l’Amministrazione Provinciale di Caserta formalizzato alla fine di un iter, completato il 23/06/2020. Per cui, qualcosa c’è stato, qualcosa si è mosso dopo la visita che una delegazione, formata dall’allora presidente della commissione di controllo del Consiglio Regionale su Terra dei Fuochi, Gianpiero Zinzi, e composta dall’allora sindaco di Orta, poi sciolto per infiltrazione camorristica, Andrea Villano, dall’amministratore delegato della Napoli Nord Scarl, l’ ingegnere Giorgio Molinari, dal dirigente del settore Ambiente ed Ecosistema della Regione Campania, l’architetto Pasquale Bruno, del funzionario Arpac di Caserta, Claudio Delle Femmine, del referente Ambito Distrettuale di Caserta dell’Ente Idrico Caserta, Giovanni Marcello, del direttore dell’impianto, Giuseppe Zarano, e del custode giudiziario il professor Paolo Massarotti. Figura, quest’ultima, che lascia intendere che diversi problemi, non solo quello del cattivo odore e del pessimo funzionamento, dai quali era derivata la visita della delegazione istituzionale, affliggevano e probabilmente affliggono ancora l’impianto ortese.
Purtroppo, l’ordinanza, finalizzata a dimostrare che Giovanni Della Corte rappresentasse già da allora un punto di riferimento del clan dei casalesi non ci è utile per capire come andò poi a finire la storia di questo finanziamento. Cercheremo dunque di capirlo bene nei prossimi giorni perché 60milioni di euro non sono bruscolini neppure quando di mezzi ci sono i califfi della Regione Campania.