Quanti complimenti dai camorristi all’ingegnere Claudio Valentino: “Ha attraversato il fuoco tra Villa Literno e Orta”

13 Giugno 2020 - 17:50

CASERTA – Claudio Valentino non era soltanto un dirigente pubblico smaliziato e soprattutto disponibile, partecipando attivamente ai piani criminali del clan Puca a Sant’Antimo. Per arrivare fino a lì, si era inerpicato attraverso un cursus honorum che l’aveva fatto diventare famigerato, quasi un eroe, agli occhi di personaggi poco raccomandabili dell’area santantimese e non solo.

Al riguardo, c’è un passaggio all’interno dell’ordinanza Antemio, figlia del lunghissimo lavoro operato dalla Dda di Napoli, che ci mostra una conversazione tra Francesco Di Lorenzo, consigliere comunale a Sant’Antimo dal 2010 e 2017, ritenuto dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli come uno dei referenti politici del clan, Antimo Puca e Giuseppe Di Domenico, membri del citato gruppo criminale santantimese, in cui il politico inizia a tessere le lodi del ingegnere Claudio Valentino. Di Lorenzo lo definisce preparato, “un cornuto“, che nel linguaggio vernacolare, come ben sappiamo noi campani, non è un termine offensivo, anzi, si tratta di una dichiarazione di stima verso il dirigente originario di Casagiove, l’attestazione delle sue capacità.
La conversazione tra i tre continua e di Lorenzo, dopo aver sottolineato la scaltrezza e le capacità criminali Valentino, ricorda ai suoi ascoltatori come l’ingegnere sia uscito indenne da diverse vicende giudiziarie che lo hanno interessato proprio quando ricopriva lo stesso incarico che svolgeva a Sant’Antimo anche nei comuni di Orta di Atella e Villa Literno.

Ed è forse Giuseppe Di Domenico a dare la migliore descrizione della provenienza lavorativa dello stesso Valentino: “Quello viene da dentro il fuoco“. Quindi, gli stessi membri del Clan Puca, riconoscevano la pericolosità di ciò che Valentino aveva compiuto tra Villa Literno e Orta di Atella conoscendo anche le vicende giudiziarie del dirigente. Durante questa particolare apologia della carriera di Claudio Valentino, nel discorso tra i tre ci finisce anche il fratello del dirigente casagiovese. Di Lorenzo spiega infatti che Valentino, ritenuto uno ammanigliato, ne sa di diritto penale e di reati, facendo riferimento al germano di questi, Bruno, avvocato penale, “con la coscia zoppa e con lo studio a Napoli“.