Ras del clan dei Casalesi dovrà scontare 20 anni. La Cassazione respinge l’ultimo ricorso

27 Febbraio 2019 - 17:22

CASTEL VOLTURNO – Dopo un mese da latitante, era stato arrestato nel 2011 una villetta del Villaggio Coppola a Castel Volturno Pasquale Aiello e condannato a 10 anni di carcere con sentenza del Gip del Tribunale di Napoli il 3 dicembre 2012, per il reato di associazione di tipo mafioso, essendo Aiello uomo del clan comandato del boss Domenico D’Ausilio, operante sia a Napoli che in provincia, soprattutto nella zona di Villaricca.

Non è l’unica sentenza di colpevolezza che ha colpito Aiello, il quale è stato condannato sempre a 10 anni anche dal tribunale sammaritano nell’ottobre 2014. Il reato contestato è ancora quello all’art. 416-bis, Aiello è stato ritenuto membro del Clan dei Casalesi, al servizio della fazione guidata dalla famiglia Schiavone, in particolare nel gruppo operante a Castel Volturno diretto da Alfonso Iacolare.

Il tribunale di Santa Maria Capua Vetere, in funzione di giudice dell’esecuzione, aveva rigettato l’istanza proposta dai difensori di Pasquale Aiello di applicazione della disciplina della
continuazione fra i reati, ritenendo che non sia stato dimostrato che alla base dei due diversi reati associativi oggetto dell’istanza sussistesse il medesimo disegno criminoso, elemento sostanziale per il calcolo della pena in senso riduttivo.

L’avvocato di Pasquale Aiello ha quindi proposto ricorso in Cassazione contro l’ordinanza del tribunale sammaritano, chiedendone l’annullamento poiché, secondo la tesi difensiva, il Tribunale non aveva applicato correttamente la disciplina della continuazione.

Per i giudici dell’ultima istanza, i colleghi del tribunale di Santa Maria hanno attuato in maniera corretta la norma perché “non è sufficiente il riferimento alla tipologia del reato e all’omogeneità delle condotte, ma occorre una specifica indagine sulla natura dei vari sodalizi, avuto riguardo al tipo di compagine che concorre alla loro formazione, alla loro concreta operatività e alla loro continuità nel tempo“.

I giudici, quindi, hanno dichiarato inammissibile il ricorso dell’avvocato di Aiello, che non potrà quindi usufruire della disciplina della continuazione tra i reati che avrebbe portato a uno sconto degli anni di carcere