Reggia, disboscamento attorno alla Peschiera Grande. La senatrice Corrado presenta una interrogazione al Ministro Franceschini

9 Luglio 2021 - 09:42

Nelle foto, alcuni scorci della peschiera grande dopo il disboscamento

Caserta (pasman)- Nei giorni scorsi ci siamo dovuti occupare più volte (primo articolo)  (secondo articolo)  (terzo articolo)  della Reggia di Caserta perché, bontà dei lettori che trovano in CasertaCe.Net quella possibilità di ascolto che non hanno altrove, abbiamo ricevuto da loro più di una segnalazione, corredate di video e foto, delle ultime e sorprendenti disfunzioni constatate nel parco reale. La mancata irrigazione dei prati, che li ha quasi ingialliti. Le pietose condizioni dei gabinetti per i visitatori, almeno di quelli del ponte di Sala. Ma la denuncia più seria, forse, ha riguardato il disboscamento della vegetazione, anche di alto fusto, che circondava la peschiera grande. Così quel luogo, da ameno che era, è piombato nella desolazione. Almeno, a noi, ha fatto questo effetto, vedendo i palazzi condominiali che ora incombono lungo il confine del parco. Intendiamoci bene, sono edifici costruiti nel corso degli anni per effetto di una dissennata politica urbanistica, che non ha risparmiato nulla e che non si è fatta scrupoli, ciecamente e cinicamente, di costruire a ridosso di un tale monumento. In alcuni punti, il terreno confinario è stato ridotto a poche decine di metri. Ma, nel caso della peschiera grande, quella corona di verde totale che contornava da sempre l’invaso, per quanto una illusione ottica, perché lasciava immaginare  spazi indefiniti, mentre si sapeva che immediatamente dietro c’erano quei palazzi, era una delizia per gli occhi e per lo spirito. D’altronde, l’arte

non è che artificio. Ora quella magia è dissolta. Ti sembrava di stare in un mondo idilliaco, ma ti avvedi che sei ben saldo nel nostro secolo, come si incaricano di ricordati quei palazzoni, cemento, vetro ed alluminio, e quella signora che, sul balcone, sciorinando i panni, si incuriosisce della tua presenza di visitatore.

Un’immagine aerea del parco reale che ne mostra l’assedio urbanistico subito. Il viale centrale, come si vede, è ridotto a poche decine di metri di estensione

Forse non sbagliavamo a fare queste riflessioni se oggi apprendiamo che la senatrice Margherita Corrado – che i lettori di CasertaCe.Net ben conoscono, perché  abbiamo puntualmente riferito delle sue tante e fattive iniziative a tutela del patrimonio culturale del casertano (Aversa, S.Maria C.V., San Felice a Cancello, oltre a Caserta capoluogo) – ha presentato una interrogazione parlamentare al ministro Franceschini proprio sulla vicenda della peschiera grande. La parlamentare, per quanto ci riguarda, ha un doppio merito. Per il fatto in sé e perché mette in maggior risalto l’interrogativo che inquieta e che già ci siamo fatti sulla questione: perché qui da noi nessuno dice niente e dobbiamo essere suppliti dagli altri?

Questo il testo della interrogazione della senatrice Corrado

 

Interrogazione a risposta orale
CORRADO, ANGRISANI, GRANATO, LANNUTTI – Al Ministro della Cultura – Premesso che:
la REGGIA DI CASERTA, istituto museale del Ministero della Cultura (MiC) riconosciuto di rilevante interesse nazionale e perciò dotato di autonomia speciale, ha recentemente scritto di sé che: “ha avviato un percorso di promozione dello sviluppo territoriale e di valorizzazione dei servizi museali in un’ottica di partnership con imprese e professionisti” (https://www.invitalia.it/…/not…/evento-reggia-di-caserta). I molti lavori affidati di recente dalla Direzione della Reggia sembrano confermare un notevole attivismo, per certi versi forse esasperato;
risulta infatti agli interroganti che, durante i mesi di chiusura forzata del Parco Reale per la pandemia da Sars CoV-2, un intervento molto invasivo condotto intorno alla Peschiera Grande, costruita nel 1769 all’interno del bosco vecchio per volontà del re di Napoli Ferdinando IV, su progetto dell’architetto Francesco Collecini, ha impoverito moltissimo la cintura verde dell’invaso: la fitta vegetazione che nascondeva la vista i palazzi circostanti è stata tagliata quasi per intero;
le immagini pubblicate mostrano, inoltre, un parziale rifacimento del percorso pedonale circostante la grande vasca (270 x 105 m) che, privo com’è di modifiche sostanziali, ben s’inquadra in un’operazione di rinnovamento di cui sfuggono le motivazioni e che, tra l’altro, alcuni dettagli denunciano non essere stata eseguita del tutto a regola d’arte.
nel complesso, la qualità dell’intervento presso la Peschiera Grande appare modesta e resta opinabile, anche alla luce delle speciali misure di tutela imposte dalla L. 20 febbraio 2006, n. 77, la ratio dei tagli al verde eseguiti, quasi che l’unico motivo possa identificarsi nella capillarità degli interventi in corso nel Parco. Altri spazi verdi sono stati intanto sacrificati presso il bar allocato nella parte alta, per sistemare un’estesa pedana in legno sulla quale disporre, moltiplicati, i tavolini per accogliere i clienti (cfr. https://casertace.net/tutte-le-foto-reggia-da…/…);
quanto alle concessioni d’uso temporanee a privati, l’ultima polemica è legata all’esibizione di un disk jockey locale, il 29 maggio u.s., che ha allestito la propria postazione a ridosso della fontana di Cerere, mentre il programma di restauro della fontana di Diana e Atteone sarà finanziato da un Service al femminile da sempre in odore di massoneria (https://www.marcianise.info/…/joseph-capriati-live…/…; https://www.maddalonicitta.it/notizia-dettaglio.php?id=3624);
per contro, sembra che ad alcune criticità ‘storicizzate’ non si sia ancora messa mano: i servizi igienici al ponte di Sala, le pompe di alimentazione delle fontanelle d’acqua potabile del Parco, l’irrigazione del giardino inglese e di altri spazi erbosi, il degrado dei locali di servizio in uso al personale (cfr. TUTTE LE FOTO E IL VIDEO. L’altra Reggia di cui non si parla: prati senz’acqua, locali di servizio e bagni in pessime condizioni – CasertaCE);
considerato che:
a fine febbraio 2019, il sindaco di Caserta esultava per avere sottoscritto con la Presidenza del Consiglio dei Ministri una convenzione atta a rimodulare l’intesa pregressa e spendere ben 18 milioni di euro del bando per la riqualificazione urbana e sicurezza delle periferie. E dichiarò: “Daremo nuova vita ai tracciati viari storici, per valorizzare le aree di contorno e restituire senso all’area di interesse storico ed ambientale limitrofa all’area della Reggia” (cfr. https://www.rivistasiti.it/caserta-e-la-reggia-il…/); “Riqualificazione della città, funzionale al complesso vanvitelliano della Reggia e del sistema cinematico” è invece il titolo del piano di riqualificazione urbana in fase di progettazione, su impulso dello stesso Sindaco, dai primi del 2020 e del valore dichiarato di circa 200 milioni (cfr. https://www.genteeterritorio.it/il-sistema-reggia-del…/);
è del 16 giugno 2021, però, legata al dissesto dichiarato dal Comune nel 2018, la decisione dell’Organo straordinario di liquidazione del dissesto di affidare ad una ditta le operazioni prodromiche all’alienazione dei beni immobili municipali, tra i quali figurano anche il Palazzo Vecchio e la “Villetta Maria Carolina”: un’area verde adiacente al Parco Reale solo da poco recuperata al Comune e al cui affidamento in gestione a privati si erano opposte le sezioni casertane di Italia Nostra, WWF e Lipu (cfr. https://www.teleradio-news.it/…/caserta-parco-villa…/);
Valutato che:
in contrasto con l’iper-attivismo fattivo della Direzione della Reggia relativamente al Parco Reale e con quello invece più teorico (e non privo di contraddizioni) dell’Amministrazione comunale, si continua a registrare uno stallo relativamente ad una prerogativa molto importante del complesso vanvitelliano: la sua iscrizione, fin dal 1997, nella lista dei siti UNESCO e lo sviluppo del suo intero potenziale; solo il 24.02.2017, del resto, è stato istituito l’Ufficio Unesco di Caserta, preposto anche alla redazione e al monitoraggio del Piano di gestione (https://www.comune.caserta.it/archivio10_notizie-e…);
negli anni passati, in effetti, il tema del recupero della fascia esterna al complesso monumentale era stato inquadrato nella prospettiva dell’allargamento della zona cuscinetto del sito seriale che ha nel Palazzo Reale del XVIII secolo il proprio fulcro ma si compone anche dell’Acquedotto Carolino e Complesso di San Leucio. La buffer zone misura appena 110.76 ettari, distribuiti intorno ai quasi 90 dei tre complessi edilizi coinvolti (cfr. http://whc.unesco.org/en/list/549), tant’è che sarebbe più appropriato parlare di definizione invece che di allargamento, ma dovendo quella “garantire un livello di protezione aggiuntiva ai beni riconosciuti patrimonio mondiale dell’umanità”, molti convengono che il Monte Tifata, scenario delle reali cacce, e i Colli Tifatini, situati alle spalle del Bosco di San Silvestro, andrebbero inseriti nel perimetro, a tutela di un paesaggio storico collinare ancora abbastanza integro, mentre quello della pianura è stato completamente stravolto;
altri, sull’esempio di Pompei, hanno guardato con favore all’idea di includere l’area vasta dell’intera Conurbazione Casertana o focalizzato l’attenzione su monumenti di grande rilevanza culturale distanti, però, nello spazio e nel tempo, dai siti reali borbonici: un sottosegretario ai beni culturali, ad esempio, auspicava che si includessero, oltre alla Reggia di Carditello e ai Regi Lagni, l’Anfiteatro di Santa Maria Capua Vetere, la Basilica di Sessa Aurunca, l’Abbazia di Sant’Angelo in Formis, il Litorale Domitio (cfr. https://www.v-news.it/caserta-convegno-sulle-buffer-zone…/);
fatto sta che le cautele e le restrizioni imposte dalla buffer zone, che accompagnano gli aspetti più condivisi (rilancio socio-economico, recupero ambientale, incremento del decoro, miglioramento della comunicazione con il pubblico, potenziamento delle infrastrutture e del sistema dell’accoglienza), sembrerebbero avere rallentato fino ad immobilizzarlo il processo di effettiva attivazione del sito UNESCO,
si chiede di sapere:
se il Ministro della Cultura sia in grado di spiegare le ragioni per le quali la cortina arborea circostante la Peschiera Grande del Parco Reale è stata sacrificata e di riferire quali iniziative intenda assumere per contribuire ad arrivare in tempi brevi al Piano di gestione e ad una delimitazione razionale della buffer zone del sito UNESCO.
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