REGGIA. Non si placano le proteste di ambientalisti e comitati cittadini per le stato pietoso a cui è stato fatto arrivare il parco reale
4 Agosto 2025 - 17:01

Caserta (pm) – Non si placano le proteste delle associazioni civiche ed ambientaliste cittadine per quanto sta accadendo al parco della Reggia, dove cascata, vasche e fontane monumentali sono da tempo a secco con una gravità forse senza precedenti.
La direzione del museo attribuisce genericamente il problema a una ridotta portata dell’acquedotto carolino, che sarebbe collegata ai cambiamenti climatici ed ipotizzando una serie di concause, tra cui gli allacci abusivi e la fornitura idrica agli insediamenti urbani lungo il suo percorso. Già questa incertezza sulle cause, ai nostri occhi, non depone bene, giacché implica che la monumentale opera idraulica non sia oggetto di una sistematica vigilanza volta a scongiurare proprio ciò che sta accadendo, senza essere colti di sorpresa ed essere impreparati per farvi fronte. In questa prospettiva, l’enfasi posta sull’arresto, avvenuto alcune settimane fa, dell’individuo che sottraeva illecitamente acqua da uno dei torrini del condotto, ci è apparsa mistificatoria.
Dalle foto pubblicate dai media, si è visto che utilizzava allo scopo un tubo idraulico di pochissimi centimetri di diametro, ciò che rendeva impossibile una significativa captazione dell’acqua.
Dopo i vari interventi e le prese di posizione dei giorni scorsi anche di parte politica, una delegazione della LIPU (Lega Italiana Protezione Uccelli), dell’Altra Italia Ambiente e del Gruppo 31 Agosto ha effettuato ieri l’altro una verifica al parco della Reggia vanvitelliana per accertarsi dello stato delle vasche e del resto. Eccone il resoconto per voce di uno degli esponenti: “ La prima [vasca] provenendo dall’ingresso al parco sembra che abbia le condizioni dell’acqua accettabili forse anche per le copiose piogge dei giorni scorsi. Cosa diversa, perché si presenta in pessimo stato, per quella del fossato della Castelluccia di un bel colore giallo marcio. I prati si presentano ingialliti a causa dello scarso apporto d’acqua e forse di concime”.


Il gruppo ambientalista ha altresì costatato che i viali che conducono al nuovo ingresso di via Giannone, attualmente in fase di realizzazione, sono stati ripianati incredibilmente con una vasta coltre cementizia, invece che con un sedime tufaceo o di terra battuta, certamente più consono alla natura del luogo ed ecolgico. Quasi uno sfregio, che, ci dice uno degli attivisti intervenuti, non sarebbe stato certamente permesso se fossimo stati nelle Marche – con le sue strade bianche non violate dal cemento – della direttrice Maffei.

Questa la cronaca ultima. Auguriamoci di poter dare quanto prima notizia che qualcosa si comincia a fare da parte degli uffici museali, individuando innanzitutto le sue priorità di intervento. Saremo di visione ristretta, ma che la direzione della Reggia si sia attribuita una parte primaria a riguardo di un nuovo “Tavolo di coordinamento par la valorizzazione territoriale” e della istituzione della DMO casertana (organismo, questo, detto Destination management organization, con inglese incomprensibile ai più, che vorrebbe e dovrebbe occuparsi della strategia di gestione coordinata di tutti gli elementi che costituiscono una destinazione turistica, nella specie la provincia di Caserta) non ci sembra abbia preminenza rispetto a problemi irrisolti che stanno affliggendo le strutture storico-architettoniche iconiche del monumento.
E per farci capire meglio, pubblichiamo in basso il video delle condizioni della Castelluccia, dove l’acqua del fossato si è trasformato in un pantano melmoso. Quello che – ci scommettiamo – nessun dirigente, funzionario, impiegato della Reggia sopporterebbe nel giardino di casa.
Ed in tutto questo, viene da chiederci, il neo soprintendente Nuzzo non ha voce in capitolo? Mah, misteri della burocrazia nostrana.
IL VIDEO DELLA CASTELLUCCIA