Hai capito Magliocca: due gare dei rifiuti, 6 milioni di euro. Tanti movimenti strani e sullo sfondo Lavornia, la purga a Picaro, Fiorillo e…
1 Gennaio 2019 - 19:38
CASERTA (g.g.) – Qualche mese fa, un po’ superficialmente, esaurimmo il ragionamento sul bando da 2 milioni e passa di euro per la costruzione di un nuovo impianto per il trattamento dei rifiuti all’interno dello Stir di Santa Maria Capua Vetere, sviluppando solamente il ragionamento tecnico di fronte alle perplessità e a qualche protesta della popolazione locale. Ne parlammo con il presidente della Gisec Fulvio Fiorillo che ispirò il nostro articolo in cui si parlava dell’innovazione che avrebbe portato l’introduzione di questo nuovo dispositivo nella vagliatura della macro-frazione dell’indifferenziato che dallo Stir arriva riducendone l’impurità che arriva dalla cattiva raccolta della differenziata e che oggi segna una presenza impropria in quella che dovrebbe essere una già definita frazione indifferenziata di almeno il 30% di umido, di impurità, per l’appunto, di materiale che dovrebbe finire negli impianti di compostaggio e affini e invece giace con ampia profusione di percolato nei cumuli dello Stir.
C’eravamo ripromessi di tornare sull’argomento visto che pur stimando Fulvio Fiorillo noi non siamo abituati ad ascoltare una sola campana. Poi ci fermammo. E fermandoci ci dimenticammo l’altra questione d’approfondire. Quei due milioni e passa di euro erogati dall’amministrazione provinciale di Caserta da dove cavolo uscirono se, oggi come oggi, questo ente è divenuto pressoché decorativo e a bassissima disponibilità di spesa?
Questa domanda ce l’ha fatta tornare alla mente la scoperta di un secondo bando, stavolta di 4 milioni di euro e passa, relativo alla realizzazione dell’impianto di trattamento del percolato, enorme e inquietante retaggio delle discariche Parco Saurino 1-2. L’opera dovrebbe nascere lì, in quella zona di Santa Maria La Fossa.
Più di 6 milioni di euro, tutti in un colpo. Allora abbiamo dovuto concentrarci per studiare nel nostro potentissimo archivio e ci si è accesa la lampadina: ai tempo dell’amministrazione Zinzi, il governo nazionale erogò 20 milioni di euro alla provincia come ristoro per i disastri dell’emergenza rifiuti avvenuti qualche tempo prima.
Zinzi , con più di una ragione (a nostro avviso), non si fidava dei vari dirigenti, i Gennaro Spasiano, che andato a fare ciò che ha fatto al comune di Marcianise, ma anche di Del Prete, sempre dentro ad ogni situazione grossa che ha relazionato la gestione dei rifiuti a l’ente-provincia. Per questo motivo quei 20 milioni passarono nella cassaforte della Gisec, la società autonoma di diritto privato le cui quote sono nelle mani dell’amministrazione provinciale.
Da allora sono trascorsi anni. Al posto di Zinzi è arrivato Di Costanzo e alla Gisec sono cambiate diverse cose. Altre invece non sono mutate, molto ma molto stranamente. Ma qiesta è un’ altra storia che svilupperemo nei prossimi giorni.
Fatto sta che pochi mesi fa i ritroviamo queste due gare con la provincia a svolgere la funzione di stazione appaltante, avendone, evidentemente con atto motivato, ripreso le stesse dalla Gisec.
Poco abbiamo letto perché questi qua, i politici di Caserta, fanno in modo che i loro albi pretori siano inespugnabili, fanno magagne e non vogliono che se ne sappia. Da quel poco che abbiamo trovato ci siamo accorti che il termine di scadenza della gara da 4 milioni e passa è stato allungato di circa 20 giorni, dal 20 settembre al 12 ottobre. Può significare niente, ma può anche significare molto. Va rilevato che a novembre il meccanismo di aggiudicazione è già partito con l’avviso di seduta pubblica di verifica della documentazione integrativa delle ditte ammesse con riserva da parte della commissione, di cui ignoriamo, al momento, la composizione.
Per il resto non si sa nulla, non si sa per esempio se questi bandi, ad iniziare da quello di Parco Saurino, sia partito con un contenuto e sia arrivato a destinazione, al momento dell’inizio della gara, allo stesso modo, perché se non fosse così evidentemente gli ultimi casi giudiziari, a partire dalla pesantissima indagine della Dda sulla gara dei rifiuti in provincia di Caserta non ha insegnato niente a nessuno.
L’impressione è che ci siano tantissime zone d’ombra in questa vicenda. Silvio Lavornia, poi Magliocca, Raffaele Picaro che prima ci sta e poi non c’è più, il citato Fiorillo che ci sta sia prima che, sorprendentemente, anche dopo. Il gran cerimoniere? La buttiamo lì, Carlo Sarro.