Rischio d’incendio per la Reggia e i Campetti. Salta la “Notte delle lanterne”

22 Agosto 2019 - 17:51

CASERTA (pasman) – Un gruppo di scapati buontemponi (senza offesa per nessuno, naturalmente, ma così si dimostrano) aveva organizzato per questa sera alle 21, in piazza Carlo III, difronte alla Reggia, quella che aveva chiamato la Notte delle Lanterne 2019. Un raduno libero di persone che, negli intenti, ad un certo punto della serata avrebbero tutte assieme acceso e lanciato in aria quelle piccole mongolfiere di carta che sono le lucerne cinesi volanti. Inoltre, come abbiamo letto nei comunicati divulgativi, si sarebbero disputati “…dei giochi di cortile come il Tiro alla fune, Acchiappa fazzoletto, Uno due tre stella, Regina reginella quanti passi per arrivare al tuo castello, Corsa dei sacchi, Mosca cieca, Salto della corda”.

Quasi una rievocazione casertana del paese dei balocchi collodiano, in una regressione infantile sicuramente catartica. Tutto molto apprezzabile, se non per alcuni particolari. Uno, che piazza Carlo III è una piazza monumentale, tutelata da un’ordinanza sindacale che vieta, in maniera più che sacrosanta, di introdursi nel prato e di trattenervisi, sedersi, sdraiarsi o variamente bivaccare, come coloro che sarebbero intervenuti avrebbero inevitabilmente finito per fare.

Due, che il lancio delle lanterne con fiamma viva, come quelle, non è né libero né innocuo, come paiono credere i promotori. Occorre una licenza apposita dell’autorità di pubblica sicurezza per utilizzarle, in quanto costituiscono delle accensioni pericolose vietate e punite dalla legge se non autorizzate. E sono altamente pericolose per il rischio, non solo ipotetico, di incendi che possono scatenare, come la realtà ha più volte dimostrato in svariate parti della penisola. Casertace.net

ne ha già scritto in almeno due occasioni simili, nel luglio dello scorso anno e nel settembre del 2017, ricordando, temendo per il bosco del Palazzo Reale, come in quell’estate, a Napoli, un lancio illegale di lanterne cinesi aveva innescato l’incendio del Parco Virgiliano a Posillipo.

Fortunatamente, all’ultimo momento, la manifestazione annunciata è stata revocata. Come spiegano i promotori sentiti da molte testate di informazione locali, il ripensamento è stato con proprio rammarico dettato, non da un ipotizzabile intervento del comune di Caserta o della soprintendenza del MiBAC cui spetterebbe la salvaguardia del luogo e forse ancora al mare, ma dal fatto che hanno registrato  una tale valanga di critiche “…in nome di una ecologia estrema” preoccupata degli effetti ambientali della iniziativa, da temere che dalle proteste si sarebbe potuto “…passare ai fatti… a qualche azione dimostrativa in piazza dimenticando che sarebbero state presenti soprattutto famiglie e giovani”. Addirittura !

Ora, che questi organizzatori non si rendano conto che una piazza storica, patrimonio dell’umanità, non possa essere considerata buona per ogni attività che passi per la testa, specie se sa di sagra di paese come questa, lo capiamo. Anzi, ce lo aspettiamo, in questa epoca di esibizionismo e di populismo, nella quale per legittimarsi basta agire in nome di qualche persona che si riunisce.

Ma hanno tuttavia un’attenuante per questo deficit evidentemente culturale e di sensibilità, senza appellarci alla  questione della legalità pure sussistente. Quella di vedere “i campetti” utilizzati costantemente alla stregua di quell’area di verde pubblico che manca colpevolmente alla città. Tutti ci vanno per prendere il fresco, per scampagnare, bere e mangiare, fare fitness, portare i cani ed i bambini, per giocare a pallone, fumare in cerchio alla luce di fornelletti da campo, cantare accompagnandosi con la chitarra o la radio, pedalare sullo sterrato e fare anche il motocross. E si potrebbe continuare. E dunque, in questa logica, perché non le lanterne ed i giochi all’aria aperta?

Dunque qui il convitato di pietra è il comune: incapace ed anzi programmaticamente non intenzionato a proteggere piazza Carlo III secondo le norme che egli stesso ha stabilito, visto che il fenomeno è di sempre.

Ha gravissime responsabilità, allora, il sindaco a consentire questa malintesa ed opportunistica tolleranza, anzi a far finta di niente.

Sarebbe forse un bene che anche il nuovo direttore della Reggia glielo facesse capire.