S.MARIA C.V. Antonio Mirra, quando l’ordinanzamania diventa macchietta: che “casino” sul mercato. Spuntisti in rivolta

8 Dicembre 2020 - 16:55

Dopo aver fatto fare una magra figura ai vigili urbani ad inizio novembre, è capitato che sabato scorso ha mescolato i venditori di abiti usati con quelli di abiti nuovi e di calzature, sventolando il cartellino rosso e cacciando i mercatali più precari. Parliamo di quelli della licenza mordi e fuggi, che sono letteralmente insorti nella rete

SANTA MARIA CAPUA VETERE (g.g.) – Ci risiamo con le ordinanze strampalate del sindaco Antonio Mirra, perché anche lui, al pari di molti suoi colleghi vede la stesura di questo documento come un momento di affermazione del proprio ego personale prima ancora che istituzionale. E dunque l’ordinanza diventa uno strumento fine a se stesso, perché non rappresenta il coronamento di un processo corretto di studio appropriato delle normative, che per quanto riguarda il covid ormai sono diventate un vero e proprio ginepraio, ma semplicemente una trasfusione su foglio di una conoscenza superficiale, forse un sentito dire sommariamente sentito da un dipendente o un funzionario del comune che, a sua volta, scarsamente informato, si prende la briga di stendere una bozza di quell’ordinanza che poi diventa un atto che non regola, ma confonde. L’aveva già fatto qualche tempo fa, sempre relativamente alle cose riguardanti il mercato settimanale e c’è ricascato, Antonio Mirra.

Ma ricapitoliamo un attimo gli eventi.

Il giorno 11 novembre 2020, nella pagina Facebook del comune di Santa Maria Capua Vetere veniva annunciato il divieto di vendita degli abiti usati nell’area precedentemente assegnata a questi commercianti, a questi ambulanti, e nella quale avevano operato da tempo.

Il giorno dopo, giovedì 12 novembre, non avendo riscontrato il rilievo di alcuna ordinanza che desse seguito a questo divieto annunciato, i venditori pretendono in piena legittimità di effettuare le vendite nelle piazzole da loro assegnate da tempo. Chissà perché, la polizia municipale glielo impedisce. A questo punto i venditori chiedono l’intervento degli uomini della Polizia di Stato di Santa Maria Capua Vetere. Questi, non avendo riscontrato a loro volta l’esistenza di un’ordinanza ufficiale, autorizzano i commercianti a operare nell’area del divieto-fantasma.

Tutto ciò accadeva alla presenza di uomini e donne della Municipale che non ci faceva certo una bella figura. Il giorno ancora successivo, venerdì 13 novembre, il sindaco Mirra, uno che ha i tempi vitali di un elefante assonnato, emette questa benedetta ordinanza di divieto di vendita degli abiti usati, provvedendo a pubblicare l’atto nell’albo pretorio.

Passano un po’ di settimane e sabato scorso, 5 dicembre, con un ulteriore ordinanza il sindaco ribadisce il divieto degli abiti usati all’interno delle abituali piazzole. Contestualmente, vieta del tutto l’attività di vendita dei cosiddetti spuntisti, i mercatali senza licenza stabile e che si presentano al mercato per vedere ce c’è un posto, magari lasciato libero dai loro colleghi che invece hanno sottoscritto una licenza a lungo termine, ed eventualmente trovandolo vi insediano la propria attività pagando brevi manu il dovuto direttamente nelle mani dei vigili urbani. Ciò per consentire ai commercianti degli abiti usati, e qui, come spesso gli capita, Mirra comincia ad incartarsi, di occupare i posti che in linea di massima gli spuntisti riescono a reperire e che si localizzano sparsi, alla rinfusa, mischiati con quelli occupati dai venditori di abiti nuovi o dei venditori di scarpe.

Insomma, un mezzo casino, visto che non si capisce quale sia la finalità del combinato tra le due ordinanze. Proibire la vendita agli spuntisti e consentirla a coloro i quali (gli ambulanti degli abiti usati) era stata vietata nelle loro abituali piazzole non sembra avere molto senso, dato che collocare i venditori dell’usato in mezzo, a stretto contatto di gomito, con le bancarelle degli abiti nuovi e delle scarpe ha creato una condizione di scarsa sicurezza perché molti compratori, acquirenti di abiti di seconda mano li scelgono maneggiandoli a lungo e quindi creando anche la condizione per un rischio contagio trasmissibile alle strutture della vendita dell’abbigliamento nuovo e delle calzature.

In molti si sono chiesti i motivi di tale groviglio incomprensibile quando sarebbe stato molto più semplice e anche conveniente rimodulare le strisce delle piazzole dei venditori di abiti usati, creando maggiori distanza tra questi.

Tra le altre cose, Mirra è caduto di nuovo nell’errore di arrivare in ritardo. E se nel caso di novembre l’ordinanza era stata emanata alcuni giorni dopo l’annuncio del divieto con la citata brutta figura fatta fare ai vigili urbani davanti ai poliziotti del commissariato chiamati dai mercatali dell’usato, stavolta l’atto amministrativo, pur essendo arrivato quanto meno in epoca anteriore all’evento, si è separato da questo con un intervallo di sole 24 ore. E si può ben capire che con questa tempistica sarebbe stato difficile far restare a casa gli spuntisti, ma stavolta Mirra è stato fortunato, perché il suo affanno ha trovato soccorso nel cattivo tempo. E’ stata la pioggia ad evitargli un ulteriore magra figura. E che la storia sarebbe finita, come si suol dire, a pesci in faccia, è dimostrato dai determinatissimi post pubblicati sui social dagli stessi spuntisti. Ne citiamo qualcuno: “Ma che cavolo dici, sindaco Mirra: cioè solo noi che siamo spuntisti dobbiamo stare a casa? Non è giusto, vogliamo lavorare, è un nostro diritto!!!!“.

Poi, il grido di battaglia: “Che tutti gli spuntisti si facessero sentire. Andiamo ad occupare lo stesso lo spazio! Se noi non lavoriamo, ci dispiace dirlo, vuol dire che non lavorano nemmeno gli assegnatari. Facciamo una guerra, qua stiamo chiuso da mesi, ci siamo stufati PUNTO!!“.

Secondo post di uno spuntista: “Quindi, chi ha concessione, mangia; chi è senza muore di fame. Wow, non bastavano le stronzate del governo, ci mancava anche questa“. Terzo post spuntista: “Il diritto al lavoro è sacrosanto e non ci sono categorie di serie A e di serie B. Lavorare tutti. Ci vuole una bella coscienza. Gli spuntisti di Santa Maria sono sempre gli stessi da anni. Mi dica, signor sindaco, perché no, noi non siamo infettivi. Vi invito a ripensarci e vi auguro buon Natale“.

Ne abbiamo letti tanti altri. Speriamo che il sindaco Mirra si renda conto che quando il grande Einaudi coniò la famosissima frase cara a tutti i liberali: “conoscere per deliberare“, non disse niente di sensazionale, ma si raccomandò affinché la democrazia riconquistata tenesse la barra dritta, in modo che i governanti fossero quelli che sapevano di più e non semplicemente degli ignoranti primi inter pares.