S.MARIA C.V. Che sinergia tra la famiglia Orsi, Lidl e Soprintendenza: aperti in contemporanea, in via Galatina, il centro commerciale e il parco archeologico

20 Giugno 2022 - 11:22

Tutti i costi per la tutela e la valorizzazione dei reperti dell’epoca romana sono stati sostenuti dalla nota famiglia di professionisti sammaritani e dall’azienda tedesca

 

SANTA MARIA CAPUA VETERE – Se tutto si fosse sviluppato senza intoppi, il nuovo centro commerciale Lidl, di Santa Maria Capua Vetere, inaugurato lo scorso 9 giugno in via Galatina, avrebbe aperto da più di un anno. Come spesso capita, però, dagli scavi di cantiere sono affiorati dei reperti archeologici.

Inutile dire che l’antica Capua era una città ad alto peso specifico nell’epoca segnata e monopolizzata dai romani.

Dal momento in cui questa ennesima testimonianza dell’impegnativo passato, forse anche troppo impegnativo rispetto a quello che Santa Maria Capua Vetere è oggi, il cantiere si è fermato. Da quell’istante in poi, la proprietà del terreno, di cui è titolare la famiglia Orsi, con il notaio Raffaele Orsi in prima linea, ha lavorato a stretto contatto di gomito con la Soprintendenza che oggi, ormai è un tutt’uno, essendo venuta meno la ripartizione tra quella ai beni monumentali, architettonici, artistici ed ambientali e quella competente nella materia dell’archeologia.

Siccome dal momento della scoperta dei reperti al momento in cui il centro commerciale è stato inaugurato giovedì 9 giugno, è trascorso circa un anno e mezzo, si deve ritenere che la causa culturale della tutela, della conservazione e della valorizzazione delle antiche sopravvivenze dell’antica Capua, sia diventata una priorità anche rispetto alle ragioni economiche in ballo.

Qui, ci viene di sottolineare un aspetto della vicenda: in quanti, tra le centinaia e centinaia di cantieri, aperti negli anni in ogni punto di Santa Maria Capua Vetere, è stato osservato il medesimo rigore nella difesa e nel rovesciamento della priorità?

In pochi, molto pochi. Lì dove è arrivata la sovrintendenza, perchè magari è stata avvertita, qualcosa si è fatto, a dire il vero, neanche poi tanto, perchè per un lungo periodo, la sezione sammaritana di quella che al tempo era la Soprintendenza ai beni archeologici di Salerno, ha vissuto in grande letizia, in grande concordia con le maggiori famiglie dell’edilizia locale.

In tanti altri casi, i reperti affiorati sono rimasti un segreto tra chi guidava gli escavatori, chi dirigeva i lavori, naturalmente, dei proprietari dei siti.

Stavolta, le cose sono andate diversamente e oggi un nuovo sito archeologico, prospiciente al centro commerciale, è stato regalato alla città e alle persone sensibili e interessate alla sua storia. Si è registrato ovviamente un significativo aggravio dei costi, determinato dalla delicatezza e dalla complessità dei lavori da realizzare per proteggere l’integrità dei reperti venuti alla luce.

Soldi che, per la maggior parte, sono stati conferiti dalla famiglia Orsi. Abbiamo detto la maggior parte perchè il marchio Lidl, che ha il suo cuore direzionale in Germania, non si è tirata a sua volta indietro. Il notaio di Santa Maria Capua Vetere e una delle più grandi aziende della distribuzione alimentare d’Europa, la tedesca Lidl, hanno unito le loro forze e conseguentemente in un anno e mezzo, si è potuto rendere disponibile alla fruizione gratuita di chi lo ritiene, il sito archeologico e contemporaneamente sono stati aperti i battenti del centro commerciale.

Una vicenda che si è risolta felicemente, in quanto la sintonia, registratasi tra pubblico e privato, si è tradotta in efficienza e in propulsione operativa.

Ora, è vero che il tutto si è verificato in un contesto che ha messo insieme soggetti privati di un certo livello, caratteristica che potrebbe anche configurarsi come irripetibile, ma è anche vero un’altra cosa: questa tracciata dalla famiglia Orsi, dalla Lidl e dai funzionari della Soprintendenza è l’unica strada percorribile per tutelare tutte le ragioni, tutti i legittimi interessi, il cui corretto bilanciamento è espressione di civiltà e di progresso che soprattutto qui, in Italia Meridione, in Campania, in provincia di Caserta in particolare, è ben lungi da rappresentarsi con standard almeno accettabili.