Ad Script

S. MARIA C.V. Siamo ai “pesci fetenti” tra accuse di usura e reazioni pesanti tra Mastroianni e Capitelli. Ma il primo, ha torto perchè lui rappresenta in provincia il primo partito d’Italia

22 Aprile 2021 - 18:37

SANTA MARIA CAPUA VETERE( g.g.) Che dobbiamo dire? Che cos’altro possiamo dire e scrivere in proposito più di quello che abbiamo già detto e scritto nei mesi scorsi?

Perchè, tra le altre cose, ci sentiamo sempre un po’ in difficoltà a dover affrontare il problema politico quando questo ha il nome e il cognome di Salvatore Mastroianni, persona con cui questo giornale ha collaborato quando si batteva dai banchi dell’opposizione.

Però, qualcosa, purtroppo, dobbiamo esprimerla perchè il caso Mastroianni è diventato uno dei fatti cruciali in un contesto giornalistico realmente importante perchè quello che sta succedendo va messo sicuramente in relazione alle prossime elezioni amministrative comunali di ottobre, evento che non puo’ essere certo considerato di poco conto.

Noi non vogliamo esprimere deduzioni logiche o illogiche. Ci limitiamo a registrare la durissima e  anche piuttosto virulenta reazione dell’ex consigliere comunale, Rino Capitelli, di fronte ad una sorta di vignetta, pubblicata da Mastroianni nel suo profilo Facebook.

In questa vignetta si fa riferimento alla categoria degli strozzini. La parola viene scritta in maniera chiara e diretta. Ora, delle due l’una: se Capitelli ha risposto a Mastroianni ritenendo che quest’ultimo lo abbia etichettato come strozzino, ma non ha le prove che si riferisse proprio a lui e alla sua famiglia, allora sarà difficile riconoscere le ragioni a giustificazione della sanguigna reazione del noto concessionario d’auto; se invece Rino Capitelli ritiene di poter dimostrare, magari contestualizzando la vignetta ad altre pubblicazioni social, contenenti prese di posizione critiche, da lui espresse, nei confronti di Mastroianni allora ciò che ha scritto è, non solo giustificato, ma è pure poco.

Comunque, si tratta di un terreno scivoloso, vischioso, sul quale è difficile avventurarsi. Noi che siamo esperti della materia, possiamo solo dire che, se Rino Capitelli può dimostrare che la parola strozzino che è stata utilizzata nei suoi confronti e nei confronti della sua famiglia, allora gli estremi per una querela per calunnia, cioè per un reato ancor più grave della diffamazione, esistono eccome.

Se invece non lo può dimostrare, potrebbe essere Mastroianni a querelare Capitelli per diffamazione e anche per qualche minaccia.

Queste sono le ragioni giuridiche e, per il momento para giudiziarie della contesa.

Sul piano politico, invece, non possiamo fare altro che ribadire concetti già espressi: le ragioni, pur esistenti, della coerenza rispetto al mandato elettorale ricevuto, che Mastroianni ha sempre addotto quale motivazione della continuazione della sua esperienza politica all’interno della maggioranza che sostiene l amministrazione di Antonio Mirra, non possono prevalere in nessun modo su quelle politiche che collegano questa decisione allo status di coordinatore provinciale del primo partito italiano, e del primo partito della coalizione di centro destra, ricoperto da Mastroianni. Badate bene che esiste il modo per far quadrare il cerchio e per mettere insieme le due buone ragioni: quando Mastroianni, come abbiamo scritto più volte, fu nominato al vertice della Lega Salvini  della provincia di Caserta avrebbe dovuto rassegnare immediatamente le sue dimissioni dalla carica di consigliere comunale. Avrebbe dovuto farlo a prescindere e  in considerazione dell’importanza, dell’autorevolezza della carica di guida locale del primo partito d’Italia.

Dimettendosi avrebbe allo tesso tempo evitato di modificare il contenuto del mandato elettorale ricevuto a suo tempo, quale consigliere comunale della lista civica “Ora” in appoggio ad Antonio Mirra.

E’ chiaro che più si va avanti e più questa contraddizione diventa stridente.

Perchè se Salvatore Mastroianni va a sedersi, così come è andato a sedersi al tavolo dei partititi e dei movimenti del centro destra allo scopo di costruire una coalizione alternativa a quella che ritornerà a sostenere Antonio Mirra, non può poi andare a votare dei debiti fuori bilancio, così come ha fatto, attirandosi le ovvie critiche di chi solo pochi giorni prima si era seduto con lui allo stesso tavolo per realizzare l’obiettivo di far perdere le elezioni a Mirra.

E non può reggere, ripetiamo, la storia dell’atto dovuto alla ragione della coerenza del mandato elettorale, perchè a quel tavolo non si siede solo il leader cittadino della Lega, maggior partito del centro destra, nella città di Santa Maria Capua Vetere, ma si siede il coordinatore provinciale che con i suoi comportamenti, è questo che non riesce a mettersi nella zucca l’amico Salvatore, impegna totalmente il partito che rappresenta che non può non identificarsi nelle azioni e nei comportamenti di chi  lo guida e di chi sintetizza nella sua figura,  nei suoi  atti e  nei suoi comportamenti la posizione della Lega nella città di Santa Maria Capua Vetere e che però facendo parte della provincia di Caserta, non può essere difforme dalla linea provinciale, tanto più in questo caso rappresenta fatto fondamentale che le cariche di leader cittadino e di leader provinciale coincidano e si fondano nella stessa persona.

Insomma, Mastroianni deve decidere cosa vuole fare da grande. Perchè se resta arrampicato a questa situazione, a questo trapezio dagli impossibili equilibri, sputtana il suo partito ad ogni livello perchè l’elemento politico che connota oggi l’amministrazione comunale di Antonio Mirra è indiscutibilmente basato su una posizione di centro sinistra, con tanto di dichiarazioni ufficiali da parte del Pd che per altro ha già messo Mirra a presiedere l’ente d’ambito dei rifiuti.

Io lo vorrei anche difendere Mastroianni. Ma è veramente impossibile. Dove trovare, infatti, una ragione diversa da quella riguardante la volontà di conservare fino all’ultimo i mille e passa euro al mese garantitigli dalla partecipazione all’ormai famosa e famigerata prima Commissione  consiliare, la più costosa d’Italia, nonchè primo e principale motivo di delusione di questo giornale rispetto all’esperienza amministrativa di Mirra il quale, con quella mangiatoia, si è conquistato un posto di riguardo nella hall of (in) fame della peggiore politica clientelare visto che spendere 70- 80 mila euro all’anno solo per tenere buoni 4 o 5 consiglieri comunali che non hanno prodotto un solo  atto in questo quinquennio, pur riunendosi, sulla carta, quelle 27 o 28 volte al mese, funzionali al super gettone da mille euro, significa possedere un cuore cinico e di fregarsene degli interessi autentici dei propri concittadini, mettendo al centro del suo agire le ragioni del potere e della auto conservazione.

Il discorso relativo alla posizione di Mastroianni nella quale non può, come detto,  non identificarsi quella della Lega,  che diventa dunque un partito che attacca i suoi alleati, che lancia accuse ai movimenti civici vicini alla famiglia Di Muro che a quel tavolo ci sono e che a quel tavolo partecipano attivamente significa assumere una posizione molto delicata e molto impegnativa, sicuramente anticiclica rispetto a quella interpretata dal partito in ogni luogo della nazione. Sarebbe interessante, al riguardo, sapere se la medesima posizione sia la medesima di un altro casertano importante, cioè del coordinatore regionale del carroccio, l’europarlamentare di Casagiove Valentino Grant.

 

QUI SOTTO LA VIGNETTA SUGLI STROZZINI DI MASATROIANNI E IL POST DI RINO CAPITELLI