Respinto il ricorso della Ecocar contro DHI: “Il comune di San Nicola supino alla documentazione presentata” dall’impresa dei Deodati

26 Febbraio 2021 - 19:14

Copyright Giulio Biondi, fratello del dirigente del comune di Caserta Franco Biondi. In calce all’articolo un passaggio delle 13 pagine del verdetto

SAN NICOLA LA STRADA – Parole pesanti quelle che il massimo organismo del diritto amministrativo nel nostro Paese, il Consiglio di Stato, ha messo nero su bianco a riguardo della querelle giudiziaria tra la DHI della famiglia Di Nardi e la Ecocar dei Deodati, relativamente all’appalto del servizio di raccolta e trasporto dei rifiuti solidi urbani di tre annia e per un valore superiore ai 7 milioni di euro, precisamente 7.098.615 €.

Nello scorso settembre il Tar della Campania aveva annullato questa gara, finita nelle mani della Ecocar il 30 giugno di un anno fa. Ad arrivare seconda nella graduatoria di questa procedura è la Dhi che, già durante una seduta della commissione di gara di inizio giugno, aveva sollevato seri dubbi su una possibile esclusione di Ecocar per dichiarazione contrastante con il DGUE, sottolineando le sentenze di condanna e la mancata dichiarazione inerente le condanne a carico del direttore tecnico della società. La Commissione, vista la richiesta della ditta concorrente, aveva chiesto chiarimenti alla Ecocar, poi ritenuti validi. La società della Di Nardi ha fatto ricorso al tribunale amministrativo regionale, primo grado di giudizio nelle dispute relative alle cose pubbliche, ricevendo soddisfazione, cioè la revoca dell’appalto alla Ecocar, che avrebbe portato il servizio a favore della Dhi, quindi la seconda classificata nella gara.

L’Ecocar ha deciso che il Consiglio di Stato avrebbe dovuto decidere sulla questione, facendo anch’egli ricorso, in questo caso al secondo grado di giudizio. Cosa che non ha portato al ribaltamento della sentenza emessa dal Tar, confermata in pieno dai giudici di palazzo Spada che hanno rigettato l’istanza della società dei Deodati.

Abbiamo detto, all’inizio dell’articolo, parole pesanti perché, leggendo la sentenza del Consiglio di Stato, emerge un’aspra critica nei confronti del dirigente del comune di San Nicola la Strada che si è occupato della gara, l’architetto Giulio Biondi (sì, è il fratello del più scafato Franco, anch’egli dirigente ma al comune di Caserta), definendo l’istruttoria figlia di un “grave difetto“. Scrivono i giudici tra le motivazioni del rigetto al ricorso che la stazione appaltante, quindi il comune, quindi il dirigente Biondi, come la stazione appaltante abbia “supinamente recepito tali informazioni, formulando sulla base di esse un (implicito) giudizio di affidabilità professionale del concorrente senza richiedere i necessari elementi integrativi (nella determina di aggiudicazione non vi sono considerazioni al riguardo)“.

In pratica, Biondi si sarebbe fidato, un affidamento basato sulla fiducia, più che sulla documentazione. Che non è proprio il massimo quando si tratta di appalti pubblici milionari. E questo i giudici del Consiglio di Stato hanno voluto sottolinearlo.