SCUOLE CHIUSE ANCHE MARTEDI’. Il sindaco di Maddaloni: “Sono indignato, non l’ho fatto oggi e non lo farò domani. Ci ridono appresso e ci considerano dei fannulloni”

13 Gennaio 2025 - 19:54

Andrea De Filippo non va per il sottile. “Assurdo il comportamento di alcuni miei colleghi. Il vento di tramontana è normale a gennaio, folle chiudere con l’allerta gialla. Poi, se qualcuno vuole nascondere le proprie magagne in questo modo farebbe bene a dimettersi”. Il punto di vista di CasertaCe: il 70% dei dipendenti della pubblica amministrazione in questa provincia dovrebbe essere cacciato a calci in culo per inefficienza e pelandronismo, professori in primis. Evidentemente, non gli sono bastati 17 giorni di festa a Natale, capodanno ed Epifania. Il primo cittadino di Maddaloni viene attaccato e odiato da chi nella scuola va solo per lo stipendio e non pensa all’avvenire di questi giovani

MADDALONI (g.g.) – “Sono indignato con i miei colleghi per la faciloneria con cui stanno chiudendo le scuole. Un atteggiamento incomprensibile. Voglio rovesciare lo schema di una responsabilità che è responsabilità. Chiudere le scuole dinanzi ad un’allerta meteo di colore giallo significa solo creare un danno allo studio degli alunni che, tra l’altro, vengono fuori dal lungo periodo natalizio. Nei nostri territori dobbiamo darci una regolata. La scuola è un diritto, ma anche un dovere. Un pubblico servizio che può essere interrotto solo per casi eccezionali e le condizioni meteorologiche di questi giorni non sono un evento eccezionale. E, se non vado errato, il calendario riporta la data odierna del 13 gennaio e non certo del 13 aprile o 13 settembre“.

Parole dure del sindaco di Maddaloni, Andrea De Filippo.

Parole dure che sono musica per le nostre orecchie, per le orecchie di un giornale convinto del fatto che il 60%, forse 70% dei dipendenti della pubblica amministrazione che operano a Caserta e Provincia siano dei fannulloni, pronti a mugugnare ogni giorno sulla loro condizione e senza mai porsi il problema kennediano di cosa facciano loro, di cosa producono realmente in termini di servizi erogati ai cittadini.

De Filippo non ha solo ragione, ha stra-ragione. Ma quando mai si è visto che nel mese di gennaio, per una perturbazione di tramontana che fino a 10/15 anni il surriscaldamento del pianeta non aveva ancora fortemente alterato lo stato della meteorologia corrente, rappresentava una regola, una modalità usuale della scansione del meteo, e per questa venivano chiuse le scuole.

A riprova di quanto scritto prima, dal fannullonesimo, rappresentato meravigliosamente in chiave comica dal film Quo Vado?, c’è il fatto che il sindaco di Maddaloni, De Filippo, non viene elogiato, bensì viene attaccato. Gli studenti fanno il mestiere degli studenti e un giorno di vacanza in più farà sempre piacere.

Ma ascoltare racconti di docenti che rimbrottano il primo cittadino, reo di non aver chiuso le scuole, determinando un disagio a chi in quel di Maddaloni deve arrivare da 25 chilometri di distanza, come se fosse in atto una tormenta di neve in stile finlandese o un diluvio universale, la dice lunga sulle speranze che nuove generazione siano più preparate, più competenti, più attive, più conoscenti di quelle che le hanno precedute.

De Filippo cerca di affrontare l’argomento con razionalità, dopo essersi sfogato. “Se fossimo di fronte – dichiara a CasertaCe – ad un’allerta meteo di livello rosso, non avrei alcun dubbio nel firmare un’ordinanza di chiusura delle scuole, ma legata ad una chiusura di tutti i pubblici uffici di Maddaloni. Un livello arancione, invece, darebbe da ragionarmi su un rischio soprattutto idrogeologico che si può sviluppare. Ma un’allerta livello gialla, tendente ad una non allerta rende irresponsabile e deleteria la chiusura delle scuole, con la quale si crea un danno biologico, arrivando a rasentare un danno penale. Non essendoci fattori tali da giustificare la decisione di chiudere le scuole, asserire che ciò possa integrare l’interruzione di un pubblico servizio non è una frase campata in aria, gratuita. Noi sindaci dobbiamo assicurare l’erogazione dei servizi pubblici, di ogni servizio pubblico, a partire di quelli scolastici, cruciali per il futuro del nostro Paese, delle nostre regioni e dei nostri comuni. Quello che sta succedendo è una vera vergogna“.

La chiusura è ugualmente interessante e si esplica attraverso un concetto parimenti fondato: “Se noi sindaci riteniamo di aver gestito male il patrimonio comunale, se riteniamo di aver manotenuto male le nostre scuole, se riteniamo di aver speso male i soldi per garantire alle nostre città alberi e verde, allora ci dobbiamo dimettere e non fare i furbetti, attraverso l’eliminazione dei rischi, causati da noi e non dal vento forte, andando a penalizzare, a bloccare l’offerta scolastica. Se all’estero si sapessero cose simili – conclude De Filippo – ci considererebbero ancora più fannulloni di quanto già non ci considerino“.