S.MARIA C.V. Uno scandalo senza fine. Ora anche un risto giappo-cinese negli immobili di Enzo Natale. Regaliamo una casa a Cetto Laqualunque. Ha vinto lui!

3 Ottobre 2019 - 18:12

SANTA MARIA CAPUA VETERE(g.g.) Sul ponte sventola bandiera bianca. Ed obiettivamente, e lo posso dire a testa alta perchè nulla gli è stato risparmiato da CasertaCe, se si eccettua la parentesi della sindacatura di Mirra, che si è inchinato alle sentenze del Tar e del Consiglio di Stato, per il resto, Enzo Natale, il venditore di Casal di Principe trapiantato tra Santa Maria Capua Vetere e Casagiove, che peraltro, a noi, c’è pure umanamente simpatico, ha fatto il bello e il cattivo tempo, realizzando un delitto divenuto perfetto, grazie alla complicità delle amministrazioni comunali, al netto di quella appena citata.

Cosa dobbiamo più raccontare ai nostri lettori su via Martiri di Nassiriya? Da quando esiste CasertaCe, avremmo denunciato in almeno 80/90 articoli, quella che abbiamo battezzato “la dottrina Mazzotti”, cioè la creativa idea che una zona F, così come è affrancata quella appena citata, possa sviluppare quei servizi pubblici che la definiscono, in studi commerciali privati, in attività economiche, in bar, e, oggi, vi diamo la novità, nell’ennesimo locale, un ristorante giappo-cinese di nome Voya Fusion Restaurant.

Negli anni abbiamo discusso a lungo, scrivendo articoli chilometrici che citavano ed analizzavano lunghi, contenuti normativi. Lo abbiamo fatto con l’obiettivo di dimostrare che servizi pubblici non possono essere attività commerciali e appartamenti in cui si erogano servizi privati a pagamento. Lo abbiamo fatto per dimostrare che quella estensione concettuale, che abbiamo definito, come scritto prima, “dottrina Mazzotti” non era altro che un volgare abuso edilizio, una rozza formula di violazione di una destinazione d’uso chiara ed evidente.

Ma poi ci hanno pensato il Tar e il Consiglio di Stato, ai quali si erano rivolti quelli che dissentivano dalla decisione, invece sacrosanta, dell’amministrazione Di Muro, di bloccare gli altri permessi e di restituire, seppur in maniera postuma, a quella zona, l’alfabeto di un utilizzo deciso dal piano regolatore generale vigente.

Il Tar e il Consiglio di Stato hanno rigettato quei ricorsi e hanno dato piena ragione al Comune.

Ora, vorremmo domandare al sindaco Antonio Mirra, al super assessore ai lavori pubblici e all’urbanistica Nicola Leone, all’ingegnere o architetto, non ricordiamo bene il suo titolo, ma poco importa, D’Aco: ma voi su quale base state rilasciando i permessi per aprire bar e ristoranti?

Magari il sottoscritto è impazzito e da 10 anni soffre di allucinazioni. Magari quella non è una zona F, ma un’area utilizzabile per attività commerciali e imprenditoriali. Ma ditelo, rispondete. Cavolo, sono 10 anni e nel caso di Mirra sono 3 anni e mezzo, che non si può avere la soddisfazione di sentire il sindaco, Nicola Leone e ora anche D’Aco, affermare che CasertaCe scrive fregnacce in quanto sviluppa un’argomentazione del tutto infondata.

Possibilmente, spiegando per quale motivo è infondata. E invece no. Vanno avanti a carro armato, perchè nessuno gli dice niente, perchè nessuno fa mente locale, nessuno si concentra un attimo, non per indagare, non per aprire fascicoli giudiziari, ma quantomeno per capire che ‘sto cazzo di Guarino, da 10 anni, dice, su via Martiri di Nassiriya, puttanate oppure verità.

A questo punto, l’ultimo appartamento del complesso residenziale di Enzo Natale, va regalato, honoris causa, al politico che più di ogni altro rappresenta l’Italia e le nostre zone in particolare: Cetto Laqualunque.

 

QUI SOTTO L’ANNUNCIO SUI SOCIAL SULL’APERTURA DEL NUOVO RISTORANTE