SPAVENTOSA RAPINA: 8 persone armate puntano le pistole contro il figlio del noto imprenditore Roberto Vitale. Gli tolgono l’auto e …
1 Settembre 2025 - 13:22

Sarebbe pure ora che questa famiglia che negli ultimi anni ha subito atti e fatti pazzeschi come due gravissimi attentati di camorra, la morte a 35 anni dell’architetto Maura Coppola, nuora dell’imprenditore e ora anche questo episodio criminale potesse vivere un po’ più serenamente. LA DINAMICA PRECISA DELLA RAPINA
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TEVEROLA (g.g) In certi casi è difficile non citare un proverbio popolare molto noto. Vagamente blasfemo ma tutto sommato comprensibile e perdonabile anche dal Padreterno direttamente chiamato in causa.
“Dio addò vede e addò ceca” Beh, sarebbe anche il momento che una famiglia di persona perbene qual è quella di Roberto Vitale, imprenditore di Teverola che negli ultimi anni ne ha subite di tutti i colori, semi distruzione per attentato di camorra della cappella cimiteriale di famiglia, incendio devastante sempre di stampo camorristico, dei suoi uffici posizionati lungo la statale 7 bis, la tragica tragicissima morte a soli 35 anni per un male incurabile della nuora Maura Coppola.
Niente da fare: stanotte un altro episodio molto grave. Giuseppe Vitale, figlio di Roberto, aveva appena accompagnato, verso le 3:30 del mattino, suo fratello Pasquale alla stazione di Napoli-Afragola dove quest’ultimo ha preso un treno per la Lombardia dove i Vitale hanno diversi cantieri, alcuni importantissimi dato che si tratta di un’impresa abilitata a compiere lavori per lo Stato, ossia per l’Esercito e per altri organismi pubblici. Giuseppe Vitale ha superato la sbarra della corsia d’uscita e dopo pochi metri è stato letteralmente circondato da un nugolo di banditi armati fino ai denti. Lo hanno fatto scendere dalla sua Audi e dopo averlo rapinato anche di qualche effetto personale alcuni di loro sono saliti a bordo del veicolo allontanandosi in tutta fretta.
A quanto pare, già dopo 10 minuti, la vittima ha perso il contatto satellitare con la sua auto. D’altronde, si sa, queste sono bande organizzatissimi che hanno a disposizione mezzi importanti a volte dei veri e propri container in acciaio totalmente schermati che rendono impossibile la rilevazione del segnale.
Purtroppo sia le chiamate al 112 dei carabinieri che al 113 della polizia si sono rivelate inutili perché come spesso capita, i centralini risultavano intasati da altre chiamate. Quella, peraltro, è una zona fortissimamente antropizzata ed il numero di effettivi delle forze dell’ordine è, come spesso scriviamo noi di CasertaCe, assolutamente inadeguato. Occorrerebbero molti più uomini e molti più mezzi. Ma questo è un discorso complicato che magari a Roma è valutato fino a un certo punto in quanto episodi come quello che ha coinvolto Giuseppe Vitale stanotte sono rubricati come situazioni riguardanti la cosiddetta micro criminalità quando invece toccano la carne viva di tante famiglie e di tante persone che francamente non ne possono più di mandar preghiere quando si devono muovere in auto in strade complicate oppure quando devono partire per le vacanze o anche solo quando devono andare a dormire con il timore che bande di ladri senza scrupoli e senza paura, veri acrobati dei balconi e delle terrazze possono entrarti in stanza minacciandoti o addirittura picchiandoti a sangue in modo da ottenere qualche informazione sulla localizzazione di una cassaforte o di qualche prezioso.
Per quanto ci riguarda e per l’amicizia che nutriamo nei confronti di Roberto Vitale non possiamo fare altro che esprimere la nostra solidarietà al figlio Giuseppe e all’intera famiglia sperando che un altro proverbio popolare di segno contrario a quello precedente possa riguardarla finalmente: Dio vede e provvede