Strage dei cutoliani, chiesti 30 anni di carcere per il cugino di Antonio Iovine ‘o ninno

9 Maggio 2024 - 16:30

Giancarlo Iovine era stato già condannato in primo grado.

SAN CIPRIANO D’AVERSA. “Trent’anni di carcere per Giancarlo Iovine“. Stamattina il procuratore generale Daniela Della Pietra, nel corso della requisitoria del processo a carico dell’imprenditore di San Cipriano d’Aversa, cugino del boss pentito dei Casalesi, Antonio Iovine ‘o ninno, ha invocato la sua condanna per la cosiddetta strage dei cutoliani, ovvero per il quadruplice omicidio di camorra avvenuto il 22 ottobre del 1989 a San Cipriano d’Aversa in cui furono ammazzati il luogotenente cutoliano Antonio Pagano , Giuseppe Orsi, Giuseppe Gagliardi e Giuseppe Mennillo.

L’imprenditore era già stato condannato a 30 anni di reclusione, in primo grado. La condanna venne confermata in Appello, ma a seguito di ricorso in Cassazione, i giudici della Suprema Corte avevano disposto l’annullamento della sentenza di secondo grado con rinvio ad altra sezione della Corte d’assise di Appello partenopea per un nuovo giudizio.

Nel corso di una delle ultime udienze dibattimentali, proprio il collaboratore di giustizia Antonio Iovine, cugino di secondo grado dell’imputato, aveva ammesso le responsabilità del parente. “Tutto il clan si è mobilitato per far fuori Pagano, lui aveva un certo peso e dovevamo entrarci tutti nella sua condanna a morte. Noi dovevamo spadroneggiare e Pagano non si doveva permettere di fare il cane sciolto e creare gruppi autonomi per i cutoliani“.

 Queste le dichiarazioni rese da o’ ninno.

“Sono andato al consorzio e gli ho detto che mi servivano i locali. Gli ho spiegato il motivo per il quale mi servivano. Antonio Pagano doveva morire e gli dissi che era una cosa che interessava pure a lui perché andava tolto di mezzo pure Giuseppe Gagliardi che accoltellò il padre di Giancarlo Enrico nel carcere di Santa Maria Capua Vetere. Giancarlo acconsentì. L’appostamento al consorzio durò mezza giornata poi cambiammo posto. Giancarlo rimase con me, Dario De Simone, Giuseppe Caterino e Raffaele Diana, tutto il tempo. Giancarlo era un nostro uomo, è mio cugino e si è sempre messo a disposizione”.