TANGENTOPOLI MADDALONESE. Ecco la sentenza del secondo filone: l’ex sindaca Rosa De Lucia condannata a sei mesi. Ecco com’è andata alla Pascarella, alla Pellegrino e ai due imprenditori Passariello e Di Meo

30 Giugno 2023 - 19:39

Il verdetto è stato emesso oggi pomeriggio dalla sezione presieduta dal giudice Ciocia.

MADDALONI Possiamo dire che i processi di primo grado sulla cosiddetta tangentopoli maddalonese sono terminati oggi, con l’emissione della sentenza relativa al secondo filone, non quello dei rifiuti, per il quale l’ex sindaca Rosa De Lucia ha patteggiato, a suo tempo, una pena a tre anni di reclusione, ma quello relativo alla vicenda di più lieve entità delle luminarie, cioè del rapporto tra l’allora sindaca De Lucia e i due imprenditori di San Felice a Cancello, Silvio Di Meo e Michele Passariello.

Nello stesso procedimento erano imputati anche Giusy Pascarella che, assistita dagli avvocati Vittorio Giaquinto e Luca Tornatora, è stata assolta e l’ex dirigente dell’Ufficio Tecnico Vincenza Pellegrino. Già da tempo stralciata la posizione dell’allora comandante dei vigili urbani Vinciguerra, mentre il consigliere comunale Vigliotta aveva già patteggiato, se non andiamo errati, un anno e sei mesi, nella fase preliminare, ammettendo, dunque, l’uso illegale dell’auto del Comune di Maddaloni, che lo raggiunse nella località in cui stava consumando le proprie vacanze, Cirò Marina, per portarlo rapidamente a Maddaloni, in modo da poter votare il bilancio presentato dalla giunta di Rosa De Lucia.

Unica condannata del processo di questo secondo filone è proprio l’ex sindaca, la quale, se è stata assolta per uno dei due capi di imputazione, è stata condannata a sei

mesi di reclusione e 400 euro di multa per l’altro capo di imputazione, riguardante proprio il rapporto corruttivo instaurato tra lei e l’imprenditore Michele Passariello. Pena molto lieve, in considerazione della tenuità del fatto. Ed è stata proprio questa tenuità a determinare l’assoluzione dell’imprenditore di San Felice a Cancello, ai sensi dell’articolo 131bis del Codice penale. I sei mesi di reclusione inflitti alla De Lucia sono stati sostituiti con una pena pecuniaria di 3600 euro che, con i 400 già associati alla pena detentiva, fanno un totale di 4mila euro di multa.

Sempre la De Lucia, stavolta insieme all’imprenditore Passariello, assolto, ripetiamo, non perché non ha commesso il fatto e non perché il fatto non sussiste, ma per la tenuità di un comportamento che, comunque, il tribunale ha considerato illegale, sono stati condannati anche al risarcimento del danno in favore delle parti civili costituite, cioè del Comune di Maddaloni, rappresentato in giudizio dall’avvocato Giovanni Vairo e dell’associazione Caponnetto. Questo risarcimento, in funzione di un’iniziativa che la parte civile potrà assumere, ma potrà eventualmente anche non assumere, sarà determinato, qualora ricorra il primo caso, in separato giudizio civile e in solido alle spese di costituzione delle parti civili.