Tasse Covid: anche il gioco ci rimette
11 Maggio 2020 - 09:00
“Eurispes, Giochi: persi 750 milioni di euro per ogni mese di lockdown – così titola il comunicato stampa recentemente trasmesso dall’Osservatorio permanente Eurispes Giochi, Legalità e Patologie. E nel dettaglio informa che – il gioco con vincita in denaro su scala mondiale chiude i battenti per l’emergenza sanitaria legata al Covid-19. – Dalla Nuova Zelanda, alla California passando dalla Cambogia fino alla Svezia, chiudono casinò e punti vendita del gioco del lotto, delle scommesse, le sale Bingo ed in generale si ferma l’offerta di gioco tramite apparecchi in “luoghi fisici” che possono trasformarsi in luoghi di assembramento. In Italia, fa eccezione il “Gratta e Vinci” che può ancora essere acquistato negli esercizi autorizzati mentre il gioco online continua la sua fase di crescita, pur dovendo rinunciare alle competizioni sportive “reali” anch’esse sospese –.
In pratica analizzando i numeri del Conto Riassuntivo del Tesoro, in riferimento ai primi due mesi del 2020, dove gli incassi per le entrate del bilancio dello Stato dalle attività di gioco superano 1,4 miliardi di euro, di cui oltre 1 miliardo proviene dal prelievo erariale sugli apparecchi è possibile ipotizzare che la perdita per lo Stato sarà di circa 750 milioni di euro per ogni mese di lockdown.
Questi dati riguardano il gioco in “rete fisica”. Tuttavia, se guardiamo al gaming online che proprio in questi mesi, essendo disponibile da device non hanno subito il blocco, vediamo che lo Stato ha continuato ad incassare. LOGiCO, Lega Operatori di Gioco su canale Online, nel commentare la possibilità di un’ennesima tassa sul comparto scommesse, allo scopo di fronteggiare le difficoltà del mondo dello sport italiano, dichiara che “l’1% delle somme puntate equivale ad un’imposizione fiscale fino al 20% dei ricavi per gli operatori online. Considerando che l’imposta di gioco è una tassa sul consumo e che l’aliquota è già al 24%, la pressione fiscale indiretta salirebbe a quasi il doppio dell’incidenza attuale, andando ad impattare in modo devastante su imprese e lavoratori del settore.
Tuttavia, sembra che la proposta di ulteriore tassazione sia solo rivolta alle scommesse sportive e non ai giochi da casino, quali le slot, che comunque sono già tassati al 25%, ad oggi la tassazione più severa d’Europa. Non bisogna sottovalutare il problema, un inasprimento delle tasse sul gioco potrebbe portare gli operatori ad abbandonare il mercato italiano, le conseguenze sarebbero pesantissime, non solo perché indurrebbe gli utenti a rivolgersi al gioco illegale ma, anche e soprattutto, perché il fisco perderebbe un’ ”entrata” fondamentale.