TEVEROLA. Ecco quanto prendono al mese Caserta e gli assessori nell’amministrazione comunale eletta grazie ai voti della camorra

15 Aprile 2025 - 10:19

In calce all’articolo tutte le cifre delle indennità per il periodo gennaio-febbraio-marzo 2025. Gennaro Caserta ha guadagnato 12.500 euro

TEVEROLA (g.g.) – È stata pubblicata in queste ore la determina con cui vengono liquidate le indennità spettanti al sindaco Gennaro Caserta e agli assessori della sua Giunta, relative ai mesi di gennaio, febbraio e marzo 2025. Nulla di illegittimo, per carità: il compenso per chi amministra è previsto per legge. Ma il punto non è giuridico. È politico.

Ci si chiede infatti se, al di là della regolarità formale degli emolumenti, questi amministratori li meritino davvero. In quasi un anno di amministrazione, e strettamente negli ultimi tre mesi a cui fanno riferimento le liquidità, si sono viste azioni concrete in grado di migliorare le condizioni della cittadina? Secondo noi e molti teverolesi, la risposta è no.

Lo dicono i post sui social da parte dei residenti, le foto delle strade dissestate, del verde trascurato, dei servizi che latitano. Un malcontento diffuso e visibile, che smentisce nei fatti l’idea di una gestione virtuosa della cosa pubblica.

Ma c’è di più. C’è un’ombra che incombe ancora sull’intero processo elettorale che ha portato all’insediamento di questa amministrazione. E qui il nodo diventa inquietante.

Premesso che il punto non è la legittimità dei compensi, a nostro dire la vera anomalia è che, a oggi, la Prefettura di Caserta non ha ancora attivato alcuna forma di attività ispettiva sul Comune di Teverola. Un silenzio difficile da comprendere, alla luce di quanto emerso durante le operazioni di voto.

Stiamo parlando della presenza documentata e accertata del boss Salvatore De Santis, reggente del clan Picca-Di Martino, davanti ai seggi elettorali, oggi collaboratore di giustizia arrestato qualche mese dopo le elezioni teverolesi. Un volto noto alle forze dell’ordine, identificato dai carabinieri quando decise di fare da “piantone” davanti alle urne. I 468 voti raccolti da Ellen Di Martino, nipote di Nicola 23, figura storica del clan e il cui già citato De Santis ne era il braccio destro, sono numeri che impongono interrogativi pesanti.

A fronte di questi elementi, appare surreale che non si sia ancora aperta un’indagine o almeno un’ispezione amministrativa.

Chi governa oggi Teverola non è stato scelto esclusivamente dal popolo, ma – come già abbondantemente abbiamo raccontato – anche attraverso meccanismi ben più opachi.
Nel frattempo, il Comune liquida. Il paese osserva. E chi ha a cuore la legalità aspetta risposte.