TEVEROLA. L’ultimo regalo di Virno &Co. Bambini e altrettante famiglie prese in giro sui centri estivi
31 Luglio 2025 - 21:39

Una manifestazione di interesse raffazzonata che forse incubava il desiderio dell’amministrazione comunale di orientare l’affidamento. Poi il terremoto giudiziario, e oggi zero adesioni di operatori economici
TEVEROLA (Federica Borrelli) – Nelle sue ultime settimane da responsabile dell’ufficio tecnico, prima della sua quanto più necessaria uscita di scena – a maggior ragione, motivata, se sulla testa pende una spada di Damocle come un’indagine per corruzione – l’architetto Filippo Virno aveva dato dimostrazione di saperci fare con le carte; ma più di tutto che la soluzione ‘affidamento diretto’ non fosse l’unica tra le opzioni a sua disposizione nel reticolo delle dinamiche nella pubblica amministrazione.
E aveva scelto di dare prova di questa sua competenza proprio nel settore sulle politiche sociali, occupandosi di redigere una manifestazione di interesse che coinvolgesse diversi operatori economici per l’attuazione del progetto sui centri estivi, usufruendo del contributo ministeriale di 24mila euro presente nelle casse comunali.
Un’intenzione zelante, rispetto alle solite operazioni virniane che hanno caratterizzato la stagione teverolese del professionista di Santa Maria Capua Vetere, tra proroghe infinite alla ditta dei rifiuti Isvec e un ufficio tecnico trasformato più in una base di collocamento per parenti strettissimi, appartenenti alla società cooperativa Nuova Splendente 22 – ruolo di primo piano, tra tutti, l’ha avuto la cognata Carmen Santillo e la di lui sorella Fabiana, vista aggirarsi nei corridoi del comune più volte – e per amici, come l’inseparabile ingegnere marcianisano (e assessore in terra d’origine, Marcianise appunto) Mimmo Tartaglione.
Ma di apparenza si è trattato, vista l’intenzione – concedetecelo – quantomeno singolare rispetto al tenore degli atti che negli ultimi tempi hanno portato la firma di Virno. La manifestazione di interesse si è rivelata uno specchietto per le allodole, preludio di una procedura comparativa sul portale Mepa che, nei fatti, non è mai avvenuta vista l’assenza di partecipanti, con il criterio del minor prezzo, o – per i più tecnici – dell’offerta economicamente più vantaggiosa. Metodologia a cui – sia chiaro – questo giornale si è sempre opposto.
Insomma, se si decide di intraprendere la via della trasparenza, la si percorre tutta, senza sbandare alla prima curva. Si vuole procedere con una manifestazione di interesse? Allora indichiamo nel bando tutti quegli elementi utili affinché un operatore economico possa valutare seriamente la proposta. Un esempio? Specificare le esigenze dei circa 70 bambini le cui famiglie, entro il 30 giugno, hanno fatto richiesta di accesso al servizio. Esigenze che includono eventuali allergie alimentari o la presenza di disabilità che richiedono figure specializzate. Questo avrebbe consentito una selezione più seria e consapevole tra i possibili partecipanti.
E invece? Poche richieste nel bando: un regolamento d’accesso al centro estivo e un piano finanziario. Troppo poco per chi deve decidere se candidarsi. Non sorprende, quindi, che sul portale Mepa non risultino offerte. Il bando a firma Virno non ha “sedotto” nessuno. Il che ci allontana da un primo pensiero maligno: ovvero che l’amministrazione avesse già in mente un nome a cui affidare il servizio, rendendo la manifestazione d’interesse una pura formalità.
Più probabile, a questo punto, che si prenda in considerazione una seconda ipotesi che si rincorre nei corridoi degli ambienti politici. Ma rimane comunque un’indiscrezione. Ovvero, quella che Virno, sapendo di avere, ormai, i giorni contati al Comune di Teverola e che mal sopportando gli sguardi infelici del Sindaco Gennaro Caserta &Co., avesse deciso di stilare una manifestazione di interesse senza capo né coda, con l’obiettivo di silurare il progetto.
Morale della favola? Sicuramente le reali intenzioni dietro a questi macchinosi passaggi le conoscono solo i diretti interessati, a noi però il compito di guardare i fatti: siamo alle porte di agosto, e il progetto sui centri estivi non è partito.
Le famiglie teverolesi, che versano onestamente contributi nelle casse dell’Ente, si ritrovano ora con un pugno di mosche e tanti punti interrogativi. Traditi da chi doveva vigilare e garantire l’avvio del progetto. Perché non basta delegare tutto a un dirigente, anche se competente.
Chi sceglie di ricoprire una carica, come l’assessora alle Politiche Sociali Maria Domenica Tirozzi, deve seguire l’iter, confrontarsi con gli uffici, sollecitare se necessario il responsabile. Cosa che, evidentemente, non è avvenuta. Con buona pace dei genitori, a cui – forse – non resta che sperare in un centro estivo… a settembre.