Tredicenne volato dal quarto piano, minacce in chat: si indaga per istigazione al suicidio

4 Settembre 2022 - 13:56

Dall’esame del suo telefonino emergono insulti e minacce che avrebbe subito da un gruppo di giovani cyberbulli

REGIONALE – C’è anche l’ipotesi dell’istigazione al suicidio tra le piste seguite dai magistrati della Procura di Torre Annunziata che hanno aperto un fascicolo nei confronti di più persone, maggiorenni e minorenni (sul registro degli indagati sono finite 6 persone, di cui 4 minorenni) sulla morte di Alessandro, 13enne di Gragnano (Napoli) precipitato dalla finestra di un appartamento al quarto piano di via Lemma la mattina di giovedì 1° settembre.

Uno degli ultimi messaggi ad essere partito dal cellulare di Alessandro è quello inviato alla sua fidanzatina. In quelle poche parole potrebbe esserci l’addio del tredicenne morto giovedì scorso dopo essere precipitato dalla finestra dell’appartamento di famiglia posto al quarto piano di via Lemma.

Quello che in un primo momento era stato ritenuto un incidente, una sedia vicino alla finestra e un cavo dell’antenna della tv tranciato avevano fatto pensare in un primo momento a un tragico incidente cioè che il 13enne si fosse sporto troppo nel tentativo di aggiustare il cavo della tv perdendo l’equilibrio e cadendo, con il passare dei giorni assume connotazioni inquietanti. Ora la pista prevalente è che il ragazzo possa essere stato spinto a togliersi la vita: dall’esame del suo telefonino emergono infatti gli insulti e le minacce che avrebbe subito da un gruppo di giovani cyberbulli. In uno di questi messaggi sarebbe stato scritto esplicitamente: “Ucciditi”.

Anche per questo gli inquirenti di Torre Annunziata (procuratore Nunzio Fragliasso, titolare del fascicolo il pm Giuliana Moccia) hanno aperto un’indagine, per adesso contro ignoti, ipotizzando l’istigazione al suicidio. Non si esclude che a breve in quel fascicolo possano finire i nomi di chi perseguitava Alessandro: giovani, anche giovanissimi, tanto che sulla vicenda sarebbe già stata coinvolta anche la Procura dei minorenni di Napoli. Non è stata ancora fissata la data della probabile autopsia sul cadavere della vittima, esame che produrrà come conseguenza immediata l’iscrizione nel registro degli indagati di coloro che potranno eventualmente nominare dei periti di fiducia.

La terribile verità sugli ultimi giorni di vita di Alessandro e sul tormento che il ragazzo stava vivendo perché – come suppongono gli inquirenti – era angosciato dai messaggi intimidatori, sta emergendo proprio dall’analisi del telefonino che i militari dell’Arma hanno posto sotto sequestro subito dopo la morte del tredicenne. L’esame del cellulare ha ribaltato la prima ipotesi sul dramma, quella di una disgrazia con il ragazzo rimasto solo in casa che si sarebbe sporto troppo dalla finestra nel tentativo di riparare il cavo della televisione, perdendo di fatto l’equilibrio e finendo sull’asfalto dopo un volo di quasi 15 metri. Nello sviluppo delle indagini invece la verità che sta venendo fuori appare di tutt’altro tenore, terribile per i genitori del ragazzo, che era figlio unico (il papà è agente di commercio, la madre avvocato).

Non si danno pace nemmeno gli amici, a cominciare dai ragazzi che frequentavano con lui la scuola. Alessandro avrebbe dovuto iniziare a breve l’ultima classe delle medie, dopo i buoni risultati dal punto di vista didattico conseguiti negli anni precedenti. Un bravo ragazzo, educato e rispettoso: così viene descritto il tredicenne che potrebbe essere finito vittima di una spirale di minacce virtuali sempre più incalzanti. Minacce rivoltegli da ragazzi che probabilmente lo conoscevano da vicino, aumentando così il senso di pericolo da lui percepito negli ultimi tempi. La tragedia di Alessandro è seguita da vicino anche dalle istituzioni locali, a cominciare dal sindaco di Gragnano, Nello D’Auria, che nei giorni scorsi ha parlato di ”dolore troppo grande” e di una ”morte innaturale”, annunciando che nel giorno dei funerali verrà proclamato il lutto cittadino. Intanto la salma del ragazzo resta sotto sequestro nell’obitorio di Castellammare di Stabia, in attesa che la magistratura disponga l’esame autoptico.