TRIBUNA ELETTORALE Romolo Vignola: “Il turismo deve diventare uno dei principali asset di sviluppo. Nel nostro programma l’istituzione dell’assessorato alla Valorizzazione del territorio”

23 Settembre 2021 - 15:17

Spazio autogestito – Il candidato sindaco di “Speranza per Caserta”, “Io firmo per Caserta” e “Per”: “Ciò che fa la differenza è la pianificazione strategica. Occorre potenziare la filiera istituzionale”

 

 

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CASERTA Cosa non è stato fatto in questi anni e si dovrà fare in futuro perché il turismo diventi finalmente una risorsa e una fonte di reddito anche per Caserta?

“Occorre, innanzitutto, potenziare la filiera istituzionale per organizzare servizi su tutto il territorio al fine di soddisfare i nuovi target di domanda “fuori stagione” e sviluppare anche le nuove forme di turismo in forte crescita in tutto il mondo: turismo outdoor e della natura, turismo esperienziale e di valorizzazione della filiera enogastronomica. Per essere sempre competitivi, tuttavia, non basta l’offerta: occorre una buona organizzazione puntando alla complementarietà tra la sfera dei servizi e quella delle iniziative per lo sviluppo. Tutto questo sottende un disegno strategico del territorio: unitario e funzionale a offrire servizi ai cittadini e sostegno allo sviluppo locale”.

Il Comune, da anni senza un assessorato ed una delega specifica, come può favorire questo percorso di sviluppo?

“Il turismo deve diventare uno dei principali asset di sviluppo. Non a caso, il nostro programma prevede la istituzione di un Assessorato alla Valorizzazione del Territorio, non semplicemente al Turismo, che dovrà mettere in pratica le proposte elaborate dalla nostra commissione di studio composta da operatori culturali, docenti universitari e di conservatorio, guide turistiche, albergatori, esperti di marketing e del settore enogastronomico, funzionari del Ministero e operatori del mondo dello spettacolo. Parole chiave: identità – comunicazione – digitalizzazione – sinergia – sistema servizi – pianificazione – cultura dell’accoglienza. Il programma prevede tra l’altro: la creazione di un City Branding con raccolta e messa a sistema delle tipicità, come arte, natura, enogastronomia, prestando una maggiore attenzione alle nuove tendenze di viaggio; infopoint in luoghi fisici e sul web con app e sito specifico dedicato al turismo a Caserta; una cabina di regia per il coordinamento e la calendarizzazione degli eventi. Fondamentale sarà il dialogo costante con i soggetti che gestiscono i beni museali e naturali della città e della provincia, pubblici e privati, per un supporto nella valorizzazione e promozione del nostro patrimonio culturale e paesaggistico. Annualmente è nostra intenzione organizzare una sorta di Stati Generali del Turismo con la partecipazione della Regione Campania e della Camera di Commercio”.

Investire ingenti somme di danaro pubblico solo sui cosiddetti “Grandi Eventi” come, da qualche anno, fa la Regione Campania è davvero una strategia vincente per un Ente che ha, tra gli scopi principali della sua azione istituzionale, lo sviluppo delle attività imprenditoriali ma anche e soprattutto la crescita economica e sociale delle comunità locali?

“L’organizzazione di eventi è una componente ormai molto diffusa nelle politiche volte a rafforzare l’attrattività turistica di una destinazione. I vantaggi potenziali sono noti, anche se abbastanza raramente si misurano gli effetti realmente prodotti a vantaggio del territorio ospitante e degli operatori turistici. A tal proposito, mi permetto di indicare quattro condizioni essenziali per il successo di un evento, cosa che puntualmente non avviene per quelli finanziati dalla nostra Regione e supportati in maniera dilettantistica dal nostro Comune di Caserta: in primis, è necessario che alla base di ogni iniziativa ci sia una precisa strategia di marketing. In questo senso, è prioritario chiarire la tipologie di persone cui l’evento è rivolto e comprenderne le esigenze e progettare il “format” per rispondere al meglio alle loro esigenze anche da un punto di vista della organizzazione e dei servizi. Una comunicazione efficace rappresenta la seconda basilare condizione di successo. Modalità e contenuti della comunicazione vanno differenziati in relazione alla fase del ciclo di vita in cui l’evento si trova. Essa assume particolare delicatezza per le iniziative nuove, collocate in “mercati” già abbastanza affollati: esempio evidente a riguardo, il caso dei festival musicali nei mesi estivi. Un terzo elemento su cui occorre lavorare con grande intensità è la “preparazione” del territorio e dei suoi attori. Tale “preparazione” riguarda le condizioni “logistico-ricettive”, da cui dipende non solo una parte significativa del beneficio percepito dagli utenti, ma anche molto del più generale impatto socio-ambientale prodotto dall’iniziativa. L’evento deve produrre vantaggi strutturali per il territorio. Bisogna comprendere le “esternalità” che esso produce, al fine di valutarne la capacità di generare un valore netto positivo, non solo per i soggetti promotori, ma anche per tutto il territorio ospitante, e, non solo nell’immediato, ma soprattutto nel lungo termine”.

Cosa è mancato in questi anni ?

“Purtroppo, devo constatare che tutto questo non è mai avvenuto e, peggio ancora, che tutte le iniziative finanziate come “Grandi Eventi” raramente hanno prodotto i risultati sperati sul piano della attrattività, anche se. nelle schede di progettazione, si fa espresso riferimento a destagionalizzazione e benefici sul numero di presenze ed arrivi alberghieri. Queste manifestazioni, in realtà, hanno un impatto positivo solo sulle imprese che le realizzano e per le persone direttamente coinvolte e collegate alle attività dell’evento. Se si facesse un’analisi della redditività, ossia di quanto costa organizzare e realizzare un evento e quanto si ricava in termini economici, il cosiddetto ROI, i conti non tornerebbero. Il vero problema deriva dal fatto che comunemente si pensa all’evento come l’obiettivo da raggiungere, quando in realtà esso dovrebbe essere solo uno strumento all’interno di una strategia di promozione del territorio che dovrebbe portare risultati soprattutto dopo”.

Siamo alle solite, manca la strategia?

“Ciò che fa la differenza è sempre la pianificazione strategica, sia nel caso dei “Grandi Eventi”, sia, più in generale, quando si parla di “Destination Management” o di Marketing Territoriale. Esattamente l’opposto di quanto generalmente succede oggi in Campania, palesemente legata ad una concezione turistica autoreferenziale e datata. Infatti, si continua ad imporre al turista quello che si ha, quando in realtà il settore oggi non funziona più così: è necessario reinventare il modello turistico per allinearsi ai nuovi bisogni e trend del mercato. Ma per cambiare e farlo in modo adeguato, bisogna innanzitutto sapere ascoltare, cosa che da noi accade di rado. È necessario ascoltare non solo il turista, ma anche le imprese e privilegiare le manifestazioni realmente misurabili in termini di presenze ed arrivi e soprattutto smettere di finanziare i soliti eventi, cosiddetti culturali o canori, i cui i benefici restano sempre sconosciuti ai più”.